Più che della querelle di questi giorni tra Conte e Cassano, la cui squallida sostanza appare francamente stucchevole e priva di significato, preferiamo piuttosto parlare di calcio e dei suoi campioni più rappresentativi. Nello specifico, desideriamo focalizzare la nostra attenzione su Zlatan Ibrahimovic e porre l’accento sul suo show personale espresso durante la partita Svezia – Inghilterra. Il suo poker di gol segnati e, soprattutto, la sua storica rovesciata promotrice di un gol fantastico, rimarranno sicuramente negli annali del calcio. E’ raro vedere segnare quattro gol dallo stesso giocatore che indossa la casacca della sua nazionale durante una partita di calcio. Fantasmagorico è poi assistere al 91’ a una rovesciata da cineteca proprio quando tutti cominciano a dirigersi verso gli spogliatoi. Joe Hart, l’estremo difensore inglese uscito dalla sua area di rigore, colpisce il pallone di testa per allontanarlo dall’accorrente Ibrahimovic, ma questi, spalle alla porta e da posizione angolatissima, lascia partire una rovesciata che s’infila in rete da circa 25 metri. Uno dei gol più belli di sempre, un gioiello della cultura calcistica, una perla rara da rivedere nei momenti in cui questo sport che amiamo tanto, non ci offre spunti interessanti per le varie disamine di rito. Andando a ritroso nella storia dei gol più belli di tutti i tempi, la memoria calcistica ricorda il famoso gol di Maradona, sempre contro l’Inghilterra e quello di Marco Van Basten contro la Russia agli Europei del 1988. Ibra, dunque, con il suo poker di gol segnati in nazionale nella stessa partita, ha superato il record ancora in essere di Van Basten, la leggenda del calcio che nel 1988 segnò tre gol con la sua Olanda. Tuttavia, la figura di Ibrahimovic dal punto di vista caratteriale non ha mai dato particolari segni di viscerale simpatia nei suoi confronti, né da parte dei media, né dai tifosi che non sono della squadra per cui lui gioca. La sua irascibilità dimostrata spesso in campo e anche in sede di conferenze stampa, non l’hanno certo aiutato sotto il profilo della simpatia, anche per il suo baciare nelle numerose presentazioni ufficiali, tutte le maglie che ha indossato, come se fosse sempre l’unica della sua vita calcistica. Ma Ibra, nonostante porti il 47 di scarpe e la poderosa stazza fisica, è capace di giocate di grande agilità e di grande classe. In possesso di un ottimo tiro, agisce sovente da punta di movimento per consentire ai compagni di squadra di inserirsi in fase offensiva. Ha un buon colpo di testa ma non è la sua specialità. Spesso eccede in intemperanze che, come dicevamo prima, sono l’emblema di un carattere focoso che gli costano parecchi cartellini gialli. Genio e sregolatezza di un calciatore che possiamo certamente definire uno dei più forti attaccanti di tutto il mondo. Zlatan Ibrahimovic nato nel 1981 da padre bosniaco, muratore dal carattere arcigno e da madre croata grande lavoratrice presso un’impresa di pulizie, è cresciuto a Rosengard nel sobborgo di Malmo. Il carattere difficile, associato alla sua proverbiale testardaggine, Ibra l’ha ereditato probabilmente da papà, uomo introverso dall’orgoglio smisurato. E’ dunque questo il motivo per cui Ibrahimovic, giocatore dalle immense qualità tecniche, non riesca ad entrare nelle simpatie della gente. Tuttavia, come spesso diciamo, dietro un calciatore c’è sempre un uomo, con la sua forza fisica ma anche con le sue fragilità e debolezze. Importante è capirsi, ciascuno nel rispetto delle proprie attività professionali.
Salvino Cavallaro
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