UDINESE, DOPO LA VITTORIA I FARI SONO SULL`INTER PERDENTE


Perde l`Inter ma pochi dicono chi ha vinto. Le provinciali e quel clima di distacco che hanno verso di loro i media.
tempo: 40ms
RSS
Udine, 10/12/2014 -

Domenica a San Siro l'Inter ha perso. Sui titoloni delle grandi testate si è commentato il declino delle squadre milanesi, la mancanza di un cambio di ritmo ad Appiano Gentile nonostante il ritorno di Mancini, la caduta libera dei nerazzurri in classifica ma sull'Udinese poco o niente. A parte il ritorno "trionfale" di Stramaccioni a Milano, ovviamente, anche se per Sky Sport era ancora il tecnico dell'Inter (in un video pre-partita). 


Per il resto sembra che i bianconeri abbiano vinto quasi per caso. Come spesso accade a sfavore delle provinciali, l'ottima prestazione dell'Udinese di domenica è passata velocemente in secondo piano, per far spazio a riflessioni e critiche alla squadra di Tohir. Perché Mancini ha perso? Che cosa non ha funzionato nei suoi schemi? Non è merito quindi dei ragazzi di Strama, ma degli errori dei neroblu.

Un atteggiamento simile è alquanto stupido, da parte dei vari media e commentatori. Certo, non funziona così solo per l'Udinese, ma anche per i vari Sassuolo, Cesena, Empoli e via dicendo, ossia le "cenerentole" della Serie A che, anche se vincono con le big, in prima pagina ci vanno quelle e non loro. Ma è tanto arduo scrollasi di dosso questo alone, dopo quasi vent'anni consecutivi di militanza nel massimo campionato? Cosa deve fare Udine per essere annoverata tra le "big"?

Molto probabilmente è un'utopia provincialotta. Perché vedere i friulani in copertina un giorno sì e uno no sarebbe veramente surreale, perfino per l'amante più accanito di un calcio "democratico". Ma in Friuli c'è un tale Antonio Di Natale, il settimo marcatore migliore nella storia del campionato italiano, e una società tra le poche in attivo ogni anno, grazie ai Pozzo. Quindi il motivo per una simile sua dimenticanza è alquanto acerba, ma lassù nel nordest si sono abituati: meglio poca pubblicità e arrivare in Europa. Guidolin docet. 

Timothy Dissegna