QUEL FURBACCHIONE DI GARCIA


Dopo avere istigato la
suscettibilità di Conte e della Juventus, con affermazioni che lasciavano
presagire il dubbio sull’effettivo impegno delle squadre che affrontano i
bianconeri a questo punto della stagione, adesso Rudi Garcia cambia rotta. A
tre giornate dal termine e prima di affrontare il Catania sul terreno degli
etnei, il coach francese esce fuori con frasi come: “Lo scudetto? Non me lo aspetto più. Per me il campionato è chiuso.
Complimenti alla Juventus, una grande società con grandi giocatori”. Poi, sulla polemica intavolata in settimana con
Antonio Conte dice: “Non gioco più nel
cortile della scuola, per me la ricreazione è finita e adesso suono la
campanella”. Non c’è che dire, questo Garcia ha proprio capito tutto. Prima
ha cercato di innervosire Conte, la società e la piazza juventina e adesso,
solo apparentemente, sembra aver smorzato la polemica ma con ancora un filo
d’ironia. Storie di pallone, storie di frasi e polemiche forzate tendenti a
creare nervosismo nel tentativo di far perdere la via maestra all’avversario.
Psicologia spicciola che non può intaccare una società dalla grande tradizione
come la Juventus che, tuttavia, nel caso del suo allenatore Conte, ha dato
l’impressione di cadere nella trappola. Suscettibile è apparso Conte in
occasione della risposta alla Roma e a Garcia, quando ha risposto per le rime
dicendo che contro la Juve ogni squadra gioca la partita della vita e che a
nessuno è mai sfiorata l’idea di non impegnarsi pensando di avere partita persa
in partenza. Non esiste, ha detto ancora Conte, e non c’è bisogno che in Italia
vengano personaggi come Garcia per mettere il dubbio su ciò che non c’è. Rudi
Garcia, dunque, sembra alzare furbescamente bandiera bianca proprio ora che
l’ambiente in casa Juve è amareggiato per l’eliminazione dalla finale di Europa
League ad opera dei lusitani del Benfica. “Se
la Juventus ha fatto un campionato da record è anche grazie a noi” dice ancora
l’allenatore giallorosso che va a Catania per vincere e per continuare la
striscia positiva di dieci partite utili consecutive. Ma quello che è il retro pensiero
del coach romanista non è dato sapere. Possiamo semplicemente supporre che
ancora si aggrappi ad una flebile speranza dovuta alla condizione psicologica
dei bianconeri che non è certo quella delle migliori occasioni. Ma, da questo
punto di vista, Conte ha dimostrato da tre anni a questa parte di saper far
recuperare al suo gruppo le forze fisiche e psicologiche necessarie per avere
la giusta reattività a momenti difficili come questo, in cui si taglierà
probabilmente il traguardo del 32esimo scudetto conquistato sul campo (anche se
ufficialmente si parla di 30 scudetti, per effetto dell’arcinota questione di
calciopoli) in una stagione fatta di tanti record che scrivono la lunga e
gloriosa storia della Juventus, mentre, al contempo, si riflette su quello che
avrebbe potuto essere e non è stato.
Salvino
Cavallaro