Può capitare che un amico di nome Vincenzo parta dalla Sicilia, prenda il primo aereo per Torino e venga ad assistere al match più importante di questo primo scorcio di campionato: Juventus - Napoli. Fin qui nulla di strano, se non l’ammirevole pensiero rivolto verso chi non bada a spese e fatica per soddisfare le proprie passioni calcistiche. “La Juventus merita questo e altro” dice con profondo orgoglio di chi sente connaturato in se l’ardire passionale che non teme eventuali delusioni di sorta derivanti da calcio scommesse, falsificazioni di partite, manomissioni e intrugli reiterati, fatti ad arte per ingannare il prossimo. Niente scalfisce l’animo “innocente” del tifoso passionale che non bada a queste cose se non al colore della maglia per cui fa il tifo.
Ma la cosa più interessante di tutta questa storia è che questo juventino sfegatato, il giorno prima, nell’attesa di assistere al big match in programma sabato 20 ottobre alle ore 18,00 presso l’affascinante Juventus Stadium, si precipiti munito di macchina fotografica e abbonamento a Juventus Member che ne garantisce lo sconto per il biglietto d’entrata, a vivere l’emozione particolare dello Juventus Museum che si trova esattamente nell’Area 12, proprio all’ingresso dello Juventus Stadium. Vincenzo, entrando in quello che per lui comincia a incarnarsi come luogo “sacro”, fatto di memoria del pallone bianconero, si sofferma a bocca aperta su una lunga frase pubblicitaria esposta su un depliant appena preso all’entrata del Museo: “La Juventus arricchisce la sua nuova casa e lo Juventus Stadium, con la nascita dello Juventus Museum che è il luogo dove ci si può emozionare, rivivere una storia gloriosa, guardare al presente e al futuro con orgoglio, sentirsi parte di una realtà senza confini geografici o temporali che si chiama Juventus e che ha come filo conduttore la vittoria”. Uno slogan pubblicitario forte, penetrante, studiato apposta per accarezzare l’anima e che prepara a intense emozioni chi, come Vincenzo, si accinge a entrare nei 115 anni di storia, fatta di gloria e trionfi conquistati dalla Vecchia Signora d’Italia. Vincenzo entra con spirito di curiosità, nel chiaro intento di volersi emozionare stimolando brividi d’intensa passione.
E, in effetti, il percorso comprende la visita in stanze chiuse, inizialmente buie e poi illuminate a giorno, proprio per creare una condizione di suspense e poi di sorpresa. Proseguendo, si possono ammirare grandi locali adibiti a open space con Touch Screen, antichi cimeli, maglie, sagome di cartone dei giocatori più rappresentativi juventini che vanno da Sivori a Charles, a Boniperti, fino a Scirea, Platini, Boniek, Del Piero. Ed ecco che Vincenzo, d’istinto, chiede di essere fotografato con Del Piero, ma anche con Scirea, l’angelo bianconero. Qui tutto trasuda di storia e persino la musica, imponente, fuoriesce dalle casse audio con voluta forza acustica per enfatizzare ciò che gli occhi vedono e il cuore approva. Poi, il bagno d’emozione raggiunge l’apice quando Vincenzo, alla fine del percorso, entra nell’ultima stanza che anticipa la fine della visita. E’ il ritrovo numero 20 del percorso di storia bianconera, adibito a mini campo di calcio e dove tu puoi calpestare l’erba sintetica.
Alle pareti le immagini, i riflettori, lo sventolio delle bandiere bianconere e i flash fotografici che si sono moltiplicati nella notte dell’indimenticabile inaugurazione dello Juventus Stadium seguita in televisione. Un crescendo di brividi ed emozioni senza fine che ora, Vincenzo, vive dentro l’anima come se, in quel momento, fosse lui il campione della Juve inneggiato dai tifosi assiepati sugli spalti dello stadio. La musica, gli effetti elettronici e lo striscione “Fino alla fine”, ti fanno sbalordire fino al punto di non farti quasi più ricordare la tua vera entità. Vincenzo sembra ubriaco di passione, ma soddisfatto e incredulo per ciò che ha visto e vissuto in maniera intensa. In fondo, ci sono ricordi che restano indelebili nella vita di un tifoso, attimi che rimangono per sempre. Un giorno vissuto con la Juve e per la Juve. E non importa quale sarà il risultato della partita contro il Napoli, perché Vincenzo sarà lì allo Juventus Stadium a tifare per i suoi beniamini, i suoi campioni e per quella maglia incollata da sempre sulla sua pelle. I suoi occhi e il suo cuore sono talmente carichi di emozioni bianconere vissute in maniera così intensa che, tornando a casa nella sua amata terra di Sicilia, potrà tramandare agli amici e a coloro i quali gli vogliono bene. La storia di Vincenzo, in fondo, può essere riportata a ognuno di noi. Perché, si può fare il tifo per la Juve, per il Toro, il Milan, l’Inter, la Roma, la Lazio o altre squadre, ma ciò che più conta sono le passioni e i sentimenti legati al calcio. Un ardire che non cambia nella sostanza, che è capace di assomigliarsi e, al contempo, essere diverso per storia, a unire, ma anche a dividere in maniera profonda, dando libero sfogo a quello che è il grave problema dell’umanità dei nostri tempi e, cioè, il rispetto per l’altrui pensiero.
Salvino Cavallaro
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