Giornalista professionista, opinionista
tv e juventino da legare, Marcello
Chirico rappresenta uno di quei personaggi che se non ci fossero dovremmo
inventarli. Il suo modo di porsi, infatti, è sempre molto deciso nel sostenere
le proprie verità, mettendo in mostra una chiarezza di idee pallonare che
spesso vanno oltre la sua esuberanza da vero tifoso della Vecchia Signora
d’Italia. Torinese, Marcello Chirico è attualmente direttore editoriale de “Il
Bianconero.com”, dopo avere lavorato per 18 anni come cronista politico ne “Il
Giornale”. Dal 2004 è opinionista sportivo sulle tv del gruppo Mediapason
(Telelombardia, Antenna 3, Top Calcio 24, Videogruppo Piemonte) dove si occupa prevalentemente
di Juventus. Per la sua squadra del cuore ha scritto diversi libri ed ha anche
dedicato una canzone dal titolo “Atto d’amore”. Davvero inconfondibile questo
personaggio, che dalla faccia, dai movimenti, dal suo gesticolare espressivo,
mette sempre in mostra il carisma del suo essere juventino che esprime tutta la
sua gioia nelle belle vittorie, ma che sa essere anche molto critico nelle
partite perse senza gioco, passione e determinazione. Sono temi che abbiamo
sviluppato in questa intervista, in cui Chirico manifesta tutto il suo
interrogarsi sulla Juve di Sarri.
Marcello,
cosa pensi del big match Juve Inter che si giocherà a porte chiuse?
“Penso che fosse l’unica cosa
da fare, anzi credevo addirittura che già domenica scorsa si adottasse il
sistema di giocare a porte chiuse tutte le partite di campionato. E’ un periodo
delicato e c’è un’emergenza grave in atto, per cui ritengo che sia responsabile
prendere delle precauzioni. Poi, se vogliamo parlare del lato sportivo, è
chiaro che sarebbe stato meglio vedere una partita con una bella cornice di
pubblico, le coreografie, i cori e tutto il resto. E’ evidente che da tutta
questa storia, sempre dal punto di vista sportivo, se ne avvantaggia l’Inter
perché gioca la partita dell’anno in uno stadio deserto, dove non c’è neanche
un tifoso della Juve e quindi per l’Inter è ancora meglio che giocare in campo
neutro, perché lì i tifosi sarebbero andati. Ma non solo, devo dire che la
squadra di Conte è doppiamente fortunata perché non ha giocato neppure la
partita contro la Sampdoria di domenica scorsa, e quindi sarà più riposata
della Juve”.
Per
Conte è dunque un vantaggio dal punto di vista ambientale?
“E’ un enorme vantaggio, anzi è
un vantaggio gigantesco. Penso che neanche lui se lo immaginasse di avere
questo vantaggio, perché un conto è giocare la partita in uno stadio ostile, e
tale sarebbe stato nei suoi confronti, e un conto è giocare in uno stadio
vuoto. E’ chiaramente un vantaggio enorme per Conte. Non ci sono dubbi”.
Non
credi che il coronavirus e la relativa psicosi, stiano producendo più danni del
virus stesso?
“Sicuramente. Vedo gente che si
va a fare i tamponi senza avere avuto contatti con nessuno e stando anche bene.
Si è creata una psicosi perché ci siamo spaventati tutti, tuttavia, penso che
l’allerta sia giusta ma a creare il panico siano soprattutto i politici ancor
prima dei medici”.
E’
banale dire che mancando la bolgia dello Stadium, sarà più difficile vincere la
partita contro l’Inter?
“Certo, la presenza dei tifosi
sarebbe stata fondamentale, tuttavia mi viene da fare questa domanda: Quante
volte quest’anno abbiamo visto la bolgia bianconera all’Allianz Stadium?. Sì,
perché un conto è avere lo stadio pieno che fa il tifo, e un conto è vederlo
come lo stiamo avendo quest’anno, in cui si notano dei vuoti. Dunque, ritengo
che in questa particolare occasione avremmo sentito soltanto i cori
dell’Inter”.
Chiara
la tua sottile critica al non gioco della Juve. A proposito, non pensi che tra
Juve e Inter alla fine goda la Lazio?
“Penso che la Juve farà di
tutto per vincere contro l’Inter, ma è chiaro che se dovesse pareggiare e la
Lazio dovesse vincere contro il Bologna ci sarebbe un ribaltamento in
classifica. Tra l’altro, mi sono chiesto perché la Lazio debba giocare a porte
aperte, visto che ci sono stati anche dei casi di coronavirus a Roma. Ecco, non
capisco la difformità delle regole. Se tu hai deciso di non volere raduni di
persone nei luoghi pubblici, allora dovresti uniformare il campionato a questa
regola e giocare con gli stadi vuoti per non creare aggregazioni di massa”.
Marcello,
in questo periodo hai la fama di essere un tifoso ipercritico del gioco della
Juve di Sarri. Cosa non ti piace della tua squadra del cuore?
“Parto dal presupposto che a me
non piaceva già come Allegri faceva giocare la Juve, nonostante si vincesse con
il risultato di farci sentire tutti debitori dei tanti successi ottenuti. Poi
si è cambiato allenatore perché si voleva vedere giocare la Juve in un modo più
brillante e, soprattutto, con un’altra mentalità che fino ad oggi stiamo
vedendo soltanto a sprazzi. Spero di vedere il bel gioco promesso domenica
prossima contro l’Inter. Io do tempo a Sarri, anche se siamo già a fine
febbraio e nulla di nuovo e di diverso si vede. Devo dire che qualche volta ho
persino visto peggiorare il gioco rispetto all’anno scorso. Altro che
cambiamento di mentalità!”.
Che
cosa pensi delle parole dette pubblicamente da Andrea Agnelli, in cui si evince
tra le righe il suo desiderio di portare Guardiola alla Juve?
“Che Guardiola piaccia ad
Agnelli non lo scopriamo adesso, solo perché lo dice lui in quest’occasione. E’
già dalla scorsa estate che si sapeva quanto avesse tentato di portarlo alla
Juve. Il problema è nato dal fatto che Guardiola non ha mai avuto voglia di
lasciare il Manchester City. Tuttavia, penso che questo discorso sia soltanto rimandato
a posteriori, anche perché sono convinto che se Sarri non vincerà, è molto
probabile che il presidente Agnelli ritorni alla carica”.
Restando
sempre sulle rivelazioni che il presidente bianconero ha fatto nel corso di una
diretta a Radio 24, emerge anche un velato avvertimento a Sarri e Paratici a riguardo
del loro futuro. Te lo aspettavi?
“Il fatto che Agnelli, nel
corso della conferenza stampa di addio di Allegri avesse detto che i
responsabili sarebbero stati a tutti gli effetti Paratici e Nedved, la dice
lunga su come il presidente volesse delegare le responsabilità, come si fa esattamente
in tutte le aziende. Poi, però, si attendono i risultati, e se questi non ci
sono, è chiaro che al momento qualcosa è venuto a mancare. Quindi, se la Juve
dovesse vincere, è chiaro che nulla cambierebbe, se invece non dovesse avvenire
più questo, probabilmente qualcosa cambierà. Devo dire che c’è stato qualche
colpo a vuoto da parte di Paratici nelle due campagne di mercato estivo e
invernale. Quindi, mi sembra chiaro che se i risultati non verranno con
scadenza 2021, così come ha detto Agnelli, è logico che sarà sostituito così
com’è nella logica di ogni azienda che si rispetti. Paratici, è un bravissimo
conoscitore di giocatori, ma come dirigente probabilmente è un novizio. Qualche
errore l’ha fatto, e secondo me il mercato non è stato fatto in maniera
totalmente corretta”.
Marcello,
rimpiangi Marotta?
“Assolutamente no. Non mi ha
mai convinto del tutto. E’ uno fin troppo attento ai conti, e ricordo tanti
giocatori di livello non presi per le sue titubanze. Non mi sembrava questo
grandissimo fenomeno che tutti dicono. E’ un bravo dirigente ma non un top
player. Paratici, invece, lo ritengo un top player per quello che riguarda la
conoscenza dei giocatori, ma un neofita per quanto riguarda le pratiche
dirigenziali, perché lo si vede chiaramente in difficoltà”.
Con
che stato d’animo vivrai il derby d’Italia davanti al teleschermo?
“Per ovvi motivi televisivi
allo stadio ci vado quasi mai, perché devo essere presente in studio su 7 Gold.
Gli interisti li ho sempre davanti in studio, e le così dette me le fanno
girare abbastanza. Spero di vedere una bella partita. Ho grande fiducia nella
Juventus”.
Chi
vincerà?
“La Juve, naturalmente”.
Salvino
Cavallaro
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