SACCHI: «IL NOSTRO CALCIO RISCHIA DI SCOMPARIRE»


Parliamo tanto di investimenti sui giovani. Ma quali investimenti, se in Italia chi spende di più arriva a mala pena a investire nel vivaio un quarto di quello che mettono il Real Madrid o il Barcellona? E quale cultura sportiva è quella che pensa solo a portare in Italia degli stranieri, senza curarsi di migliorare il prodotto locale? Per non parlare della fatica che anche quei pochi giovani italiani di valore fanno per trovare spazio in Serie A
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18/02/2012 -

Oggi pomeriggio si terranno le semifinali del Viareggio Cup: l'immancabile sfida tra Fiorentina e Roma da una parte, il replay dell'ultima, infuocata sfida tra Parma e Juventus dall'altra. A dire il vero sinora non è stato un grande spettacolo, se si eccettuano pochissime squadre e situazioni.
Appena arrivato al Viareggio, l'attuale coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili Arrigo Sacchi offre una disamina ben poco lusinghiera di questa manifestazione e piu' in generale della situazione del calcio italiano: "Mi auguro che si adeguino presto ai nuovi limiti che abbiamo introdotto dalla prossima stagione, altrimenti questo torneo perderà gran parte della sua importanza - riporta il Guerin Sportivo online - La Primavera sarà riservata agli Under 18, biennio 1994-95, e il Viareggio farà bene ad adeguarsi. Perché qui vedo ancora gente del '91 e del '92. Questi sono uomini, non giovani. In altri Paesi, a questa età, se si è buoni si gioca già in prima squadra. L'Under 21 spagnola ha un'età-media molto più bassa di tante squadre presenti al Viareggio. Un controsenso. Va bene che in Italia arriviamo sempre per ultimi, ma sarà bene cambiare in fretta. Senza un adeguato ricambio generazionale, il nostro calcio è destinato a scomparire".

Sacchi punta il dito anche contro i tecnici delle formazioni Primavera: "In occasione del Viareggio ho letto e sentito in televisione interviste assurde. Allenatori che parlano della propria squadra come se allenassero dei professionisti di Serie A. Qui si pensa solo al risultato e agli espedienti tattici per conseguirlo. Si dice ai ragazzi di spazzare via per non correre rischi oppure di stare tutti dietro la linea della palla per non prendere gol. Niente di più sbagliato, a livello di settore giovanile. Quando gli insegnamo a giocare, a prendersi dei rischi, a finalizzare l'azione attraverso la manovra corale? Bisogna riprendere in mano l'abc della tecnica, creare basi solide nei fondamentali. Poi, attraverso il gioco, vedrai che arriveranno anche i risultati. Invece qui si vuole tutto subito. Un allenatore spesso non è scelto o giudicato per la sua bravura e per la sua capacità di insegnamento, ma per titoli vinti. Una sciagura".

E infine Sacchi affronta la questione degli investimenti nel settore giovanile e del crescente - e a quanto pare incontenibile - aumento dei calciatori stranieri: "Parliamo tanto di investimenti sui giovani. Ma quali investimenti, se in Italia chi spende di più arriva a mala pena a investire nel vivaio un quarto di quello che mettono il Real Madrid o il Barcellona? E quale cultura sportiva è quella che pensa solo a portare in Italia degli stranieri, senza curarsi di migliorare il prodotto locale? Per non parlare della fatica che anche quei pochi giovani italiani di valore fanno per trovare spazio in Serie A".

IlCalcio24 Redazione