INTER AGGRESSIVA E JUVE SNATURATA DA ALLEGRI


Il calcio ci insegna che le
partite sono soggette a vittorie, ma anche a sconfitte talora brucianti. Ma c’é
modo e modo di perdere. E, quando questo accade, é giusto dare sportivamente
merito a chi ha vinto. Il derby d’Italia tra Inter e Juventus, caricato da
antiche ruggini sportive mai dissipate, si è concluso con la meritata vittoria
della squadra nerazzurra per 2 a 1. Nel secondo tempo è andata in vantaggio la
Juve con Lichtsteiner, ma poco dopo l’Inter ha pareggiato con un colpo di testa
di Icardi, per poi chiudere i conti con Perisic incolpevolmente lasciato solo
dalla difesa juventina. Per lunghi tratti della gara abbiamo visto una sola
squadra in campo: l’Inter. Ma l’analisi del match ci induce a fare alcune
considerazioni che non sono sfuggite alla maggioranza dei media e a chi di
calcio si alimenta. Fermo restando che la squadra di Frank De Boer, (dopo la
figuraccia rimediata in Europa League) è stata sorretta da giuste motivazioni,
la Juventus dei supercampioni che ambiscono alla conquista del sesto scudetto
consecutivo per entrare nella leggenda con l’obiettivo di conquistare pure la
Champions League, in quel di San Siro è apparsa timida, titubante, senza
cattiveria e, soprattutto, confusa nelle idee di gioco. La Vecchia Signora dopo
la partita con la Fiorentina, Lazio e Sassuolo, stenta a trovare la sua vera
identità grazie al disordine tattico provocato proprio dal suo allenatore. Un
Max Allegri che per tanti motivi non si sta rivelando all’altezza della
situazione. Sbaglia molto nelle scelte dei giocatori da mandare in campo,
mentre sta creando confusione tattica a una squadra che ha grandissime
potenzialità tecniche. Il dato di fatto, che l’arcigna difesa bianconera incassi
così tanti gol, è emblematico di un centrocampo male assemblato e di un attacco
che tale non é. Il tanto sbandierato 3-5-2 della Juve di Allegri, in campo si
materializza con un 5-3-1-1 che è indicativo di un calcio attendista e poco
portato ad attaccare. Già in Champions League contro il Siviglia, il tecnico
toscano ha sbagliato le sue scelte lasciando il panchina Pianjc. Contro l’Inter,
Allegri ha lasciato in panchina Higuain, preferendogli un Mandzukic che non è
mai entrato in partita, ha schierato Pianjc lasciando fuori Lemina e dando
fiducia a un Asamoah in chiara difficoltà. E poi, mister Allegri, ci deve spiegare
la posizione di Kedira, che spesso si trova a fare la punta senza averne le
caratteristiche. A nostro avviso il tedesco deve stare davanti alla difesa,
spostando Pianjc dietro le punte. Ma c’è ancora un altro inspiegabile disguido
tattico in questa Juve dai tanti problemi fatti affiorare da Allegri: la
posizione di Dybala. L’argentino sembra catechizzato a giocare lontano dalla
porta; fa il terzino, il centrocampista, s’inventa il ruolo di trequartista e
spesso lo vediamo pure sull’esterno di destra e di sinistra, mentre il suo vero
ruolo di mezzapunta non gli è dato fare. Risultato? Il ragazzo si affatica in
maniera incredibile, non arriva mai a tirare in porta per ovvi motivi e produce
pure uno sforzo fisico che va oltre la resistenza della sua corporatura. Tutto
il contrario dell’anno scorso, in cui ha segnato tanti gol da una posizione
sicuramente più avanzata. Insomma, Allegri ha bisogno di rivedere molte cose e
deve pure dimostrare di azzeccare i cambi a partita in corso, senza aspettare
il 70esimo minuto del match per decidere sul da farsi. Ci dispiace dire queste
cose di un tecnico del quale apprezziamo il suo lavoro negli anni post Conte,
tuttavia, se la Juve vuole primeggiare nel campionato italiano e in Europa, è
opportuno capire presto l’importanza della giusta collocazione tattica di
campioni, che solo in questo caso riusciranno a fare la differenza. E’ una Juve
che risente del centrocampista che non è arrivato nel mercato d’estate e di un
Marchisio di cui si avverte la mancanza proprio in una zona del campo che è
cruciale per il gioco della Vecchia Signora. Detto questo, dobbiamo dire che
abbiamo apprezzato l’Inter di De Boer che di colpo è sembrata risuscitata dai
suoi mille problemi di gioco, di difesa e di organizzazione in campo, che come
per incanto sono stati centrati in maniera positiva. Evidentemente, incontrare
la Juve è anche terapeutico. E poi, se c’è di mezzo Max Allegri……..
Salvino
Cavallaro