Bartosz Salamon, nuovo difensore del Milan, ha rilasciato una lunga intervista al giornale polacco Przeglądu Sportowego. Il ventunenne nativo di Poznan ha svelato tutti le fasi del trasferimento in rossonero, illustrando le sue sensazioni e le ambizioni per il futuro
Sei riuscito a dormire giovedì notte dopo la firma con il Milan?
"Verso le 2 di notte sono crollato per la stanchezza. E' stata una giornata difficile, piena di eventi inaspettati e colpi di scena. Ho ricevuto un sacco di telefonate di congratulazioni, sms e messaggi su Facebook dai tifosi del Milan. Non mi aspettavo un tale entusiasmo. Il giorno successivo ho pensato: "Facciamolo!". Mi aspettavano le visite mediche e un'altra giornata intensa, mi sono alzato alle 8. Dopo sono andato a Brescia a prendere le mie cose. Di sabato mi sono alzato di nuovo all'alba, alle 10 c'è stato il mio primo allenamento a Milanello".
I compagni come ti hanno accolto?
"Benissimo, non mi aspettavo che fossero così umili. Specialmente Mario Balotelli. Abbiamo avuto una bella chiaccherata. Con lui ho degli amici in comune, così abbiamo avuto qualcosa di cui parlare. Mario mi ha detto: "Non avere fretta, guarisci con calma alla caviglia e torna da me. C'è del lavoro da fare"".
E mister Allegri come ti è parso?
"Come Mario. Mi ha detto che mi sta aspettando e che conta su di me. Nella prossima settimana sarò allenato individualmente, adesso sto svolgendo la riabilitazione per la caviglia. Tra dieci giorni dovrei tornare ad allenarmi a pieno regime".
Com'è cominciato il trasferimento?
"Giovedì mattina ho parlato col mio agente Mino Raiola. Mi aveva detto che sarei rimasto a Brescia. Ho pensato agli aspetti positivi: giocare regolarmente, migliorare ancora e fare di tutto per convincere il Milan ad acquistarmi in estate".
Hai pensato ad altri club?
"In quel momento sembravano più probabili le destinazioni inglesi o russe. Ma non sapevo quello che avrei scelto nel caso che col Milan non avesse funzionato. Se sarei rimasto in Serie B? Speravo silenziosamente che arrivasse qualcosa di diverso. Giovedì pomeriggio ho terminato l'allenamento a Brescia. All'improvviso mi è stato detto di vestirmi in fretta, perchè avrei dovuto andare a Milano per firmare il contratto".
Le prime impressioni?
"Fino a che non ho visto il contratto non ci ho creduto. Sentivo che c'era qualcosa in corso, altrimenti non mi avrebbero fatto andare a Milano nell'ultimo giorno di mercato. Durante il tragitto in macchina controllavo sempre il cellulare. Mi sono stati chiesti i numeri dei documenti ed altre informazioni, allora ho capito che il momento stava arrivando".
Dopo cos'è successo?
"Ho firmato il contratto nella sale dei trofei del Milan. Guardavo in alto, a destra, a sinistra. Una sensazione incredibile. Adriano Galliani ha indicato le coppe e mi ha detto: "Renditi conto di dove sei e guarda tutti questi trofei". Gli ho risposto con un sorriso: "I più importanti saranno quelli che vincerete con me"".
Poi c'è stata la cena ufficiale...
"Sì, ho parlato a lungo con Galliani. Mi ha detto che ha iniziato ad osservarmi dopo le prime partite della stagione a Brescia, quando ho cominciato a giocare in difesa. In quel momento ha ricevuto tante telefonate dai suoi uomini più fidati: "Guarda quel ragazzo". Poi mi ha guardato durante le partite, convincendosi di volta in volta che ne valessi la pena. Per fortuna il trasferimento è andato a buon fine. Poteva non realizzarsi in questa sessione, il Milan poteva spendere solo quello che guadagnava in Italia. Fino a quel momento non avevano ceduto nessuno e non potevano comprarmi. Ma nell'ultimo giorno di mercato il Chievo ha preso Paloschi e il Milan ha avuto il soldi per prendermi".
Poi cos'è successo?
"Sono arrivato al ristorante, ho rilasciato la mia prima intervista alla tv del Milan. Ho fatto una foto con una sciarpa. C'era qualche persona vicina al club, come il mio agente e i legali. Abbiamo parlato di calcio, del Milan, del mio futuro e di quello del club, ma non solo. Galliani ha parlato della Polonia, è stato a Varsavia e a Cracovia. Gli ho consigliato di fare un'altra visita. Gli ho detto che dopo l'Europeo tante cose sono cambiate molte cose. Sono stato accolto molto cordialmente, tutto è stato organizzato alla perfezione. Non ho avuto paura del palcoscenico. Telecamere, interviste, contatti con queste persone. Ero a mio agio".
I tifosi del Milan?
"Sono arrivati prima della cena. Hanno fatto delle foto con me, mi hanno parlato. E' stato molto bello. Ovviamente non mi hanno accolto fragorosamente come accaduto a Mario Balotelli".
Il venerdì?
"Di mattina ho fatto le visite mediche. Anche qui ho capito la grandezza di questo club. Sono stato esaminato dalla testa ai piedi. Hanno fatto tutto per escludere qualsiasi piccolo problema. I risultati sono stati molto buoni, sono sano come un pesce".
Come è stato l'addio al Brescia?
"Sono andato a Brescia venerdì sera. Sono andato a trovare i miei compagni, per me sono come una famiglia. Ho giocato lì per cinque anni".
E Corioni?
"E' molto legato a me, ha sempre creduto in me. Da quando sono arrivato, mi ha detto che sarei diventato un grande giocatore e sperava che mi prendesse una grande squadra. Sarò sempre grato al Brescia. Hanno investito su di me, se non fosse per loro non so dove sarei ora. La mia carriera è solo all'inizio. Sono arrivato ad un grandissimo club, ma ora devo lottare per restarci".
Un'ipotesi di prestito?
"L'allenatore pensa che al momento sono un giocatore utile per la prima squadra. Ne farò parte, devo solo guarire e lottare per questo".
Giocherai in difesa?
"Mi vedono come difensore. Se necessario potrei giocare anche a centrocampo, ma mi trovo meglio in difesa".
Vivrai ancora a Brescia?
"Per arrivare a Milano da Brescia ci vogliono quasi due ore, così ho dovuto lasciarla. Ho preferito abitare in una città vicino a Milanello. Preferisco un posto tranquillo e vicino al centro di allenamento. Milano è una città bellissima, ma il suo fascino non si sposa con il mio stile di vita. Mi concentro sugli allenamenti, sulla buona alimentazione e sul riposo. Questa è la cosa più importante. Qualche vado al cinema con la mia ragazza, ma non ne vado pazzo".
Il ruolo di Raiola in questo trasferimento?
"Ho deciso di lavorare con lui dopo l'ultima finestra di trasferimento. Mi voleva già tre anni fa, ma rifiutai".
Perché?
"Mi fidavo del mio precedete procuratore, ma non mi rendevo conto quale ruolo giocasse l'agente. Pensavo fosse sufficiente essere un buon giocatore e sarei potuto arrivare ovunque. Nelle ultime sessioni di trasferimento ho capito che non era così. Ho preso questa decisione consultandomi con alcuni colleghi, per esempio Omar El Kaddouri. Abbiamo capito che bisognava affidarsi a qualcuno come Mino, per raggiungere ciò che meritavamo. Omar è al Napoli e io sono al Milan".
L'esclusione dalla lista Champions?
"Me lo aspettavo. Anche un giocatore come Cristian Zaccardo non è stato inserito. Il Milan ha tanti grandi difensori".
Adesso pensi di poter arrivare in Nazionale?
"Non penso che il solo trasferimento possa essere sufficiente. Devo giocare, voglio esordire il prima possibile in Serie A".
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