TORO, IMPARA A GESTIRE IL VANTAGGIO


Il Torino «regala« alla Lazio un pareggio che sapeva già di vittoria granata.
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Roma Stadio Olimpico, 21/04/2014 -


E’ incredibile quello che succede ai granata da qualche partita a questa parte. Sembra proprio che in casa granata fare le cose semplici sia peggio che renderle difficili. E così gli ultimi istanti di ogni partita si tramutano sempre in momenti d’angoscia o di massima adrenalina, a seconda degli eventi. Non c’è tempo per gli sbadigli, o si ride per un risultato positivo agguantato all’ultimo secondo, o si piange per la delusione d’aver buttato alle ortiche in extremis due punti d’oro. E’ quello che è successo al Torino in quel dell’Olimpico di Roma contro la Lazio. Doveva essere uno spareggio per l’Europa League e, invece, il punteggio di 3 a 3 non ha dato alcuna indicazione di base, se non evidenziare l’avanzata del Milan che agguanta il Parma al sesto posto, creando una situazione di ulteriore confusione nell’ambito della partecipazione all’Europa 2014-15. La Lazio chiude il primo tempo in vantaggio per 1 a 0, grazie al gol di Mauri che al 42’ di testa batte Padelli. Al 52’ pareggio del Toro. Incredibile dormita della difesa della Lazio che consente a Meggiorini di attraversare tutta l’area di rigore e passare a Kurtic, il cui diagonale destro s’infila in porta vicino al palo esterno. Al 60’ calcio di rigore per la Lazio di Reja. Padelli stende in area di rigore Keita, batte Candreva dal dischetto e nulla da fare per il portiere del Toro. Ma i granata non ci stanno e il loro incedere è chiaro di una ritrovata voglia di non perdere questa partita, anzi se capita l’occasione vorrebbero pure provare a vincerla. E così, Tachtsidis appena entrato in campo, segna tirando al volo dall’area di rigore dopo aver raccolto un invitante pallone arrivato direttamente da calcio d’angolo. Al 79’ la Lazio resta in dieci per effetto dell’espulsione di Novaretti, il quale irrompe su Darmian ai limiti dell’area di rigore e viene espulso per somma di ammonizioni. All’89’ il Toro va in vantaggio con Ciro Immobile che scarica un gran destro sul primo palo e fa volare con l’entusiasmo i granata, raggiungendo quota 20 in classifica cannonieri. Ma, al 94’, incredibile ma vero, Candreva pareggia sul filo di lana una partita che sembrava ormai persa per i biancocelesti, girando in rete un tentativo maldestro di Anderson a recupero praticamente scaduto. L’analisi di quanto visto all’Olimpico di Roma lascia pensare a un Torino che, pur non avendo perso la retta via, ha ancora bisogno di tempo per raggiungere una maturazione che in Serie A è necessaria per conquistare grandi risultati. Saper gestire il punteggio a proprio favore è essenziale, soprattutto se la partita volge al termine e hai l’occasione della vita a portata di mano. Bisogna difendere la palla aumentandone il possesso e, se è il caso, in fase di lungo linea farsi fare anche fallo per far scorrere i minuti restanti alla fine del match. Costruire ancora gioco e verticalizzarlo come se si perdesse è assolutamente rischioso, perché l’avversario vuole carpirti la palla per andare in gol. Ci sta dunque questo amaro punteggio, anche se il Toro deve sveltire queste piccole furbizie e non farsi più trovare impreparato. Ventura è giustamente arrabbiato, ma a mente fredda in fondo è il primo a non meravigliarsi più di tanto, perché lui, questo Toro che è suo, lo conosce bene e sa pregi e difetti. Intanto il campionato volge al termine, ma non tutto è perduto. L’autobus che porta in Europa non è ancora perso, basta ritornare a essere concreti senza distrazioni di sorta.

Salvino Cavallaro   

Salvino Cavallaro