IL MERCATO DEL TORO? CAIRO MERITA UN 8 IN PAGELLA


Dopo tanti anni di presidenza granata, Urbano Cairo ha finalmente centrato un calciomercato
intelligente sotto il profilo della gestione economica e tecnica. Si diceva di
lui che avesse il braccino corto e, in effetti, in tutti questi anni di
presidenza ha sempre adottato la politica dei prestiti, con scarse risorse
tecniche a beneficio della squadra e con la conseguente mancanza di
investimenti che potessero creare delle plusvalenze economiche a favore della
stessa società granata. Ma già a partire dall’anno scorso ha finalmente deciso
di cambiare rotta, investendo su giocatori giovani come Benassi, Baselli, Zappacosta, Belotti, per citarne solo alcuni, che
in due anni hanno fatto lievitare il loro valore. E, continuando su questa
falsa riga, quest’anno ha condotto assieme al DS Petrachi una campagna ancora più intelligente, piazzando Glik, Bruno Peres e Maksimovic e
acquistando giocatori come Ljajic, Iago Falque,
Castan, De Silvestri, Rossettini, Ajeti,
Boyè (giovane attaccante argentino classe 1996) e prendendo in prestito
soltanto il portiere della nazionale inglese, Joe Hart. In questo caso si tratta di un prestito intelligente che
vale oro, vista l’importanza di un portiere che va a coprire un ruolo che in
tanti anni è sempre apparso insufficiente per il Torino. Così, a conti fatti, grazie
al presidente Cairo, la squadra di Mihajlovic sembra ben registrata in
tutti i suoi reparti, mentre al contempo il bilancio della società granata si
arricchisce di un + 30,9 milioni di euro tra operazioni di vendita e acquisti.
Niente male per il Torino che sta costruendo una squadra con il chiaro intento
di entrare a far parte dell’Europa League del prossimo anno. Oggi, Belotti, che è l’alfiere dei giovani
granata, vale oltre 30 milioni di euro. Non male per un acquisto dell’anno
scorso, cui sono stati investiti 7,5 milioni di euro. Ma parlando di cose
tecniche calcistiche più consone ai tifosi, possiamo dire che questo Torino
affidato a Sinisa Mihajlovic piace
nella sua integrità di squadra, perché con Hart,
Valdifiori e Ljajic ha finalmente ricoperto i ruoli di portiere, regista di
centrocampo e seconda punta adattabile anche da trequartista, che ormai da
troppi anni non vantava. Oggi, finalmente, il centrocampo granata si fa più equilibrato,
con meno incontristi e più giocatori tecnici dai piedi buoni, che sono in grado
di costruire bene l’azione d’attacco, mentre per caratteristiche tecniche riescono
anche ad interdire nel momento del bisogno. Poi, con lo stato di forma del “Gallo”
Belotti, tutto sembra spianare una
strada che da sempre è sembrata interrotta, per un Torino che dava la
sensazione di essere costantemente in cantiere. Adesso la costruzione sembra
completata, anche grazie al suo capocantiere che si fregia con i fatti di avere
consegnato a Mihajlovic una squadra
in grado di dare grandi soddisfazioni ai suoi tifosi. I 5 gol fatti al Bologna
non devono certamente illudere oltre misura, tuttavia, pur continuando la
nostra analisi positiva del Torino 2016’17, diciamo che ci sono tutti i
presupposti per iniziare un progetto serio che porterà lontano.
Salvino
Cavallaro