E’ incredibile quello che succede ai granata da qualche
partita a questa parte. Sembra proprio che in casa granata fare le cose
semplici sia peggio che renderle difficili. E così gli ultimi istanti di ogni
partita si tramutano sempre in momenti d’angoscia o di massima adrenalina, a
seconda degli eventi. Non c’è tempo per gli sbadigli, o si ride per un
risultato positivo agguantato all’ultimo secondo, o si piange per la delusione
d’aver buttato alle ortiche in extremis due punti d’oro. E’ quello che è
successo al Torino in quel dell’Olimpico di Roma contro la Lazio. Doveva essere
uno spareggio per l’Europa League e, invece, il punteggio di 3 a 3 non ha dato
alcuna indicazione di base, se non evidenziare l’avanzata del Milan che
agguanta il Parma al sesto posto, creando una situazione di ulteriore
confusione nell’ambito della partecipazione all’Europa 2014-15. La Lazio chiude
il primo tempo in vantaggio per 1 a 0, grazie al gol di Mauri che al 42’ di
testa batte Padelli. Al 52’ pareggio del Toro. Incredibile dormita della difesa
della Lazio che consente a Meggiorini di attraversare tutta l’area di rigore e
passare a Kurtic, il cui diagonale destro s’infila in porta vicino al palo esterno.
Al 60’ calcio di rigore per la Lazio di Reja. Padelli stende in area di rigore
Keita, batte Candreva dal dischetto e nulla da fare per il portiere del Toro.
Ma i granata non ci stanno e il loro incedere è chiaro di una ritrovata voglia
di non perdere questa partita, anzi se capita l’occasione vorrebbero pure
provare a vincerla. E così, Tachtsidis appena entrato in campo, segna tirando
al volo dall’area di rigore dopo aver raccolto un invitante pallone arrivato
direttamente da calcio d’angolo. Al 79’ la Lazio resta in dieci per effetto
dell’espulsione di Novaretti, il quale irrompe su Darmian ai limiti dell’area
di rigore e viene espulso per somma di ammonizioni. All’89’ il Toro va in
vantaggio con Ciro Immobile che scarica un gran destro sul primo palo e fa
volare con l’entusiasmo i granata, raggiungendo quota 20 in classifica
cannonieri. Ma, al 94’, incredibile ma vero, Candreva pareggia sul filo di lana
una partita che sembrava ormai persa per i biancocelesti, girando in rete un
tentativo maldestro di Anderson a recupero praticamente scaduto. L’analisi di
quanto visto all’Olimpico di Roma lascia pensare a un Torino che, pur non
avendo perso la retta via, ha ancora bisogno di tempo per raggiungere una
maturazione che in Serie A è necessaria per conquistare grandi risultati. Saper
gestire il punteggio a proprio favore è essenziale, soprattutto se la partita
volge al termine e hai l’occasione della vita a portata di mano. Bisogna
difendere la palla aumentandone il possesso e, se è il caso, in fase di lungo
linea farsi fare anche fallo per far scorrere i minuti restanti alla fine del
match. Costruire ancora gioco e verticalizzarlo come se si perdesse è
assolutamente rischioso, perché l’avversario vuole carpirti la palla per andare
in gol. Ci sta dunque questo amaro punteggio, anche se il Toro deve sveltire
queste piccole furbizie e non farsi più trovare impreparato. Ventura è
giustamente arrabbiato, ma a mente fredda in fondo è il primo a non
meravigliarsi più di tanto, perché lui, questo Toro che è suo, lo conosce bene
e sa pregi e difetti. Intanto il campionato volge al termine, ma non tutto è
perduto. L’autobus che porta in Europa non è ancora perso, basta ritornare a
essere concreti senza distrazioni di sorta.
Salvino Cavallaro
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