INTER, ENNESIMA OPPORTUNITÀ SCIUPATA: SCONFITTE CHE PESANO


Inter
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27/11/2012 -

Sono sconfitte che pesano.  Quelle che rimangono nella testa e nella mente degli undici scesi in campo.  Quelle sconfitte che marcano un gap, che sottolineano una mancanza.
Dalle stelle alle stalle.  Da Torino a Parma. Non si capisce bene cosa sia successo ma qualunque essa sia, beh, è grave.  È grave come i nerazzurri passino da un momento di pura esaltazione a un altro fatto di brutto gioco e fatica. Una regressione sia fisica che mentale. Fisica perché visibilmente il team del tecnico romano corre la metà di qualche settimana fa, psicologico perché dopo la vittoria allo Juventus Stadium qualcosa, incredibilmente, si è incrinato: un solo e misero punto racimolato contro Atalanta, Cagliari e, appunto, Parma. Male, male Strama. Ma il crollo fisiologico non può certamente dipendere solo dall’allenatore: i pochi ricambi dell’Inter che mostra una panchina davvero povera, avevano fatto attendere gli esperti che ci avevano visto lungo.  Calma, bisognava predicare.
Niente di tutto questo. La società, certo, non aiuta: la mancanza di un vero vice-Milito pesa tantissimo. Se il Principe non è in forma, proprio come succede ora, quel pallone maledetto fatica a gonfiare la rete. E quanto servirebbe un regista a questa squadra, starà pensando Stramaccioni: l’importanza di un filtro fra il centrocampo e l’attacco, ieri visibilmente due fronti spezzati, si fa sentire pesantemente.  Invece, contro la squadra di Donadoni, Guarin, Alvarez e Cambiasso non sono mai riusciti a trovare la giusta coesione per rilanciare l’Inter.
E come se non bastasse, in casa neroblu, è polemica Sneijder: la storia controversa del contratto non è chiara ai più ma la vera domanda è un’altra. Ha davvero senso fare la voce grossa con un top player come Wes, uno dei pochi veri talenti rimasti in Serie A, per poi mettere in campo un giocatore come Riky Alvarez? Al campo la risposta.  Peccato che il campo abbia già parlato e lo abbia fatto in modo palese.  Misteri in patria nerazzurra dove al momento vige il chaos: la distanza dal primo posto rimane di soli quattro punti ma è difficile pensare di poter vincere lo scudetto senza sfruttare le molteplici cadute degli avversari più forti. Ora testa a Palermo o, meglio, al Palermo che verrà al Meazza per fare l’ennesimo sgambetto al club di Moratti che ha bisogno al più presto di una reazione vera per non cantare a squarciagola: addio, sogni di gloria!

 

Mattia Maronelli