PRANDELLI, RISPETTA IL CODICE ETICO DA TE STESSO VOLUTO


Contro la Danimarca e l’Armenia
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05/10/2013 -

Contro la Danimarca e l’Armenia, Balotelli sarà regolarmente convocato in Nazionale dal c.t. azzurro Prandelli. “Balotelli ha scontato la squalifica, non convocarlo sarebbe una punizione aggiuntiva alla punizione stessa”. Così si esprime Prandelli a una settimana dalle convocazioni azzurre e, francamente, ci delude per diversi motivi. Il codice etico da egli stesso voluto in Nazionale per dare ordine morale a un ambiente spesso snobbato da certi giocatori e società di calcio, nasce come un senso di giustizia che deve essere uguale per tutti. Chi in campo e fuori non si comporta bene, non può vestire la maglia azzurra della Nazionale Italiana. Questo era ed è il senso logico del codice etico. Ma perché allora si dice che SuperMario, dopo avere già scontato la punizione dei tre turni di squalifica in campionato, debba essere convocato per non essere punito ancora una volta? Francamente ci dissociamo da questa logica non logica che disgrega il gruppo anziché compattarlo. Cosa potranno mai dire i compagni di Balotelli nel momento in cui a qualcuno di loro dovesse capitare qualcosa di simile e non sarebbe valutato con lo stesso riguardo? No, caro Cesare, ci dispiace ma avevamo pensato che questa volta ci sarebbe stato un altro significato della “legge che deve essere uguale per tutti”. Certo, capiamo l’importanza di un giocatore “indispensabile” per la Nazionale Italiana e per il modulo tattico del c.t. azzurro. Tuttavia, riteniamo che il fatto tecnico debba necessariamente essere separato dalla logica dell’etica. Il buon comportamento deve essere premiante, come il cattivo esempio debba essere penalizzato per far riflettere il gruppo che un gol non è, e non può essere, più importante del rispetto degli altri. Non siamo qui per condannare un ragazzo che più d’una volta ha dato segni di fragilità e d’insofferenza nell’incapacità di non andare in escandescenza a ogni minima provocazione. Il calcio è fatto di episodi e talora anche di ingiustizie arbitrali che si manifestano nel non fischiare falli che sembrano macroscopicamente evidenti. Tuttavia, riteniamo che nessun calciatore possa permettersi di farsi giustizia da solo attraverso la reazione e la provocazione. Balotelli in questo senso è recidivo, e anche in Champions, dopo aver segnato un rigore inesistente, si è rivolto al pubblico con il dito che avvicinato al naso significa “state zitti”. No, questo non è un comportamento che può essere perdonato, non è possibile chiudere occhi e orecchie a tali provocazioni. Il mondo ci guarda, non possiamo far capire che al mondiale di calcio un capocannoniere (ammesso che lo sia) possa fare il bello e il cattivo tempo. Respect è il motto della Uefa! E noi che facciamo?

Salvino Cavallaro
 

 

Salvino Cavallaro