“Contro il Benfica, a Lisbona, la Juventus del primo tempo non mi è piaciuta, ma nel secondo tempo ho rivisto una squadra efficace e volitiva. Dopo il gol di Tevez, infatti, i bianconeri avrebbero potuto anche vincere. Ma, per quell’attimo di distrazione……”. A parlare è Pietro Anastasi, ex calciatore della Juventus e juventino doc da sempre, che abbiamo intervistato dopo la prima semifinale di Europa League. Anastasi è arrabbiato con Bonucci, il quale soffre di reiterate amnesie che penalizzano periodicamente la difesa e tutta la Juve. “Non si può subire un gol così a soli due minuti dall’inizio della gara. Su quel calcio d’angolo, il centrale juventino avrebbe dovuto alzarsi e prendere di testa quel pallone anticipando l’avversario. Invece, Bonucci si è abbassato ed ha dato l’opportunità di segnare a Garay. Un’ingenuità che a questi livelli non è davvero ammissibile”. Pietro parla senza freni inibitori, amareggiato com’è nell’aver visto la sua Juve soffrire nel primo tempo in maniera eccessiva. Poi, l’analisi della partita si sposta al secondo tempo, e qui ci siamo. “Nella ripresa la Juve è sostanzialmente cambiata, ed è ritornata a essere la squadra che tutti conosciamo. Evidentemente, Conte ha dato la giusta strigliata ai suoi giocatori che sono apparsi subito più attenti e sicuri nel voler ribaltare il risultato. Ho visto molte azioni di pregevole fattura e un Tevez all’altezza della situazione, che però non è stato supportato a dovere da un Vucinic apparso nullo in ogni azione d’attacco”. E’ grande amore quello di Pietruzzu Anastasi, un amore per la sua Juve che spesso lo fa arrabbiare, soprattutto in considerazione del fatto che i grandi numeri che ha potenzialmente la squadra di Conte, episodicamente vengono ridimensionati da amnesie e ingenuità che non possono essere riconducibili a giocatori di questo livello. Poi, il gol di Tevez che interrompe il suo lungo digiuno di reti in campo internazionale è coinciso con il meritato pareggio della Juve. “La rete dell’argentino” dice Anastasi, “è arrivata dopo una lunga supremazia territoriale dei bianconeri che hanno saputo imporre il proprio gioco con i suoi esterni e con Pogba, un giocatore che nonostante la sua giovane età si può certamente considerare un vero campione”. Intanto passano i minuti e la Juve di Conte dopo il gol di Tevez sembra ancor più concentrata a far sua la gara o, perlomeno, conservare quel punteggio di parità che sarebbe importante per la gara di ritorno allo Juventus Stadium. Ma, sul finire della gara, ecco ancora un gol dei lusitani che si poteva evitare con maggior attenzione. Pietro, adesso, appare meno arrabbiato e, nonostante la sua Juve abbia perso il confronto contro il Benfica per 2 a 1, è fiducioso per la gara di ritorno e per la qualificazione dei bianconeri alla finale di Europa League nel “teatro” dello Juventus Stadium. E così, girando pagina, chiediamo ad Anastasi cosa manca ancora a questa Juve per essere competitiva con le prime della classe in Champions League, fin dalla prossima stagione. “Sento che le migliori squadre europee ci chiedono Pogba e che vorrebbero acquistarlo per 70 milioni di euro. A mio avviso, il “sacrificio” del francese è da prendere in considerazione perché con quei soldi puoi comprare Madzukic che vale 30 milioni di euro, De Maria che ne vale altri 30 e con i rimanenti 10 milioni di euro puoi comprare un ottimo difensore con grande esperienza internazionale”. Ha le idee chiare, il buon Pietruzzu da Catania, il quale non dimentica mai la sua Sicilia e neanche la squadra etnea che, purtroppo, sembra destinata alla Serie B. “Sono molto contento che il Palermo ritorni in Serie A, ma mi rattrista il pensiero di vedere il mio Catania in una situazione di classifica che pregiudica il declassamento nella serie inferiore. Tuttavia, da quando è stato chiamato Maurizio Pellegrino sulla panchina etnea, ho rivisto un Catania diverso, sia a Milano contro il Milan, sia in casa contro la Sampdoria. Restano purtroppo quattro partite al termine e 12 punti disponibili. E chissà cosa può succedere ancora, se il Catania dovesse vincere a Verona….”. Finisce qui il nostro incontro con Pietro Anastasi, il Pietruzzu siciliano di lontana memoria che è stato l’orgoglio della sua amata terra. “Io amo la mia Sicilia, ogni angolo mi ricorda la mia giovinezza e il mio inizio di carriera. Permettetemi un saluto speciale a Milazzo e ai milazzesi che mi hanno accolto così bene la scorsa estate in occasione di una conferenza stampa svolta nel bellissimo Hotel Il Principe, posto nell’antico e pittoresco borgo marinaro di Vaccarella. Non dimentico neppure quella bellissima serata di teatro dialettale, cui sono stato invitato presso il piazzale del Carmine nel cuore di Milazzo, in una calda serata d’estate sotto le stelle. E’ stato bello vedere tanti giovani venirmi incontro e chiedermi l’autografo. Chissà, forse i loro padri gli avevano raccontato di me e di quanto ho fatto nella mia carriera di calciatore”.
Salvino Cavallaro
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