LA MAGIA DELLA MAGLIA NUMERO DIECI


Carlos Alberto Tevez
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28/06/2013 -

Carlos Alberto Tevez è della Juventus. Il Manchester City lo ha ceduto per 12 milioni di euro e firmerà un contratto di 5,5 milioni. Test clinici e conferenza stampa di presentazione sono già stati eseguiti a conferma che il desiderio di Agnelli, Marotta e Paratici era di chiudere in fretta l’affare e anticipare Galliani e il Milan in dirittura d’arrivo. 29 anni, altezza 1,73, argentino di Ciudadela, Carlos Alberto Tevez ha percepito dal Manchester City soltanto per il 2012, qualcosa come 12,2 milioni di sterline. Una pazzia che da sola non può giustificare la bravura di un attaccante che è stato spesso al centro delle cronache sportive per essere “genio” e “sregolatezza”. Oggi si presenta alla Juve con la solita frase che sa di ruffiana circostanza. “Sono consapevole di cosa significa giocare nella Juve e dello sforzo che la società ha fatto”. E ancora: “Assumo la responsabilità di indossare una maglia simbolo come quella che mi è stata affidata. Ricordo che il numero 10 è la maglia di Maradona, è una maglia che rappresenta una sfida”. Ma la maglia numero 10 della Juve non è mai stata di Maradona. Da Sivori, a Platini, da Baggio a Del Piero, è un pezzo di storia bianconera che se ne va e che non permette il lusso di abbandonarsi a sentimenti romantici di dietrologia, legati a un passato importante che non s’impone però alla voglia di guardare avanti per costruire la storia della Juve di domani. Storie di fuoriclasse, ricordi di talenti del calcio bianconero legati a un numero 10 che, per definizione, é connaturato con le spiccate caratteristiche del leader di gruppo. Dice Tevez: “Del Piero è stato il capitano della Juventus, è un emblema. Per me è un grande piacere indossare lo stesso numero di maglia che aveva lui”. Già, la maglia numero 10 di Alex Del Piero, un giocatore che ha significato tantissime emozioni capaci di contribuire a tantissimi successi. Ma si sa, nulla è per sempre e, come tale, l’esigenza di costruire l’oggi e il domani bianconero non può più intrattenersi molto su ciò che è stata la gloria di ieri. Eppure si era detto che quella maglia apparteneva a Del Piero e che per un po’ di anni non sarebbe stata assegnata a nessuno. Parole che scorrono come fiumi in piena di passioni e che hanno la stessa validità dei contratti di oggi stipulati nel mondo del calcio, e cioè: “Nessuna”. Il pallone costruisce campioni, ed è capace di idolatrarli per quello che rappresentano in quel determinato periodo storico. Poi si gira pagina e, con il tempo, altri leader con la maglia numero 10 entreranno nel cuore della gente. E’ la dura legge della vita, l’inconfutabile segno dello scorrere veloce del tempo che ammette drasticamente soltanto i ricordi, le passioni e le emozioni vissute. “Ah come gioca Del Piero” diceva l’indimenticato Maurizio Mosca toccandosi la fronte con il palmo della mano in segno di meraviglia. Un giorno non lontano, potremo dire la stessa cosa del numero 10 Carlos Alberto Tevez, ammesso che riesca a solcare un piccolo frammento d’importante storia bianconera? Si vedrà!

Salvino Cavallaro

 

 

 

Salvino Cavallaro