Se è vero che il gioco del calcio l’hanno inventato gli inglesi e che i primi calci in Italia a quella strana sfera di cuoio li diedero i genovesi, è anche vero che il calcio ufficiale,quello con le regole per intenderci, nacque a Torino.
Turin, città per alcuni versi ancora tutta da scoprire dopo il ridimensionamento della Fiat, soprattutto per la gente del Sud abituata a vedere la città sabauda, ex capitale d’Italia anche se per poco tempo,come alla Bengodi del lavoro,dove parecchie migliaia di operai siciliani,calabresi,campani,sardi,etc. cullarono prima e realizzarono dopo il sogno del riscatto da una terra che non riusciva più a trattenere i suoi figli.
Fu così che accanto al lavoro in fabbrica e nelle numerose aziende dell’indotto Fiat, in molti coltivarono la passione per il calcio, scoprendo che lavorare per programmare il futuro dei ragazzi non ci si stanca come in fabbrica, anzi si possono ricavare enormi soddisfazioni.
Tutto ciò per raccontarvi la storia di un’associazione calcistica che si è conquistata di recente una bella “casa” nuova e funzionale dalle parti di un antico quartiere di Torino.
Sto parlando del “CIT TURIN LDE”, il “Piccolo Torino Luciano Domenico Esedra”che, scritto in lingua piemontese, non ti dà l’idea di quanto grandi e numerose siano state le falcate compiute da uno splendido gruppo di persone intelligenti, per realizzare il loro piccolo –grande regalo ai giovani di Torino e così coinvolgerli nella passione per il calcio che gli bruciava dentro.
Ho conosciuto di recente Angelo Frau, il presidente del Cit Turin LDE, un omone con i baffi che sembra uscito dalle pagine di “Gian Burrasca” per l’imponenza del personaggio,che dovrebbe incutere paura ai “Gian burrasca” del centro, ma che poi si rivelerà un bonaccione dal cuore grande così, che risalta comunque per la sua operosità, la sua inventiva, il suo modo particolare di proporsi ai giovani. Ai suoi interlocutori tiene a precisare che il lavoro non si è ancora concluso, ma a proseguirlo decorosamente, non è stato lasciato solo perché con lui si sono aggregati, alternati, sostituiti degli amici, alcuni dei quali non ci sono più, volati in cielo, ma hanno lasciato un ricordo indelebile in coloro che hanno condiviso quella visione di sport da frontiera, inteso come percorso di educazione alla vita. Il calcio insomma che diventa attività di aggregazione e di socializzazione in quartieri dove spesso mancano servizi, centri di ascolto, spazi di lettura. Di questi amici tutti ricordano Alessandro “Sandrin” Piccione, fondatore della società di calcio Esedra,nata sui banchi del mercato di piazza Benefica e che rappresenta il primo mattone del Cit Turin LDE. Il secondo mattone si costruisce in una stretta via a ridosso di piazza Risorgimento chiamata via San Rocchetto, dove c’era uno storico circolo ARCI , emanazione culturale di quell’ente di promozione sportiva denominato UISP (Unione Italiana Sport Popolari).
In quel circolo arrivavano molti giovani ad ascoltare i grandi che parlavano di politica. L’avevano chiamato “Luciano Domenico” in memoria di un ragazzino di soli undici anni,che aveva fatto la staffetta partigiana negli anni della Resistenza ai nazifascisti in Piemonte e che a quell’età giovanissima era morto colpito da una raffica di mitra. Il circolo ben presto fu affidato al Angelo Frau per la parte che si occupava dei giovani. Furono anni, mesi e giorni di entusiasmo e quella squadra con la maglietta rossa cominciava a farsi notare sia in città che nelle vicinanze.
Nel 1976 nasce il “Cit Turin Nord-Ovest”, dove Cit Turin è una sorta di aggregazione spontanea mentre quel Nord-Ovest non c’entra nulla con la situazione geografica,tranne a pensare a Mirafiori Nord-Ovest. Il club sorge approfittando di un campo sportivo presente sulla spianata di via Cavalli ed in quella spianata l’associazione calcio Cit Turin prosegue al meglio la storia,che univa la voglia di fare calcio con la passione per dare sfogo a tanta,tanta gioventù.
Dalla voglia di fare sempre meglio,di offrire qualcosa di nuovo ai giovani che in gran parte bighellonavano su quelle strade semi-deserte spesso alla mercè di ignobili individui, si decide d’intraprendere il percorso della graduale fusione prima dell’Esedra con il Cit Turin e poi anche con il “Luciano Domenico”, da cui il nome CIT TURIN LDE (Luciano Domenico Esedra).I colori sociali diventano il verde, già Esedra,il rosso del Luciano Domenico e l’azzurro del Cit Turin.
Ora la società appare agli occhi degli addetti ai lavori di notevole rilevanza,molti saranno i soci che si aggregheranno, tantissime le squadre e di conseguenza anche i dirigenti, intesi come istruttori, allenatori e accompagnatori.
Nel 1990 avviene la svolta epocale. Il Comune decide che verrà costruito un impianto sportivo molto più funzionale di fronte a quelle che erano ancora le Caserme Cavour, anche loro destinate ad essere spianate. Quel grande spiazzo, ex sede del Foro Boario di Torino, verrà chiamato Parco Artiglieri di Montagna e diverrà la nuova sede del Cit Turin LDE.
Ad Angelo Frau non pare vero di questa nuova sistemazione raggiunta e, pertanto, il “progetto” continua ad evolvere mese dopo mese. Così arriviamo all’anno 2004, allorché si stabilisce con i fondi residui delle Olimpiadi invernali di azzerare il vecchio impianto e costruirne uno totalmente nuovo. Dovranno passare altri 4 anni per festeggiare la consegna di un avveniristico impianto sportivo disegnato per stupire: presenta un corpo centrale allungato quanto una nave, sul cui “ponte” sono state sistemate le tribune con a “poppa” le varie strutture di comando (uffici, segreterie, sala riunioni), a prua i locali ristoro e bar. Sulla sinistra un bellissimo campo di calcio a 11 ( l’Olimpo,così lo chiama Frau, per indicare il punto di arrivo di molti calciatori dopo la trafila delle formazioni giovanili) e, sulla destra, un campo a 8 e due campi a 5. Tutto regolarmente in erba sintetica di ultima generazione. E’ pacifico che i dirigenti hanno messo mani in tasca per abbellimenti, re-impostazioni di locali, aggiunta di materiali adatti al nuovo modo di fare calcio. In compenso la soddisfazione è stata enorme ed ora il quartiere possiede una bellissima struttura che viene messa a disposizione della cittadinanza locale. Oggi il “Cit” è una realtà consolidata che ha un futuro assicurato dai numerosi dirigenti che costituiscono il nocciolo duro dell’intero “ambaradan” sorto nel Parco Artiglieri di Montagna. Per ogni squadra attivata c’è sempre una cerchia di altri addetti che seguono lo sviluppo e contribuiscono a migliorare quel famoso “progetto” tanto caro al presidente Angelo Frau e a quanti oggi non ci sono più fra noi, ma che ugualmente hanno voluto dare corpo a quest’impresa le cui difficoltà, le angosce o le paure di non poterla portare a termine, non hanno mai scalfito la tanta passione che li ha animati.
Papa Francesco ha detto di occuparsi delle periferie del mondo, di ogni uomo, della società.
Bene,se volete farvi un giretto nelle periferie dello sport, andate a trovare la “CIT TURIN LDE”.
Non troverete il calcio,che luccica, che si nutre di grandi giri di denaro, che insegue risultati ad ogni costo. Incontrerete uomini e donne”grandi dentro”,capaci di donarsi agli altri senza chiedere nulla in cambio. Capaci di voler bene ai ragazzi ed allo sport, oltre ogni limite.
L’incontro con Angelo Frau vi farà capire che il calcio fatto in periferia, in un quartiere o in una cittadina di provincia, non è qualcosa di piccolo o di meno importante se si affida a gente come Angelo. Dalle sue parole e dal suo progetto ho imparato una grande lezione ovvero che il calcio si può migliorare se non si pensa solo a costruire sulla parte “ricca e opulenta” di esso. Bisogna “sporcarsi” le mani con il calcio di periferia, quello che apparentemente non porta soldi e che non occupa le pagine dei quotidiani sportivi. Dimenticare o considerare solo a parole questo tipo di calcio sarebbe un errore che chi, come noi, ama lo sport e il calcio in particolare, non può permettersi di fare! Grazie, Angelo per la tua lezione.
Attilio Andriolo
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