Diciamo subito che nonostante le trepidanti attese, il derby di Torino è stato davvero brutto da vedersi, non solo sotto l’aspetto tecnico ma anche dal punto di vista agonistico. Ha vinto la squadra più forte che, tuttavia, è sembrata davvero lontana dalla Juve migliore apprezzata l’anno scorso per lunghi tratti del campionato. Il Torino, invece, è stato poca cosa sia per furore agonistico, sia per quanto riguarda l’approccio a una gara che avrebbe dovuto affrontare con maggiore grinta e determinazione. Sostanzialmente ordinata in campo, la squadra di Ventura si è preoccupata più di chiudere gli spazi agli avversari, piuttosto che andare ad aggredirli a metà campo cercando di non farli ragionare. Nullo Immobile, Cerci non ha inciso come suo solito, Rodriguez non è sembrato ancora pronto per affrontare una gara delicata come il derby e Vives che non eccelle in fase di interdizione. Da premiare, almeno per l’impegno, sono stati D’Ambrosio, El Kaddouri (che Ventura ha sostituto, secondo noi sbagliando) e Brighi, un calciatore che è solitamente costante nell’apporto di interdizione e costruzione dell’azione di centrocampo. Poi basta, per il Torino si è spenta la luce. La Juve è stata invece più cinica, nonostante aver vinto con un gol di Paul Pogba che insacca in mezzo a una mischia in area di rigore, a seguito di un calcio d’angolo che evidenzia Tevez in netta posizione di fuorigioco. Ma, in tutta onestà, era davvero difficile da poter valutare. Grande la partita dell’argentino Tevez che, pur non segnando, ha meritato il 7 in pagella grazie a una prestazione volitiva sotto l’aspetto della visione di gioco, del dribbling, della protezione della palla e del movimento continuo, che ha messo in difficoltà gli avversari costringendoli più d’una volta a fare fallo. Diremmo che la sintesi del derby torinese della sesta giornata di campionato si esaurisce qui. Una Juve che vince senza lode e senza gloria, ma che mette in cantiere tre punti importanti per la sua posizione in classifica. Oggi, come mercoledì scorso a Verona contro il Chievo, la squadra di Conte è stata agevolata dagli errori arbitrali, ma non gli si può contestare privilegi preventivati. La Juve però, pur restando fedele al suo 3-5-2 di base, deve a parer nostro migliorare sotto l’aspetto del consolidamento nell’assetto tattico di quei giocatori che non fanno parte solitamente della rosa dei titolari. Giovinco non sembra la spalla ideale per Tevez e Quagliarella avrebbe bisogno di giocare con più assiduità, visto che Llorente resta, almeno per il momento, un oggetto misterioso. Asamoah, poi, è caricato da un lavoro improbo tale, che avrebbe bisogno di rifiatare più d’ogni altro per non avere scompensi di valide prestazioni. Insomma, non vorremmo sbilanciarci molto nella valutazione di questa Juve d’inizio di campionato, ma si ha l’impressione che il solo Tevez non sia sufficiente per tenere a bada in campo nazionale le altre squadre che si sono adeguatamente rinforzate rispetto all’anno scorso. Poi, per quanto concerne il campo internazionale, pensiamo che quel gap rilevato nei confronti di altre compagini europee non sia stato ancora colmato del tutto, perché il gioco della Juve, nel momento in cui sono chiamate in campo le riserve, non sembra essere brillante ma farraginoso e prevedibile. Comunque, vedremo cosa accadrà in seguito. Per quanto riguarda il Toro, invece, pensiamo che debba lavorare molto sulla continuità e, pur senza fare voli pindarici è necessario che Ventura agisca molto sull’autostima dei suoi giocatori, apparsi oggi poco determinati nel pressing, anche se ordinati e attenti a non lasciare spazi agli avversari. Il calcio ci insegna che quando affronti una squadra superiore dal punto di vista tecnico, devi contrastarla a metà campo sotto il profilo della conquista della palla e del suo possesso. Non puoi guardare l’avversario a distanza, senza dare forza ad un pressing asfissiante, tale da non farlo ragionare . Questa, a parer nostro, è stata la grave manchevolezza di un Toro che ha perso il derby contro una Juve assolutamente mediocre.
Salvino Cavallaro
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