Una cavalcata vincente che ha portato ad uno Scudetto più che meritato. Nel segno di Conte, Vidal, della difesa. Ma prima di tutto nel segno di un collettivo realmente insuperabile. Almeno in Italia.
BUFFON 8 – L’assetto difensivo è talmente collaudato che dei suoi miracoli c’è stato meno bisogno del solito. Un paio di passaggi a vuoto (Samp e Bayern), poi la solita garanzia di personalità. Pilastro.
BARZAGLI 8.5 – Classe, eleganza, sicurezza, personalità. Il miglior difensore del campionato italiano. Ed il secondo giocatore della storia juventina ad essere stato pagato per un tozzo di pane, su cui poi è stato messo sopra del caviale. Monumentale.
BONUCCI 8 – Forse il calciatore che più ha saputo far tesoro degli errori della scorsa stagione. Si è imposto con grinta ed umiltà in un ruolo che gli calza ormai a pennello, sorretto ai lati da due mastini grazie a cui è impossibile avere paura. Maturo.
CHIELLINI 7.5 – Il più tartassato dagli infortuni del trio difensivo, ma anche l’unico che ormai viaggia a memoria. Rete fondamentale a Napoli, produce la solita dose di ferocia sportiva che ormai ne fa il gladiatore bianconero per eccellenza. Roccia.
LICHTSTEINER 7 – Come sempre parte a mille, sfreccia come un treno sulla sua fascia di competenza poi, essendo umano, accusa la fatica ed arranca. Ma risulta preziosissimo per gli schemi del suo tecnico. Pendolino.
CACERES 6 – Una sola rete, in casa contro il Napoli e meno presenze del primo scudetto dell’era Conte. Ma è il primo rincalzo per la difesa e in questo ruolo può ancora garantire sicurezza alla squadra. Pronto.
PELUSO 6 – Il primo impatto con la realtà di una big è stato traumatico. Poi, a volte difensore a volte esterno, ha saputo meritarsi la chiamata. Ma per entrare nell’Olimpo è ancora poco. Rivedibile.
ISLA 5 – Delude rispetto agli standard dimostrati nell’Udinese. Condizionato da alcuni acciacchi fisici, non riesce quasi mai a meritare la fiducia risposta in lui dalla dirigenza. Inesperto.
DE CEGLIE 5 – Forse sopravvalutato. Né difensore, né centrocampista offensivo, sparisce ben presto dalle rotte di Conte per finire dritto nel dimenticatoio. Anonimo.
ASAMOAH 6.5 – Una prima parte di stagione da vera sorpresa. Si inserisce a meraviglia nel gioco bianconero, sgroppa che è una meraviglia. Poi, dopo la Coppa d’Africa, crolla ed arranca riprendendosi nel finale. Ma può essere un tassello anche per il futuro. Corridore.
PIRLO 7.5 – Se nel primo scudetto dell’era Conte in bianconero è stato il vero simbolo, in questa stagione ha saputo con maestria fare solo e bene, ciò per cui è stato programmato: reggere i fili e coordinare dalla regia. Elogio della semplicità. Faro.
MARCHISIO 8 – Il vero “canterano”. Cuore, attaccamento alla causa, animo, sentimento. Il capitano del futuro, solido in mezzo al campo, ficcante negli inserimenti, decisivo in zona gol. Chi ha pensato anche solo per un secondo di cederlo, forse ha bevuto troppo. Principesco.
VIDAL 9 – Guerriero che festeggia col cuoricino, pugnace ma col sorriso. Dieci gol, una solidità ed una personalità mostruose, Arturo è il vero re di questo scudetto bianconero. Impossibile pensare di privarsene. Eroe.
POGBA 8 – Nemmeno vent’anni e non dimostrarli. Almeno a livello calcistico. La vera scoperta della stagione, ad un certo punto diventa così fondamentale, da indurre Conte a sacrificare una punta. Destinato ad onori e successi. Maturo.
GIACCHERINI 6.5 –Rete spacca campionato contro il Catania al ritorno, umiltà da vendere, serietà da poter insegnare ai molti sbarbati multi milionari che affollano la serie A. Uno di quelli che senti poco, ma che è meglio avere sempre. Solido.
PADOIN 6 –Non certo un fine dicitore della biglia, ma si è saputo calare nella parte con serietà ed ha tappato quei buchi che nelle necessità qualcuno deve pur tappare. Utile.
VUCINIC 7 – Punto fermo ed inamovibile di Conte, è quel classico giocatore che potrebbe fare, ma alla fine non fa. O fa quando gli gira. Sarà dura restare così al centro del progetto con l’arrivo di nuovi attaccanti. Ma è pur sempre un fuoriclasse. Intermittente.
MATRI 6 – Comunque timbra sempre. Forse ha poco credito nell’ambiente, ma è uno che sarebbe titolare in quasi tutte le rose di serie A. Per meritare la Juve, però, non basta. Cinico.
QUAGLIARELLA 6.5 – Gemma di rara classe all’Inter, sempre in rampa di lancio ma mai definitivamente in volo. Attaccante di razza, pecca di continuità. Ma può starci alla grande. Cecchino.
GIOVINCO 6.5 – Ennesima occasione persa per fare il salto di qualità in una grande. Chissà, forse sarà anche l’ultima. La stoffa è evidente, lui come sarto deve ancora lavorare. Formichina.
CONTE 9 – La storia la scrive chi vince, gli altri possono solo leggere. La sua creatura ad immagine e somiglianza del suo condottiero. Asticella ancora più in alto, direzione Europa. Se la dirigenza saprà accontentarlo. Ma non farlo sarebbe da stupidi. Guida.
Gabriele Cavallaro
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