MALDINI DELUSO, IL SUO MILAN È IRRICONOSCIBILE


Lo storico capitano dei rossoneri sfoga la sua rabbia alla Gazzetta dello Sport e punta il dito contro la società, colpevole di non aver un`idea chiara in testa per il futuro
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Milano, 18/03/2014 -

La delusione è tanta, trionfa in caratteri cubitali e non lascia spazio a dubbi. Quando una vecchia gloria, ancora di più se è un ex capitano, rilascia dichiarazioni tanto forti di amarezza e rimpianto per una squadra che non c’è più, allora significa veramente che c’è qualcosa che non va.   


Come è successo oggi con Paolo Maldini, una vita intera nel Milan di cui è stato per anni capitano, rilasciando un’intervista alla “Gazzetta dello Sport” che definire polemica è usare un eufemismo. L’ex difensore, ormai da anni lontano dai campi di gioco dopo il ritiro, rivela la propria delusione per quello che è diventato oggi il Diavolo, il suo Diavolo. Una squadra che ormai è molto diversa da quella che ha lasciato e con cui ha vinto praticamente tutto quello che c’è da vincere a livello di club. Ora, invece, la società di Berlusconi non ha nessun progetto concreto alle spalle, se non quello di trascinarsi il meno peggio possibile fino alla fine del campionato. Poi si vedrà, ma non sembra la mentalità più adatta per uno dei club più titolati al mondo.   

Maldini non attribuisce la colpa a nessuno, almeno in particolare, e rimprovera alla dirigenza (in generale) di non avere un’idea ben chiara in testa di cosa fare per rendere di nuovo competitivo il Milan. Racconta che c’era un contatto con Galliani, ma perfino lo stesso storico amministratore delegato si sente impotente. Al tempo di Leonardo, l’ex capitano sembra sul punto di diventare il nuovo ds della società, ma dissero che era figura inutile. Anche se Maldini non la pensava così.   

Su Barbara Berlusconi è molto diplomatico, anche se pare molto scettico sul fatto che sia lei la persona giusta per guidare il Milan. Seedorf è un amico, anche se non avrebbe esonerato in corsa Allegri e ora il tecnico olandese rischia di bruciarsi subito. Alla fine deve parlare anche del Presidente e Paolo rimpiange il Berlusconi che seguiva da vicino la squadra, ora molto più assente per la sua intensa attività politica.   

Capitolo ultrà, Maldini non ha mai capito perché bisogni andare a parlare con la curva e farsi dare gli ordini da lei. Pensiero condivisibile, ma se i tifosi contestano (ogni domenica), qualche domanda se la dovrebbero fare anche ai piani alti.  

Timothy Dissegna