“Questo Napoli così violento, così fragile, così tenero, così disperato. Questo Napoli bello come il giorno e cattivo come il tempo quando il tempo è cattivo. Questo Napoli così vero, così bello, così felice, così gaio e così beffardo, tremante di paura come un bambino al buio e così sicuro di sé come un uomo tranquillo nel cuore della notte. Questo Napoli che impauriva gli altri, che li faceva parlare, che li faceva impallidire. Questo Napoli spiato perché noi lo spiavamo……! Il Napoli è là, testardo come un asino, vivo come il desiderio, crudele come la memoria, sciocco come i rimpianti, tenero come il ricordo, freddo come il marmo, bello come il giorno……!”
Abbiamo voluto prendere in prestito una parte della bellissima e immortale poesia di Jacques Prevert “Questo amore”. Ci è sembrato bello parafrasare sentimenti così profondi verso una squadra di calcio che fa della passione popolare la sua arma migliore. Napoli da sempre pullula di cultura ma anche di passioni legate al cuore, all’anima e ai sentimenti istintivi che, quasi sempre, risentono di altalenanti pensieri. Ma Napoli è rimasta la città di Maradona, un mito che ha saputo dargli scudetto, fama, immagine calcistica e anche fuga dai pensieri legati alla difficoltà di vivere un quotidiano sociale per nulla facile. Oggi, il Napoli di De Laurentiis e di Mazzarri ha fatto sognare fino a un certo punto del campionato i suoi tifosi, poi si è sciolto come neve al sole. Segno che Cavani e compagni non hanno ancora raggiunto quella maturità tale che è l’artefice dei grandi traguardi del pallone che conta. E’ stato lì, il Napoli, a soffiare sul collo della Juventus per lungo tempo, ad essere l’unica vera antagonista dei bianconeri di Conte. E, per un po’, ha pure creduto e sognato uno scudetto che poteva realizzarsi sulle ali dell’entusiasmo del popolo partenopeo. Ma il Napoli, evidentemente, nonostante il suo assetto di squadra ben costruita in tutti i suoi reparti, è mancato nel sapere affrontare con equilibrio gli impegni europei con quelli del campionato italiano. Uno sforzo notevole per una squadra che appare più Cavani dipendente che altro. Spesso abbiamo visto Mazzarri alle prese con problemi di turnover su una panchina che, francamente, non era possibile confrontarla con i titolari. Poi gli eccessi, i nervosismi, la fretta di arrivare, di chiudere le partite anzitempo con foga smisurata, senza ragionare e senza, talora, quell’acume tattico capace di far riflettere ed essere attendisti. Noi abbiamo sempre visto una squadra capace nelle ripartenze, agguerrita e con furore agonistico esagerato, capace di autodistruggersi per la maledetta fretta. Come dicevamo pocanzi, abbiamo riscontrato nel Napoli la mancanza dell’essenziale maturità capace di mantenere un trend che potesse promuovere con regolarità il mantenimento di certi risultati positivi. Un fuoco di vaste proporzioni capace di spegnersi alla prima pioggerella primaverile. Tuttavia, se il presidente De Laurentiis saprà costruire il Napoli del dopo Cavani e Mazzarri che tutti danno per sicuri partenti, sicuramente si potrà ambire a traguardi importanti. Riteniamo importante che si costruisca con lungimiranza un Napoli dall’impianto tecnico di sicuro affidamento, ma è sulla mentalità che si può e si deve lavorare. Si parla di Pioli o Maran alla guida del Napoli del futuro. Ci sembrano due ottime alternative per una squadra che è alla continua ricerca di una sua fisionomia ben precisa. La squadra del Napoli, Napoli città e i napoletani tutti, meritano di realizzare un sogno a lungo cullato che è stato realizzato e gustato soltanto anni fa all’insegna di Diego Armando Maradona. Purtroppo non si vive solo di ricordi, anche se questi ti aiutano a vivere e, talora, a sopravvivere.
Salvino Cavallaro
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