PIÙ CALCI CHE CALCIO NEL DERBY DI GENOVA


L`eccessivo agonismo del derby della lanterna, ha penalizzato il calcio intenso come tecnica pura.
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Genova Stadio Marassi, 29/09/2014 -


Ma se ghe penso (Ma se ci penso, in italiano) è una canzone in lingua genovese che è ormai diventata il simbolo della musica e della presenza di Genova nel mondo. Ma la città ligure è anche conosciuta per avere due squadre di calcio, Genoa e Sampdoria. Due realtà pallonare che si dividono in maniera intensa, emozioni e passioni nel derby della lanterna. Già, la lanterna. Un derby così identificato, per l’accostamento al simbolo della città di Genova che è appunto il faro posto nel porto della città. Storiche queste due tifoserie, in cui “l’odio” sportivo prevale in maniera marcata su ogni altra cosa. E così, dopo avere assistito al primo derby ligure del campionato in corso 2014’15, possiamo rimarcare la spettacolarità delle due opposte tifoserie, i cui colori sociali si sono innalzati al cielo con tutto l’orgoglio dei propri sostenitori. Un’emozione unica nella notte del pallone ligure, in cui sono prevalsi i sentimenti più che il calcio inteso come fatto tecnico da analizzare. Ha vinto la Sampdoria per 1 a 0 con un gol di Gabbiadini al 75’, ma l’intensità agonistica del match di Marassi, dove entrambe le squadre non hanno risparmiato energie, ha dato pochissimi spunti di calcio inteso come tecnica pura. I rossoblu di Gasperini, che subiscono la seconda sconfitta in campionato, restano a quota cinque punti, mentre la Sampdoria di Mihajlovic si porta nelle posizioni alte della classifica con undici punti. Alle stelle l’entusiasmo del neofita presidente blucerchiato Ferrero il quale, dopo il termine della partita, è sceso in campo per sprigionare in maniera sanguigna la sua viscerale gioia assieme alla sua squadra. Finisce così un derby tutto fisico e nervi, tattica ed emotività. Un qualcosa che è più simile al calcio inglese piuttosto che al nostro, notoriamente più ragionato, tecnico e meno intenso. Molte sono state le entrate al limite di regolamento e così l’arbitro Damato ha distribuito quattro ammonizioni ai doriani, Silvestre, Eder, Obiang e Okaka e tre ai genoani, Burdisso, Pinilla, Sturaro. Gabbiadini e Okaka sono apparsi i migliori della Sampdoria, mentre Perotti e l’interessante Sturaro, sono stati i veri cardini di un Genoa più nerboruto che convinto di giocare una partita di calcio. Adesso, dopo una sconfitta forse immeritata, il Genoa aspetta la partita di ritorno per ripagare i propri sostenitori dalla cocente delusione subita in questa circostanza.

Salvino Cavallaro                 

Salvino Cavallaro