UNA BRUTTA JUVE, SI PERDE TRA LE LACRIME D’ADDIO DI LUCA TONI.


Una Juve
irriconoscibile perde a Verona,ultima della classe e intenta a celebrare l’addio
al calcio giocato di Luca Toni. Molte le concause di una sconfitta indolore ma
al contempo roboante, se si tiene conto dell’abissale punteggio di classifica
tra le due squadre. Approccio alla gara sbagliato e mancanza di stimoli,
sembrano essere i primi e più eclatanti motivi di un risultato negativo che si
abbatte sulla Juve, esattamente dopo 193 giorni dalla fatidica notte di
Sassuolo. Amareggiato ma non preoccupato appare Massimiliano Allegri dopo la
gara,il quale si appella ad un approccio mentale sbagliato della sua squadra,
anche se, ogni tanto, uno “schiaffo” ci vuole per far riflettere. Chiaro
accenno alla preparazione della finale di Coppa Italia contro il Milan, che
deve essere presa con ben altra vigoria. “Dobbiamo
rimetterci subito a posto, perché quello è un obiettivo da raggiungere” afferma con tutta
franchezza il Max Allegri, fresco di contratto appena firmato. Tuttavia,
pensiamo che a questa sconfitta di 2 a 1 della Juve in quel di Verona, si debba
tenere conto di alcune assenze importanti. Buffon, Pogba, Morata, Marchisio,
Mandzukic, Khedira, Evra, Lichtsteiner, tenuti volutamente a riposo (tranne
Marchisio e Khedira infortunati), significa privarsi dell’80% del valore della
squadra. Una percentuale così alta, che nessuna squadra al mondo potrebbe sostenere
senza subire conseguenze nell’assetto tattico. Certo,nel caso della Juve presentata
a Verona non c’è da obiettare, visto che lo scudetto è stato vinto largamente e
che ci si prepara,come dicevamo, a una finale di Coppa Italia che la Juventus è
orientata a conquistare. E,in questo caso, nemmeno l’analisi dell’accoppiata d’attacco
Zaza – Dybala, può essere considerata come fatto negativo, visti gli
innumerevoli errori di appoggio da parte di un centrocampo che vagava nel nulla
e incapace di affondare tra le linee difensive di un Verona che con grande
dignità ha dato l’addio alla Serie A. Ma, come dicevamo, è stata la partita dell’addio
di Luca Toni, attaccante di razza, campione del mondo nel 2006 che lascia il
calcio giocato all’età di 39 anni, dopo oltre 600 partite giocate e oltre 300
gol in carriera. Ecco, diremmo proprio che più della brutta sconfitta rimediata
dalla Juve, sia doveroso parlare di un addio che ti fa rammaricare con il tempo
che fugge via in maniera frettolosa e che ti fa rimpiangere gli atleti veri, i
campioni seri di un calcio che stenta a riproporre certe esemplari continuità.
Eppure, Luca Toni, nel suo The End, si è anche inventato il “cucchiaio” sul
rigore che ha battuto per la sua squadra, per la sua gente che l’ha seguito durante
tutto il suo percorso calcistico partito da Modena, finito a Verona e passando
attraverso Empoli, Fiorenzuola, Lodigiani, Treviso, Vicenza, Brescia, Palermo,
Fiorentina, Bayern Monaco, Roma, Genoa, Juventus, Al-Nasr e ancora Fiorentina.
Salvino
Cavallaro