FRANCO OSSOLA, UNA VITA A RICOSTRUIRE L’IMMAGINE DI UN PADRE MAI CONOSCIUTO.


Una storia che emoziona sempre.
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Torino, 08/04/2016 -


Forse è ancora troppo presto per parlarne, visto che siamo solo agli inizi di Aprile, ma nell’atmosfera romantica della tifoseria granata, si avverte già il profumo intenso di ricordi che ti riporta a quella commemorazione ormai sacra del 4 Maggio 1949. Sembra incredibile, eppure questa storia che è stata scritta e riscritta, visitata e rivisitata in lungo e in largo dalla vasta letteratura granata, vissuta intimamente e condivisa tra fratelli dello stesso DNA, resta pur sempre qualcosa che non sa mai di stantio, di passato, di obsoleto, ma è sempre presente come se tutto fosse successo ieri. E invece ieri non è stato, perché da quella storica tragedia in cui l’aereo che riportava a Torino i leggendari calciatori del Grande Torino, sono passati ben 67 anni. Franco Ossola, figlio dell’omonimo leggendario campione del Grande Torino, assieme a Gigi Gabetto e Sandro Mazzola, è il testimone indiretto di una tragedia che ha coinvolto le loro famiglie e gli affetti più cari. Ci capita spesso di pensare a Franco Ossola e ci chiediamo come possa essere la vita di chi non ha conosciuto il proprio papà, di averne studiato la storia, di avere inseguito passo dopo passo i momenti della sua vita, quasi a volerne emulare le gesta, condividere l’educazione, i valori, gli intimi affetti mai vissuti insieme. E’ la storia di un bambino diventato uomo in fretta, che ha trascorso la sua vita nel rimpianto di quell’attimo di un giorno funesto, in cui suo papà perì tragicamente con i suoi compagni di squadra e tutto l’equipaggio. Lui era ancora nel ventre della mamma e non poté mai toccare con mano il viso di papà, aspettare una sua carezza, attendere un sorriso rassicurante che potesse dargli fiducia per il sano crescere insieme. Così, proprio come è successo ai più fortunati di noi che, troppe volte davvero, abbiamo sminuito l’importanza di una presenza essenziale, di una figura che per tutti i figli significa completamento, formazione, crescita, sicurezza. Eppure, come dicevamo, il piccolo Franco diventato presto uomo, ripercorre la storia di papà cercando di emularne dapprima le gesta sportive. Da calciatore non ebbe un futuro, ma l’atletica, quella si, rappresentò per Franco Ossola una sorta di rivincita contro un destino avverso, quasi a volere dimostrare a papà che lo guardava dal cielo, il legittimo orgoglio di portare avanti il buon nome della famiglia Ossola. Infatti, assieme a Pietro Mennea, Luigi Benedetti e Pasqualino Abeti, Franco Ossola ha corso a Barletta la staffetta 4x200 che, in quel caldo giorno del 1972, valse per quegli azzurri il primato del mondo per avere stabilito il tempo di 1’21”15. Un record che resistette per ben quattro anni. Ma Franco, trascinato ancora dai ricordi, viene ispirato dalla letteratura e scrive tanti libri sulla storia del Grande Torino. E’ un tracciare il solco indelebile di una vita, la sua, che attraverso la scrittura fa materializzare il suo leggendario papà, facendo vivere ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Sono storie che emozionano, che fanno riflettere, che ti riempiono di dolce malinconia e ti fanno porre grandi domande sul senso della vita. E’ una grande storia, quella di Franco Ossola, una storia che di tanto in tanto ci piace percorrere come fosse una strada fatta da tante curve che non lasciano mai intravvedere la diritta via. Tante tessere di un mosaico che l’avverso destino non ha mai dato l’opportunità di completare.

Salvino Cavallaro    

Salvino Cavallaro