PIÙ CALCI CHE CALCIO NEL DERBY DI GENOVA


Ma se ghe penso (Ma se ci penso, in italiano)
è una canzone in lingua genovese che è ormai diventata il simbolo della musica
e della presenza di Genova nel mondo. Ma la città ligure è anche conosciuta per
avere due squadre di calcio, Genoa e Sampdoria. Due realtà pallonare che si dividono
in maniera intensa, emozioni e passioni nel derby della lanterna. Già, la
lanterna. Un derby così identificato, per l’accostamento al simbolo della città
di Genova che è appunto il faro posto nel porto della città. Storiche queste
due tifoserie, in cui “l’odio” sportivo prevale in maniera marcata su ogni
altra cosa. E così, dopo avere assistito al primo derby ligure del campionato
in corso 2014’15, possiamo rimarcare la spettacolarità delle due opposte tifoserie,
i cui colori sociali si sono innalzati al cielo con tutto l’orgoglio dei propri
sostenitori. Un’emozione unica nella notte del pallone ligure, in cui sono
prevalsi i sentimenti più che il calcio inteso come fatto tecnico da
analizzare. Ha vinto la Sampdoria per 1 a 0 con un gol di Gabbiadini al 75’, ma
l’intensità agonistica del match di Marassi, dove entrambe le squadre non hanno
risparmiato energie, ha dato pochissimi spunti di calcio inteso come tecnica pura.
I rossoblu di Gasperini, che subiscono la seconda sconfitta in campionato,
restano a quota cinque punti, mentre la Sampdoria di Mihajlovic si porta nelle
posizioni alte della classifica con undici punti. Alle stelle l’entusiasmo del
neofita presidente blucerchiato Ferrero il quale, dopo il termine della partita,
è sceso in campo per sprigionare in maniera sanguigna la sua viscerale gioia
assieme alla sua squadra. Finisce così un derby tutto fisico e nervi, tattica
ed emotività. Un qualcosa che è più simile al calcio inglese piuttosto che al
nostro, notoriamente più ragionato, tecnico e meno intenso. Molte sono state le
entrate al limite di regolamento e così l’arbitro Damato ha distribuito quattro
ammonizioni ai doriani, Silvestre, Eder, Obiang e Okaka e tre ai genoani,
Burdisso, Pinilla, Sturaro. Gabbiadini e Okaka sono apparsi i migliori della
Sampdoria, mentre Perotti e l’interessante Sturaro, sono stati i veri cardini
di un Genoa più nerboruto che convinto di giocare una partita di calcio. Adesso,
dopo una sconfitta forse immeritata, il Genoa aspetta la partita di ritorno per
ripagare i propri sostenitori dalla cocente delusione subita in questa
circostanza.
Salvino
Cavallaro