IAGO FALQUE SPRONA IL TORO A RICOMINCIARE DA CAGLIARI


“Basta
pensare alla partita contro il Parma, ora guardiamo al Cagliari. Qui vedo i
presupposti per un grande futuro….”. A parlare è Iago Falque, il campione spagnolo del
Torino che è intervenuto alla presentazione del nuovo sponsor granata “Invent”, un’azienda che opera nel
campo dei fotovoltaici. Parole che invitano a chiudere una pagina da
dimenticare, per riaprirne un’altra nella consapevolezza che il Toro abbia un
grande futuro. Apprezziamo molto questo suo modo di caricare la squadra e un
ambiente che in breve tempo è passato dall’esagerata euforia per il risultato
di Genova contro la Sampdoria, all’infausta e deprimente giornata contro il
Parma che, probabilmente, ha mostrato il vero volto del Torino. Una squadra di
buona qualità tecnica che, tuttavia, manca di quella continuità che esprime
maturità e autostima nell’affrontare l’avversario di turno con la dovuta
attenzione. E’ il piccolo, grande neo di un Toro che ha bisogno di essere
curato soprattutto dal punto di vista psicologico attraverso un processo affinato
da insegnamenti impartiti da “mental
coach”, che ormai sono necessari nel calcio moderno. Tutto
questo,naturalmente, deve essere collimato alla parte tecnica con i dettami impartiti
dall’allenatore, il quale provvederà volta per volta a studiare assieme alla
squadra qual è la giusta tattica da adottare per affrontare l’avversario di
turno. Sia chiaro, questa è la nostra opinione maturata ormai da tanti anni
legati al seguito del calcio, e di quel giornalismo che non ama la critica fine
a se stessa costruita per distruggere, ma desidera farne qualcosa di
costruttivo. Alla luce di quanto detto, crediamo di avere individuato nel
Torino di oggi un antico e radicato pensiero, che contro certe ingiuste
avversità date dal calcio si disarmi, lasciando perdere improvvisamente certe
qualità tecniche esistenze. E così si alternano picchi di entusiasmo per
partite vinte in maniera convincente, a profonde depressioni per altre perse
malamente. E allora dov’è la verità di questo Toro e di una squadra che è
sempre la stessa nel bene e nel male? Forse è da ricercarsi nell’equilibrio
mentale che non c’è, per far posto all’autoconvinzione di non essere eccelsi ma
neppure scarsi. Da un’analisi accurata e oggettiva, pensiamo davvero che il
Toro costruito questa estate dal presidente Cairo e dal d.s. Petrachi sia stato
sufficientemente studiato per conquistare quell’Europa che ormai da troppi anni
sfugge alla società granata. E mentre negli anni passati certi presupposti
erano legati a una semplice speranza, più che a dati di fatto certificati da
reali valori tecnici, quest’anno è inconfutabile la qualità dei suoi giocatori
e quindi della squadra vista nel suo insieme. Tuttavia, come dicevamo pocanzi,
c’è sempre quell’aleggiare nel mondo granata che sembra ancora oggi
inconsapevole della propria forza, per perdersi poi in piagnistei per torti
subiti a vantaggio di altri. Ebbene, ci sembra proprio che sia arrivato il
momento di cambiare registro influenzando la squadra e tutto l’ambiente a
credere in se stessi, perché solo così
si possono esprimere certi conclamati valori tecnici che parlano chiaro di
giocatori di qualità come Sirigu, Ansaldi, Nkoulou, Izzo, Baselli, Rincon,
Soriano, Iago Falque, Belotti, Zaza, pensando anche a giovani di qualità come
Aina Ola, Meité, Parigini. Insomma, il Toro ritrovi presto se stesso e quella
serenità che resta alla base di ogni successo.
Salvino
Cavallaro