TENEBRA VAR E LUCI DI SPERANZA


Mentre all’Olimpico di Roma si consuma la
confusione che è figlia di un Var che evidentemente ha ancora bisogno di essere
perfezionato, il Toro riaccende la speranza europea. Tra Lazio e Torino è
successo tutto e di più, a causa dell’arbitro Giacomelli che per la terza volta
in un mese e mezzo ha espulso Bonucci, De Rossi e Immobile. Situazioni diverse
tra loro, ma certamente eloquenti di decisioni non sempre condivisibili di
quest’arbitro che in Lazio Torino ha sbagliato davvero troppo. Lascia la Lazio
in dieci uomini per l’espulsione di Immobile nel primo tempo, reo di avere
contestato un rigore non dato alla Lazio per fallo di mano in area di rigore da
parte di Iago Falque, e poi per aver dato una testata a Burdisso. Nulla di
tutto questo, perché il rigore era evidente e andava visto attentamente al Var,
mentre la testata di Immobile a Burdisso altro non è stata che una spallata di
allontanamento dell’avversario che gli si era posto davanti. Fasi concitate di
un match in cui il calcio è stato onorato soltanto dal Torino che incolpevole
di tanti, marchiani errori arbitrali, ha condotto una partita impeccabile sotto
il profilo di quel gioco che da troppo tempo latitava nella squadra granata. In
11 contro 10 della Lazio, il Toro è stato in grado di approfittare della
circostanza con l’intelligenza e la furbizia che è tipica della squadra cinica.
Terminato il primo tempo tra furibonde polemiche biancocelesti, nella ripresa
il Toro andava in gol con Berenguer, Rincon e il giovane Edera, mentre la Lazio
nervosa e inconcludente, aveva riacceso le momentanee speranze di riequilibrare
le sorti con il gol di Luis Alberto; ma la partita si è conclusa con il
risultato di 1 a 3. Difficile poter dire come dal punto di vista tecnico e
anche psicologico, tutta questa confusione creatasi tra la Lazio e l’arbitro abbia
giocato a favore del Toro. Certo, esiste il dato di fatto che la non serenità e
il nervosismo ti fanno perdere la lucidità necessaria per affrontare una
partita di calcio, tuttavia, in questi casi la posizione dell’avversario non è
sempre agevolata per tanti motivi. Infatti, se il Toro fosse stato quello di
qualche settimana fa, probabilmente non avrebbe fatto quello che ha saputo
realizzare a Roma. Nella squadra di Mihajlovic serpeggiava un velato nervosismo
interno per un eventuale allontanamento del tecnico serbo nel caso in cui non
avesse fatto una partita convincente. E invece questa partita convincente c’è
stata, eccome se c’è stata, pur con tutte le attenuanti del caso. Note liete
sono arrivate da Rincon (grande spirito da Toro) Berenguer, (pungente, veloce,
capace di portare su la squadra anche se deve ancora migliorare quando gli si
chiede di sacrificarsi in aiuto del centrocampo e della difesa). Ottimi
Burdisso, N’Koulou e Sirigu, il portiere che il Torino non aveva più da anni. Dunque,
mentre i granata sorridono e guardano con più fiducia il prossimo incontro
casalingo con il Napoli di Sarri, la Lazio, nel nome del suo presidente Lotito
e della sua dirigenza, propone di ritirare la sua squadra dal campionato per i
reiterati torti subiti di seguito nel corso delle ultime partite. Che botta
sarebbe per la credibilità di un sistema calcistico e arbitrale che, pur non essendo
perfetto, facciamo fatica a pensare che ci sia alcuna premeditazione nei
confronti di Lotito e della sua squadra. Sarebbe davvero la sconfitta del
nostro calcio. Non possiamo credere a una cosa del genere, anche perché, se
così fosse, potremmo chiudere tutti i battenti e andare a casa. Non vi pare?
Salvino
Cavallaro