LUCIANO SPALLETTI, UN TECNICO DI GRANDI QUALITÀ


La Roma e il proficuo lavoro di Luciano Spalletti.
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Roma Stadio Olimpico, 16/02/2016 -


Era quello che ci voleva per questa Roma. Luciano Spalletti, il tecnico toscano che sta mettendo a posto la squadra e l’ambiente giallorosso. Piace il suo modo di sussurrare verità talora scomode, impopolari per lui, ma concrete sotto l’aspetto di un progetto che deve per forza di cose badare all’essenziale, cioè alla vittoria, alla scalata in classifica e alla crescita della squadra. La sua intelligenza non solo di stratega tattico, fa sì che riesca a dare anche un tocco di psicologia applicata al calcio. E non gli importa se va ad urtare inconsapevolmente la suscettibilità dell’ambiente romanista, quando lascia in panchina il capitano Totti. Non è un’offesa contro la grandezza del giocatore che resta pur sempre legato a uno storico passato, ma è più semplicemente badare al sodo, mettendo il cervello prima ancora del cuore. “Io alleno la Roma, non soltanto Totti. Il mio obiettivo sono i risultati e scelgo in base a questi, non sulla base della storia di un calciatore. Rispetto moltissimo la sua storia e le sue qualità, ma io penso ai risultati”. Parole di grande chiarezza che non vogliono mettersi contro nessuno, più semplicemente fanno capire una logica inconfutabile che è legata al tempo che passa. Spalletti sta lavorando per costruire il futuro immediato della Roma e lo sta facendo con molto ordine, accortezza, precisione certosina. Gli allenamenti quotidiani parlano chiaro, danno la dimensione su come si possa e si debba fare affidamento su un gruppo coeso che deve avere una sua identità ben precisa. E non è un caso se la sua cura sta facendo poco per volta l’effetto sperato, visto che la Roma sta risalendo lentamente le posizioni in classifica che le competono. Questo allenatore è deciso, ha carattere, si prende tutte le responsabilità, ma non vuole apparire un sergente di ferro, più semplicemente desidera apportare armonia tra tutto il gruppo, convincendo coloro i quali volta per volta sono destinati alla panchina, che non è una bocciatura ma è l’attesa di un momento che può arrivare da un momento all’altro, basta farsi trovare preparati dal punto di vista fisico e mentale. Soltanto remando tutti per lo stesso obiettivo, si crea armonia, si fa spogliatoio e in campo si vedranno i risultati. Se questa non è psicologia applicata al calcio, allora che cos’è? Riteniamo davvero che Luciano Spalletti sia l’allenatore giusto al posto giusto. Intelligenza, arguzia e sprazzi di sensibilità si intersecano ai toni che non sono mai sopra le righe. E’ la qualità dell’uomo che si associa all’esperienza del tecnico e alla sua signorilità nel difendere i suoi predecessori, quando parla di Garcia per il lavoro fatto alla Roma e il rammarico per non avergli dato il tempo di ultimare ciò che era la sua idea da apportare per il bene della squadra. Egli difende a spada tratta anche altri colleghi allenatori che sono stati esonerati come Rafa Benitez, passando da Luis Enrique ai tempi in cui è stato allenatore della Roma. Ma il suo allenatore preferito è Carletto Ancelotti, per lui un maestro e un grande amico. Parla così, semplicemente, sempre a bassa voce, sia che si trovi in conferenza stampa o davanti alle telecamere. E quando è in panchina non ha mai atteggiamenti di “vendetta” ma si sgola il giusto,richiamando questo o quel giocatore che non ha tenuto la posizione corretta in campo. In questo momento c’è Dzeco da recuperare sotto il profilo psicologico e Spalletti sta lavorando da tecnico, ma anche da amico e fratello maggiore. E intanto ci si prepara ad affrontare il Real Madrid di Cristiano Ronaldo. Senza paura ma con la consapevolezza che questa Roma non parte battuta in partenza, avendo il 50% delle possibilità di passare il turno. E’ la convinzione dettata da un’autostima ritrovata, assieme ad un’aria nuova che si respira in casa giallorossa, fin dal momento in cui è entrato Luciano Spalletti. Galantuomo e tecnico di grandi vedute.

Salvino Cavallaro    

Salvino Cavallaro