Ci sono emozioni che arrivano quando meno te li aspetti e altre
che speri possano arrivare per viverle intensamente. L’Italia del calcio ha
sperato, sognato da almeno un mese a questa parte,di potere vivere momenti di
gioia e di euforia legati al primo match di Euro 2016 contro il temibilissimo
Belgio. Sono i fatidici momenti che legano la Nazionale azzurra ai media, agli
addetti ai lavori, agli appassionati conoscitori di cose tecnico - tattiche
legate al football, ma anche a chi durante l’anno non segue neanche una partita
di calcio. Improvvisamente ci si veste tutti con l’abito azzurro da nazionalisti
pronti a giudicare, a vivere, a sognare i fasti di un evento che ci possa unire
al di là di ogni cosa. E’ la commedia del pallone, il mistero di un’adrenalina
che fermenta dentro di noi e si sprigiona con grande entusiasmo quando si fa
gol. Tutti lì a tifare per l’Italia davanti alla Tv di casa e ai maxischermo
delle grandi città, capaci di farti vivere l’atmosfera da stadio. La partita d’esordio
dell’Italia contro il Belgio, ha così segnato il boom d’ascolti : 15,5 milioni
di spettatori su Rai1 e 3,7 milioni su Sky, toccando uno share del 52,66% a cui
vanno aggiunti coloro i quali hanno seguito il match su Sky. Tanta roba,
direbbe qualcuno per significare quanto la Nazionale Italiana sia attesa e seguita
da tantissime persone, soprattutto quando si partecipa ai Campionati Europei o alla
Coppa del Mondo. Detto questo, passiamo all’analisi di un match che tutti
abbiamo sperato finisse com’è finito. E cioè con una bella vittoria dell’Italia
che convincesse nell’organizzazione di gioco e nel carattere della squadra che,
a detta di tanti, non solo è partita con gli sfavori del pronostico, ma è anche
penalizzata dalla mancanza di veri leader a centrocampo e in attacco. Tutto
questo ci avrebbe addirittura condannato ad una eliminazione anticipata. Ora,
tenuto conto dell’entusiasmo per una vittoria, che seppur entusiasmante non può
e non deve farci fare voli pindarici, possiamo dire di avere visto una
Nazionale che è l’espressione più vera di ciò che si definisce il calcio:
ovvero gioco di squadra. Se la valutiamo sotto questo aspetto, possiamo dire
che il C.T. Antonio Conte sta lavorando in maniera corretta. Infatti, non solo abbiamo potuto notare gli azzurri in
campo, ma abbiamo anche visto gli azzurri in panchina. Non musi lunghi di
acredine e neanche gesti di nervosismo o delusione per non essere stati scelti
tra i titolari. Ma sguardi e atteggiamenti partecipi di entusiasmo, senza
invidie o rancori. Ecco, a nostro avviso questa è la forza dell’Italia del
pallone europeo 2016, che si caratterizzerà fino all’ultimo minuto della sua
partecipazione. Grinta, determinazione e temperamento che sono l’emblema di una
preparazione fisica e mentale che sembra quasi maniacale, così com’è il C.T.
Conte che perde sangue dal naso e non si fa curare per non perdere gli attimi
preziosi di suggerimenti e incitamento ai suoi ragazzi. E’ l’espressione di un
calcio fatto da ottimi giocatori, ma che non vanta primedonne da adulare. Nella
partita contro il Belgio abbiamo visto un super Bonucci nella veste di marcatore,
lucido suggeritore e calciatore diligente dal punto di vista tattico. Ma
abbiamo anche visto un Giaccherini che ha sorpreso per corsa, determinazione,
brillantezza, sia in fase di interdizione che di costruzione del gioco. Bello
il suo gol su suggerimento di Bonucci. Ma c’è anche il rovescio della medaglia:
l’impreparazione nel contenere le improvvise ripartenze degli avversari. Su
questo punto crediamo che Conte debba ancora lavorare molto. Infatti, soprattutto
nel primo tempo, abbiamo visto alcune lacune dalla parte sinistra occupata da
Darmian, (non un bell’esordio il suo). Scompensi difensivi pericolosi,
soprattutto contro avversari che magari ti sovrastano tecnicamente e che sono
pronti a farti male alla prima distrazione. Questo non può e non deve
succedere. Ecco, possiamo proprio dire che questo è l’unico neo risolvibile di
una notte di calcio azzurra che ci lascia ben sperare per il suo cammino a Euro
2016. Adesso andiamo avanti, per affrontare la Svezia di Ibrahimovic. Ogni
partita ha la sua storia e noi ci auguriamo di poterla leggere così, come
abbiamo appena letto la bellissima ed emozionante notte di Lione.
Salvino Cavallaro
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