L’Avv. Fabio Viglione da Roma. Sì,
proprio lui, il tifoso del Torino autore del libro “Caro Toro ti scrivo”
che ha elaborato assieme a Giorgio Merlo. Non è la
prima volta che lo intervistiamo e non è un caso che ci rivolgiamo a lui,
nonostante abiti lontano da Torino, per conoscere il suo pensiero sul Toro.
Oggi più che mai, vista la delicata situazione che sta attraversando l’ambiente
granata in questo momento. Il suo è un contributo da opinionista prima ancora
che da tifoso, in quanto ha una spiccata capacità di analisi su fatti
calcistici ad ampio raggio. Avvaliamoci dunque della sua opinione.
Fabio,
cosa pensi di questa freddezza da parte dei tifosi granata nei confronti della
società e della squadra?
“Certamente vivendo a Roma non
sono al corrente di tante cose che riguardano l’ambiente, se non per le notizie
che leggo attraverso i giornali. Ho sempre pensato, e penso, che il tifoso
granata fosse diverso dagli altri, proprio per le peculiarità uniche che la
grande storia del Torino possiede. Il Toro è un’idea, una diversità e anche una
voglia di mettere in campo quelle caratteristiche che ci fanno prescindere dalla
mancanza di ricchezza economica, per riconoscerci in una simbolo di lotta, di
sofferenza e maniche rimboccate. E’ la nostra storia, è nel nostro dna. Non è
retorica la mia, quando sostengo che il tifoso del Toro, da sempre, non ha mai
misurato il suo attaccamento alla squadra ed alla società in base al risultato,
ma ha vinto già per il solo fatto di “essere del Toro”. E’ una vittoria di
sentimento che ci fa diversi, orgogliosamente diversi. Noi siamo sempre stati
un po’ originali come tifo, come passione, colore, calore, quindi questa è
l’identità che per noi è fondamentale rimarcare. Ed il Toro non può prescindere
dai suoi tifosi, dal suo Popolo. Questo è un tema secondo me centrale quando si
parla di Toro. E non è un caso che la vasta letteratura granata e le tante
pubblicazioni, suscitino tutto questo interesse. Perché nonostante le poche
vittorie la letteratura e la cinematografia parlano di noi più di ogni altra
realtà calcistica? E’ il segno evidente che il Toro non è una semplice squadra
di calcio.”
E’
vero che nel calcio moderno fatto di business, non c’è molto spazio per le
squadre come il Torino?
“Sì, perché oggi mancano le
possibilità di competere per vincere. L’estate passata sotto l’ombrellone a
scommettere su chi avrebbe vinto lo scudetto è un lontano ricordo. Negli anni
passati il tricolore lo potevano vincere, come è avvenuto, - e parlo anche
degli anni settanta e ottanta - la Sampdoria, il Verona, il Torino, il Napoli.
Adesso la competizione per il titolo si è ristretta al punto che squadre come
il Toro si possono collocare al massimo, nella stagione di grazia, in quel ristretto
numero di compagini capaci di piazzarsi per un ingresso in Champions. E’
impossibile sognare. Realisticamente, l’ingresso nelle competizioni europee è
il massimo a cui possiamo aspirare per come il sistema si è sviluppato. Non
penso che sia molto “distante” la strada che ci separa da un quarto/quinto posto
come crescita generale. Una crescita che non va dimenticata. Non solo, una
crescita nella quale l’ultimo tratto di strada è il più difficile da
raggiungere. Noi veniamo da un periodo
in cui faticavamo a collocarci in serie A… E’ stato un periodo di grande
sofferenza nel quale credo che abbiamo perso anche diverse generazioni di
giovani tifosi… Ora siamo certamente su un altro piano e su altri livelli. Ma
dobbiamo e possiamo certamente migliorare. Penso che non sia facile per il
Torino, consolidare un posto davvero importante in un calcio come quello
attuale ma io ci credo. Voglio crederci. Anche perché voglio regalare a mio
figlio tredicenne, che tifa Toro e vive a Roma, meno sofferenze… ”
Seguendo
questo tuo pensiero filosofico e al contempo razionale, si evince chiaramente
una forma dissociativa dalle attuali contestazioni granata contro la squadra e
la società. E’ così?
“Io credo che si debbano
trovare sempre delle ragioni di “cucitura”, perché una società e una squadra di
calcio non possono prescindere dal calore del pubblico e la nostra passione non
ci può mutilare della squadra del cuore. La società e la squadra hanno bisogno
della passione della gente, della gente granata. Non gente qualsiasi. Il Toro
ha sempre avuto un “tifo” ed una curva da scudetto anche quando la squadra
giocava in serie B. Credo e spero che una soluzione possa trovarsi nel mettere
al centro i punti di convergenza. Anche i calciatori devono capire che
indossano una maglia storica e ricca di passione che non può essere
mortificata. I tifosi sono un patrimonio immenso di passione dalle potenzialità
infinite. Anche se viviamo un calcio ormai deprivato di sentimenti e ostaggio
di fatturati e social media. E’ indubbio che quando i risultati non arrivano, qualcosa
si è sbagliato anche in sede di valutazioni a monte. Tuttavia, parlando del
profilo tecnico che è l’unico su cui sono in grado di esprimermi, sempre
guardando dall’esterno, credo si debba fare anche una valutazione “ex ante”.
Perché sono stati tenuti i pezzi pregiati? Sirigu, Belotti, Izzo? Si è
probabilmente pensato che mantenendo la struttura di una squadra che aveva
fatto bene si sarebbe potuto fare ancora meglio del settimo posto. Io,
francamente, ero tra quelli che aveva creduto nelle scelte di mercato. Ma il
calcio non è una scienza esatta.
Che
cosa pensi della quasi certa cessione di Bonifazi e dell’eventuale prestito di
Iago Falque?
“In questo caso penso ci sia un
problema tecnico, piuttosto che un volere della società. Bonifazi credo venga
ceduto per esubero nel ruolo visto che abbiamo tanti difensori centrali e non
tutti possono giocare. Tuttavia, che la scelta per sfoltire il reparto ricada
su un giovane di valore proveniente dalla nostra ‘cantera’ mi lascia un po' di
amaro in bocca. Su Iago? Lo vorrei ancora con noi. È stato considerato un punto
fermo del Toro, nonostante l’infortunio subito, credo gli si debba dare adesso
l’opportunità di rientrare proprio per le sue qualità tecniche e la sua
duttilità. E poi non si può a questo punto della stagione privarsi di un ottimo
calciatore, minimizzando il numero della rosa dei titolari. Mazzarri non può
avere la panchina corta, anche perché un allenatore deve essere in grado di
gestire tanti giocatori se l’obiettivo è ambizioso. La competizione va gestita
ma tiene alta la qualità e le soluzioni. E’ un problema di chi allena saper dosare
la competizione interna e l’armonia. Con una rosa corta si ha il …respiro
corto….” e alla lunga la squadra ne risente.”
Quindi,
non sei d’accordo con la gestione tecnica di Mazzarri?
“Oggi direi di no. Io credo che
lo stesso Mazzarri non sia soddisfatto del rendimento della squadra. In campo
si alternano buone giocate a momenti di blackout, abbiamo giocato un girone
d’andata in chiaroscuro quanto a continuità ed intensità di gioco. Vedo una propensione a giocare chiusi
sull’avversario. Un atteggiamento tattico che ha fatto in modo di far soffrire
la squadra, più contro squadre meno attrezzate e dai valori più modesti che
contro le cosiddette “grandi”, squadre chiamate a “fare la partita”. Il calcio
non è una scienza esatta ma è spregiudicatezza, spensieratezza, voglia di fare,
freschezza di idee che spesso vengono apportate dai giovani capaci di farti la
giocata sopra le righe che ti fa vincere la partita. Il calcio fa sognare pure
per questo, non è il gioco degli scacchi. No, la direzione tecnica di Mazzarri,
di cui non discuto la preparazione, in questo momento risente, a mio avviso, di
questo atteggiamento di scarsa propensione alla proposizione del gioco. Al
coraggio. E’ una mia opinione. Vedo poi poca apertura di credito verso i giovani,
come Millico,
Edera, che potrebbero apportare entusiasmo e sfrontatezza. Le capacità
balistiche di Millico che ha strabiliato nel campionato primavera credo che
possano confermarsi anche in serie A. La traversa contro il Sassuolo non mi ha
sorpreso, gli ho visto fare tanti gol così nelle giovanili, ha una strabiliante
naturalezza nel calciare a giro da quelle distanze. Credo che i giovani
talentuosi debbano essere maggiormente coinvolti, come peraltro, sta accadendo
altrove (penso a Vlahovic, Malinoski, Kulusevski). Non credo affatto che
inserendo i giovani in squadra ed equilibrandoli naturalmente nell’assetto
base, con i più esperti, si rischi di bruciarli. Chi l’ha detto? Semmai,
tenerli in panchina rischia di demotivarli, di frustrare la loro autostima e di
non farli sbocciare. Poi non dimentichiamo che il tifoso del Toro ha sempre
avuto un legame particolare con i giovani del Filadelfia ed è pronto a
perdonare anche qualche sbavatura. I nostri giovani sono fondamentali per
ridare entusiasmo”.
Vuoi
spendere qualche parola per un giocatore in particolare ?
“Una parola per Sirigu. E’ un
portiere davvero formidabile. Non credevo fosse così forte. Merita di giocare
titolare in Nazionale, un vero fuoriclasse. E’ l’idolo di mio figlio che cerca
di emularlo nel campetto della scuola, giocando con la sua maglia numero 39. Ma
anche Belotti merita elogi particolari. E’ cresciuto molto ed è diventato un vero
trascinatore. Non si risparmia, lotta dal primo all’ultimo minuto, è migliorato
molto anche tecnicamente, è maturato nei movimenti e nella capacità di leggere
le situazioni, incarna davvero lo spirito del Toro quando carica a testa bassa
e non si arrende mai”.
Come
vedi il prossimo incontro casalingo contro l’Atalanta di Gasperini, reduce
dalla sconfitta interna contro la Spal?
“La sconfitta in casa
dell’Atalanta contro la Spal, dimostra che tranne qualche squadra che si
colloca su un livello nettamente superiore, tutte le altre compagini possono
vincere o perdere contro tutti. Ogni partita ha le sue insidie. Al di là degli
episodi che possono capitare ed essere sempre determinanti, tra Torino e
Atalanta vincerà chi dimostra di avere più fame. In ogni zona del campo, su
ogni pallone, sarà necessario dare il massimo ed avere la testa libera. Si
gioca con il cuore, con la testa e con la giusta determinazione. Mi auguro
davvero che sia il Toro ad avere più fame, anche se dubito che l’Atalanta dal gioco
arioso messo in mostra fino ad oggi, accetti di buon grado una sconfitta
interna contro una Spal ultima in classifica, senza la voglia di rifarsi
immediatamente. Quella partita persa brucia ancora tanto alla Dea di Gasperini.
Il Toro è avvertito!”
Salvino
Cavallaro
- Martedì, 19 Gennaio 2021 18::1SPROFONDO GRANATA
- Lunedì, 04 Gennaio 2021 18:40TORINO, IL CALCIOMERCATO DELLA SPERANZA
- Giovedì, 10 Dicembre 2020 15::1“SAMBA”. ECCO IL RACCONTO DI ATTILIO ANDRIOLO
- Martedì, 06 Ottobre 2020 11:42NOI CHE COMMENTAVAMO LE PARTITE E I FATTI TECNICI
- Mercoledì, 26 Agosto 2020 17:22IL GIORNO DOPO LO CHOC, IL NULLA CAMBIA E IL RADICALE CAMBIA...
- Domenica, 09 Agosto 2020 14:25QUANDO SI DICE: “NON HA ESPERIENZA”.
- Lunedì, 03 Agosto 2020 12:36TORO, NUOVA IDEA TECNICA MA C’È BISOGNO DI TANTO ALTRO.
- Domenica, 02 Agosto 2020 15:02LE ELUCUBRAZIONI DI CONTE E LE CRITICHE ALLA SOCIETÀ
- Sabato, 01 Agosto 2020 15:57IL MALE OSCURO DI JOSIP ILICIC
- Giovedì, 30 Luglio 2020 12:10IL MILAN CHE NON TI ASPETTI
- Martedì, 28 Luglio 2020 12:42NOI DETRATTORI DI MAURIZIO SARRI ALLA JUVENTUS
- Sabato, 25 Luglio 2020 15:14JUVENTUS, CANCELLATO L’APPUNTAMENTO DI FERRAGOSTO A VILLAR P...
- Mercoledì, 22 Luglio 2020 16:16LA MALATTIA DELL’ANIMA DI HIGUAIN
- Lunedì, 20 Luglio 2020 18:59CONTE, NON ESAGERARE!
- Lunedì, 20 Luglio 2020 19:08CONTE, NON ESAGERARE!
- Domenica, 19 Luglio 2020 11:56IL PIEMONTE DÀ VIA LIBERA AGLI SPORT DI CONTATTO
- Sabato, 18 Luglio 2020 16:57ANDREA BELOTTI, IL GALLO CANTA PER IL TORO
- Domenica, 12 Luglio 2020 17:24IL “SARRISMO?”, UN’INVENZIONE GIORNALISTICA.
- Sabato, 11 Luglio 2020 16:47CASO DI CORONAVIRUS DI UN TESSERATO DEL PARMA (NON È CALCIAT...
- Giovedì, 09 Luglio 2020 15:29L’ANALISI DEL DR. ANDRIOLO SUL MOMENTO DELLA SUA JUVENTUS
- Mercoledì, 08 Luglio 2020 18:36DIAMO VOCE AL POPOLO BIANCONERO. COSA C’È CHE NON VA IN QUES...
- Domenica, 05 Luglio 2020 13:50DERBY SENZA STORIA. ADESSO LA JUVE È A +7 DALLA LAZIO
- Venerdì, 03 Luglio 2020 12:11JUVE TORO E PENSIERI DESTINATI ALL’ALTRUI ALTROVE
- Lunedì, 29 Giugno 2020 19:11TORO, CHE SBERLA A CAGLIARI.
- Domenica, 28 Giugno 2020 19:13COMPLETATE AL J MEDICAL LE VISITE MEDICHE DI ARTHUR E PJANIC
- Sabato, 27 Giugno 2020 12:20POKER DELLA JUVE CONTRO IL LECCE, MA C’È ANCORA TANTO DA FAR...
- Sabato, 27 Giugno 2020 16:11L’AMBIENTE INTERISTA DELUSO, PENSA GIÀ AL PROSSIMO FUTURO
- Lunedì, 22 Giugno 2020 17:34IL RUOLO DEL PORTIERE NEL CALCIO MODERNO
- Venerdì, 19 Giugno 2020 17:41LA JUVE E L’ERRORE DI NON AVERE INSISTITO SU SIMONE INZAGHI
- Domenica, 14 Giugno 2020 18:56IL CALCIO SENZA LA GENTE