IL DERBY DI MILANO TERMINA IN PARITÀ: CHI SORRIDE?


Nove anni, quasi dieci. Era il 2004 quando l’ultima stracittadina del capoluogo lombardo finì in parità.
tempo: 42ms
RSS
25/02/2013 -

Nove anni, quasi dieci. Era il 2004 quando l’ultima stracittadina del capoluogo lombardo finì in parità. Precisamente era il 24 ottobre. Inizio di una stagione che si concluderà con la vittoria della Juventus, il secondo posto del Milan e il terzo dell’Inter.
Il calcioscommesse del 2006 distruggerà ogni schema e ogni classifica, ma questa è un’altra storia.
Anche ieri era il 24, febbraio, ma il derby contava probabilmente molto di più.
Il Milan aveva l’occasione, enorme, per abbattere definitivamente Stramaccioni e la sua Inter ed escluderla dalla corsa dal terzo posto.
I nerazzurri potevano tagliare la cresta ai cugini, esaltati dalle numerose vittorie e dal trionfo contro il Barcellona di Villanova.
Non si sono fatte male, alla fine.
Ma dietro il pareggio, c’è molto di più.
C’è uno strepitoso primo tempo del Milan, che ha dominato in lungo e in largo: per vie centrali, o per le corsie esterne non c’era differenza.
Il gol del faraone, parte da un errore di Cassano in mezzo al campo, ma si conclude con la totale libertà di El Shaarawy di poter batter Handanovic.
Balotelli poi non riesce ad emulare Ronaldo e Ibrahimovic. Non è la sua partita e lo si capisce da subito: il portiere sloveno è per lui, insuperabile.
Nella seconda frazione i rossoneri calano fisicamente, affaticati dopo l’impresa di mercoledì, ma l’Inter non sembra riuscire ad entrare in partita.
Fino al minuti 71, quando da una banale rimessa laterale la squadra di Allegri mostra il suo lato più antico: la disattenzione. Nagatomo, fin lì impresentabile, scodella una palla deliziosa per il levriero Schelotto, dimenticato da Mexes: è lui l’eroe di serata.
Dal momento del pareggio in poi succede poco o nulla e i due team si accontentano di un punticino che non muove la classifica.
Ma chi è la vera vincitrice ‘morale’ del derby?
Certamente non i diavoli: l’opinione pubblica sostiene che il pareggio di ieri sera sia stato quasi come una sconfitta.
Avevano avuto una grande occasione. Non le hanno sfruttate.
Sono davvero incomprensibili le mosse di Stramaccioni, bravo e fortunato, (tanto), ad azzeccare i cambi nella seconda frazioni. Mettere Guarin esterno è uccidere la naturalezza di un giocatore straordinario a spaccare gli avversari per vie centrali: sulla corsia Fredy copre malissimo e De Sciglio può fare quello che vuole. Schierare Riky Alvarez in una partita fondamentale come questa è un altro interrogativo difficile da risolvere: perché non aggiungere un Kuzmanovic o un Kovacic in mezzo al campo e sacrificare l’argentino alla solita, meritata, panchina?
Vero è che con il senno di poi sono bravi tutti.
Vero anche che Strama non cambia nulla tra primo e secondo tempo, facendo venire un brivido ai tifosi nerazzurri. Mossa che poi si rivelerà azzeccata: il Milan crolla fisicamente, l’Inter si affida al cuore e trova il pareggio.
L’Inter sorride, quindi. L’1-1 è fondamentale per rimanere a galla nella corsa alla Champions League.
Il Milan storce il naso: sì, sono tre punti buttati.
Adesso palla alla Lazio, oggi, e alla Fiorentina, domani: i romani potrebbero salire al terzo posto indisturbati, i Viola, vincendo a Bologna, aggancerebbero il Milan e supererebbero i nerazzurri.
A sorridere veramente, sono proprio Petkovic e Montella.

Giovanni Morotti