Piace Vincenzo Montella, è simpatico a tante persone e forse a tutti. Tralasciando il suo già prestigioso excursus di calciatore professionista, Montella attrae per la sua abilità di allenatore serio, dedito al lavoro competente e, nonostante la sua giovane età, capace anche di farsi rispettare da calciatori che hanno solo pochi anni meno di lui. Era il 21 febbraio 2011 quando la Roma lo chiamò sulla sua panchina per sostituire il dimissionario Claudio Ranieri. E dire che all’inizio e anche dopo, c’era molto scetticismo nei suoi confronti che, proveniente dal settore giovanile giallorosso, lo si vedeva più che altro adatto ad un ruolo di traghettatore. Ma lui, il buon Vincenzo detto anche aeroplanino per l’imitazione del volo dell’aereo che era solito imitare subito dopo aver segnato un gol, non si è mai preoccupato che gli altri non avessero abbastanza fiducia in lui. Come uno stacanovista si è messo a lavorare caparbiamente intraprendendo relazioni importanti con i suoi giocatori. Ma, nonostante la sua prova di grande motivatore di gruppo, Montella non fu apprezzato in tutto il suo valore dalla sua Roma, cui lui è molto legato affettivamente ancora oggi e, mani in tasca, un po’ deluso ma sempre con il sorriso discreto sulle labbra parte per l’avventura di coach a Catania. Qui trova subito il terreno fertile per lavorare bene. Sente la fiducia del presidente Pulvirenti, dell’allora direttore generale Pietro Lo Monaco, dei giocatori del Catania e, soprattutto, di tutti i tifosi catanesi. Qui, il buon Vincenzino, ha trovato il clima giusto per lui. Calore e rispetto nei suoi confronti non sono venuti mai a mancare in nessuna circostanza. E i risultati, non potevano essere altro che positivi. Il Catania ha condotto infatti un campionato eccezionale, diventando tremendista sul proprio terreno e incutendo rispetto in qualsiasi altro campo d’Italia. Ma lui, persona umile e intelligente, non si è mai atteggiato con toni da persona saccente, mai superbo e mai falso nella sua proverbiale modestia. L’intelligenza è la qualità migliore di Montella che mette sempre in mostra negli incontri con i tifosi, con le società in cui lavora e nelle relazioni con i media. Mai arrabbiato e irascibile in sede di conferenza stampa, neanche quando la sua squadra ha perso per errori arbitrali e non per demeriti propri. Ed è questo che fa di Montella un uomo, prima ancora che un ottimo allenatore. Sarà la sua provenienza di famiglia umile, (suo padre, infatti, si spellava le mani dietro la catena di montaggio per poter mantenere moglie e figli a Castello di Cisterna, dove vivevano nell’entroterra napoletano), sarà più semplicemente il suo modo d’essere, fatto è che Vincenzo Montella ha saputo conquistarsi la simpatia di tutte le persone che lo conoscono. Oggi è allenatore della Fiorentina che, uscita da furibonde polemiche e fuochi di paglia pericolosi creatisi l’anno scorso nello spogliatoio, aveva bisogno di serenità e, soprattutto, di un allenatore capace di tranquillizzare l’ambiente anche attraverso la capacità di unire il gruppo e di renderlo coeso in campo e fuori. Ebbene, mister Montella con il suo fare ed il suo essere c’è riuscito in pieno e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Certo, il campionato italiano di calcio è ancora all’undicesima giornata, tuttavia, esistono i presupposti reali per considerare la Fiorentina come squadra da alta classifica fino alla fine . Ad oggi, non sappiamo esattamente dove la Viola possa arrivare, ma siamo sicuri che, attraverso il suo spumeggiante gioco di squadra fin qui espresso, continuerà a dare filo da torcere a molte compagini più blasonate. Adesso, apprendiamo pure che Galliani e il Milan sono seriamente interessati a lui, sì proprio quel Milan stellare che nel prossimo futuro, vorrebbe vedere seduto sulla sua panchina quel Guardiola che ha fatto grande il Barcellona. Ma, se non dovesse arrivare il principe degli allenatori, siamo davvero sicuri che Vincenzino Montella da Castello di Cisterna nel napoletano, non sarà un ripiego, anzi saprà ancora una volta superare attraverso la sua abilità, l’intelligenza e l’umiltà, tutti quei pensieri scettici nei suoi confronti che sono ormai sempre più rari.
Salvino Cavallaro
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