Giovanni Marchese, uno degli uomini più attesi del match di ieri visti i suoi trascorsi con la maglia clivense, è uno di quei giocatori in grado di farsi apprezzare non solo dentro ma anche fuori dal campo. A Verona, infatti, ha lasciato un buon ricordo, come può dimostrare un gruppetto di tifosi, in gran parte gialloblù, che ha voluto aspettare fuori dai cancelli il pullman catanese per donargli un saluto. Contattato in esclusiva da Pierluca Lo Porto per ILCALCIO24.COM ha dimostrato una gentilezza nobile almeno quanto il suo cognome concedendoci l'intervista che riportiamo di seguito:
La partita di ieri pomeriggio ha avuto sicuramente un gusto speciale per te. Il Chievo, infatti, è la squadra che ti ha fatto esordire in A e in quella che allora era nota come "Coppa Uefa". Che ricordi hai dei tuoi anni in questo club? Provi un sentimento di rivalsa quando lo affronti dal momento che non hanno creduto fino in fondo alle qualità che hai largamente dimostrato soprattutto negli ultimi due anni?
"Sicuramente provo delle belle sensazioni. È sempre un piacere giocare lì. C'è una piazza ed una tifoseria tranquilla con una società sana che sa svolgere bene il proprio lavoro. Onestamente mi aspettavo di poter fare di più, però l'importante è essere riuscito in seguito a dimostrare il mio valore qui a Catania."
Il Catania ha disputato una partita attenta in fase difensiva e talvolta, soprattutto nella ripresa, ha creato qualche discreta opportunità per andare in rete. Cosa vi è mancato per la vittoria?
"Hai detto bene, siamo rimasti un po' dietro perchè non volevamo perdere, anche se magari poteva starci qualcosa in più. Però volevamo arrivare al derby con un risultato positivo e ci siamo riusciti portando a casa un buon punto".
L'Europa League rimane un obiettivo o è ormai irraggiungibile?
"Fino a quando la matematica non ci darà per spacciati, noi ci crederemo."
Il match di ieri è stato un banco di prova importante. Inutile negare che i pensieri dei tifosi catanesi sono però già da qualche settimana rivolti al derby contro il Palermo. Quanta voglia avete di riscattare la sconfitta dell'andata?
"È sicuramente una partita che conta perchè per un calciatore disputare un derby è speciale. Sappiamo quanto è importante per i nostri tifosi e c'è grande desiderio di fare risultato per riscattare l'andata."
È un dato di fatto che ogni volta che realizzi un gol questo risulti di pregevole fattura. Da qui a fine campionato, ti senti di promettere un'altra rete delle tue?
"Me lo auguro. Mi piacerebbe realizzare una doppietta anche se aldilà del numero dei gol andare in rete è sempre bello; spero di riuscirci ancora nelle rimanenti giornate."
C'è un giocatore di A con cui hai in comune il ruolo, il piede preferito, l'anno di nascita ed anche la stagione in cui vi siete affermati a livello nazionale, ovvero la scorsa. Stiamo parlando di Federico Peluso, oggi in forza alla Juventus. Sei rimasto un po' deluso quando il C.T della Nazionale Prandelli ha cominciato a convocare lui e non te?
"No, assolutamente. L'allenatore è libero di fare le sue scelte. La convocazione, si sa, fa sempre piacere; però non ci penso perchè l'importante è fare bene nel proprio club perchè solo in questo modo potrebbe aprirsi qualche porta."
Tu sei uno dei simboli di quello che probabilmente passerà alla storia come "il Catania dei record". Qual è il segreto di questa squadra che riesce talvolta a classificarsi davanti o vicino a club più blasonati e ricchi economicamente?
"La cosa fondamentale è avere alle spalle una società sana. Aldilà di questo molto dipende dalla preparazione che svolgiamo prima di affrontare ogni partita e dal fatto che costituiamo un buon gruppo; tutto questo ci consente di raggiungere ottimi risultati."
Cosa vuol dire per te essere l'unico siciliano all'interno di una squadra sicula? E cosa significa per te indossare la fascia di capitano, come è successo diverse volte, di questo club?
"Sicuramente è una soddisfazione grandissima per quanto riguarda entrambe le cose. Da siciliano sono più che fiero di giocare per una squadra siciliana ed è sempre emozionante indossare quella fascia perchè in quel momento rappresenti una terra, i tuoi compagni e sei chiamato a dare il doppio. Ma anche quando non la indosso ci tengo a dare sempre il massimo per il mio team."
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