IL LIBRO DI GIORGIO CHIELLINI: «C`È UN ANGELO BIANCONERO»


Recensione del libro di Giorgio Chiellini «C`è un angelo bianconero« che sarà presentato in anteprima a Torino alla libreria Mondadori
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Torino, 10/03/2014 -


Nel variegato mondo del pallone ci sono fatti e personaggi che spesso mettono da parte certi veleni, antagonismi e disdicevoli giudizi di parte, che rappresentano l’anticalcio nel senso più ampio del suo significato. Ricordando la figura di Gaetano Scirea, indimenticato calciatore della Juventus prematuramente scomparso all’età di 36 anni per un incidente stradale in Polonia, sicuramente si mettono da parte certi pregiudizi e antipatie verso quella Vecchia Signora del calcio italiano che vince, domina i campionati conquistando scudetti e coppe e fa felici i suoi sostenitori sparsi per tutta Italia. “C’è un angelo bianconero” è il libro di Giorgio Chiellini che, in anteprima nazionale, verrà presentato al pubblico lunedì 10 Marzo 2014 presso la libreria Mondadori Multicenter di via Monte di Pietà a Torino. Se giochi più di trecento partite con una maglia sola, quella della Juventus, è facile che diventi una bandiera. Se poi non offendi mai nessuno in tutta la tua carriera e non ti fai mai espellere giocando altre settantotto partite con la Nazionale Italiana, ebbene forse diventi per tutti un “angelo”. Già, un angelo. Lo definì così Enzo Bearzot, il C.T. della Nazionale Italiana che nel 1982 conquistò la Coppa del Mondo in Spagna. E, come se fosse davanti allo specchio, Giorgio Chiellini, attuale bandiera bianconera, è andato a cercare l’angelo bianconero chiamato Gaetano Scirea. Nel suo libro ne ripropone le gesta attraverso le immagini, la memoria e anche i suoi famosi silenzi capaci di raccontare storie di vita e di sport davvero irripetibili. Chiellini è un difensore che ha fatto del suo ardore e della sua irruenza la caratteristica di calciatore molto vicino al calcio inglese. La tecnica non è il suo forte, anche se col passare degli anni l’ha affinata in maniera sorprendente. Ma è molto lontano da quelle che sono state le caratteristiche peculiari di Gaetano Scirea, un calciatore che per eleganza, ruolo e intelligenza tattica è stato paragonato a Beckembauer, il famoso libero della Nazionale tedesca. Un ruolo, quello del libero, che non si addice più al calcio moderno e a quelle scuole di pensiero che il mondo pallonaro periodicamente assurge come nuove teorie vincenti. E’ un fatto di mode, di desiderio di cambiamento, di restyling che, tuttavia, non modificano l’essenzialità dell’uomo nella sua centralità. Sì, perché alla base di tutto resta sempre l’uomo, con le proprie caratteristiche tecniche e umane, ma anche con le proprie fragilità. Ciascuno ha la sua storia, il suo percorso di vita che, più o meno, può essere ripercorso in modo esemplare da chi vuole emularne le gesta. Alessandro Del Piero disse una volta: “ Il mio sogno sarebbe stato quello di essere visto dai bambini come io vedevo Scirea allora”. Emblematica frase che si riflette in ciò che Giorgio Chiellini nel suo libro traccia come segno di rispetto e ammirazione. E poi c’è la diversità tra lui e Gaetano Scirea. Una differenza che nasce fra anime lontane che hanno fatto lo stesso mestiere, con la stessa maglia cucita sulla pelle in un calcio cambiato notevolmente per interessi economici e tanto altro. E’ un racconto molto tenero, capace di emozionare per le tragiche traversie e gli accadimenti che ne hanno fatto la lunga storia bianconera.

Salvino Cavallaro               

Salvino Cavallaro