PREMIER LEAGUE, DALLA PROSSIMA STAGIONE NON CI SARANNO PIÙ RETI FANTASMA: ENTRA LA MOVIOLA IN CAMPO


Si riparte
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12/04/2013 -

Si riparte da lì, dove tutto cominciò. Perché il calcio iniziò a vedere i primi “gol fantasma”, a Londra, nel 1966 quando c’erano i Beatles ma non l’occhio inquisitore della tecnologia e l’attaccate dell’Inghilterra Hurst potè segnare nella finale di Coppa del mondo contro la Germania una rete che sarebbe stata sconfessata dalle immagini video. Ne è passato di tempo e adesso, dopo un lungo percorso culturale ad ostacoli, fatto di paletti e resistenze politiche da parte dei padroni del vapore, proprio il football inglese decide che è arrivato il momento di dare credito al futuro e cambiare aria. L’attesa riunione di oggi della Fa traccia una linea definitiva con il passato dando il via libera all’introduzione, a partire dalla prossima stagione di Premier League, del sistema di controllo denominato Hawk-eye, già utilizzato comunemente nel tennis e nel cricket ,che consiste nella riproduzione della traiettoria della palla ed è basato sul principio della triangolazione usando le immagini registrate da almeno quattro telecamere posizionate in diversi angoli del campo da gioco. Battuto a sorpresa (ma non troppo, vista la differenza nei costi di gestione e manutenzione) il progetto tedesco del Goal Control Technology (Gct), approvato dalla Fifa e in funzione nella  Confederations Cup del prossimo giugno in Brasie, che prevede l’installazione allo stadio di almeno otto telecamere che vivisezionano ogni azione di gioco dando così la caccia ai gol fantasma. Due diverse tecnologie ma la sostanza non cambia. Il grande salto è  arrivato ed è il campionato inglese a tracciare una linea di demarcazione con il passato,  anche se il primo impianto europeo in cui sarà introdotto l’occhio di falco versione calcistica, secondo indiscrezioni, sarà il tempio di Wembley, di proprietà della Fa,  che il 29 maggio ospiterà l’amichevole tra Inghilterra e Irlanda.

Al di là dei due progetti resta da capire se questi sistemi saranno poi approvati nelle Coppe europee, vista anche la resistenza del presidente dell’Uefa,  Michel Platini, favorevole agli arbitri di porta e contrario – in merito al progetto tedesco, ad investimenti tecnologico che si aggirano sui 54 milioni di euro. Soldi che sarebbe meglio investire per altri fini, è il pensiero dell’ex campione francese. Il rischio è che la tecnologia non sia ancora in grado di convivere serenamente con il sistema umano. Ci sono infatti ancora  alcuni passaggi che l’International Board non ha chiarito. Non solo l’arbitro ha il potere di contraddire il messaggio tecnologico e rifiutare che si usi il mezzo elettronico qualora ravveda la sua scarsa affidabilità dopo un rapido sopralluogo. Ma  il Board prevede anche che nel corso dello stesso torneo non sia obbligatorio che tutte le partite si svolgano con la tecnologia. Un pericolo non da poco. Sarà il calcio inglese a fare da apripista e iniziare a spianare una strada che presenta ancora qualche avvallamento di troppo. Ma l’importante, dopo decenni di polemiche, era partire.


 

IlCalcio24 Redazione