Ci sono partite di calcio che
per la loro intensità di gioco ed emozioni prodotte, restano nella memoria come
momento di un vissuto sportivo difficile da dimenticare. Tutto questo,
naturalmente, a prescindere dalla propria fede sportiva che riesca in qualche
modo a far vedere con oggettività l’andamento di un match calcistico che
propone sentimenti di sfrenata gioia e cocente delusione. Due facce del mondo
dello sport che appassionano, che esaltano, che danno il gusto dolce amaro
della vittoria o della sconfitta. Ebbene, parlando della partita di calcio
Torino – Milan che ha chiuso la quinta giornata di campionato, possiamo proprio
dire che tutti questi altalenanti sentimenti che toccano le corde dell’emozione,
si sono prodotti nel vedere le due facce delle squadre in campo. Alla fine ha
vinto il Toro con un 2 a 1 meritato, ma che non toglie la qualità di un Milan il
quale, andato in vantaggio nel primo tempo con un rigore calciato da Piatek, ha
condotto la prima frazione di gioco senza essere cinico nel chiudere la gara
con un altro gol, approfittando dell’assoluta assenza fisica di un Toro che è
apparso annichilito, privo di idee e senza i suoi soliti attributi calcistici.
Questa è la sintesi di un primo tempo in cui la squadra di mister Gianpaolo ha
dominato un Toro che rientrato a testa bassa, ha saputo riflettere tra le
pareti dello spogliatoio, si è guardato negli occhi ed è ripartito con rinnovata
grinta, determinazione e voglia di superare un avversario difficile, il quale
era forse più da ricercare in se stessi, piuttosto che nella squadra avversaria.
E così è stato, perché il Toro trascinato dal gallo Belotti che ha realizzato
una fantastica doppietta, ha superato un Milan in evidente difficoltà e
incredulo di questa metamorfosi mostrata in campo dai granata. Tuttavia, è
giusto dire che fino alla fine i rossoneri hanno tentato di pareggiare la
partita con Piatek, ma grazie alle strepitose parate di Sirigu, il Toro di Mazzarri
ha raggiunto il quarto gradino della classifica assieme a Napoli e Cagliari. Ma
nell’analisi tattica della partita c’è da rilevare anche il mutamento iniziale
voluto da mister Mazzarri, il quale dapprima si è presentato in campo con un
3-4-1-2 proponendo una squadra con il trequartista Verdi, poi, per effetto
della sostituzione dello stesso Verdi con Berenguer, l’inserimento di Ansaldi
al posto di Lyanco e Djidji in sostituzione di Aina, ha cambiato l’assetto con
un 4-4-2 che prevedeva l’arretramento di De Silvestri come esterno basso e
Ansaldi e Berenguer esterni alti a far da supporto alle due punte Belotti e
Zaza. Una mossa azzeccata e vincente, che si è intersecata perfettamente a uno
spirito di gruppo di notevole intensità agonistica. E il Milan? Si è perso per
strada, aggredito com’è stato dalle tante folate granata che nel secondo tempo
ne hanno sentenziato la vittoria finale. Ma siamo agli inizi del campionato e
partite come questa non devono contrapporre irreparabili pensieri distruttivi
per chi ha perso ed eccessivi entusiasmi per chi ha vinto ma deve
necessariamente trovare la continuità di gioco e risultati, perché la strada da
percorrere è ancora molto lunga. E se è vero che il Milan di Giampaolo deve in
qualche modo lavorare molto sotto il profilo caratteriale nell’essere più cinico,
il Toro di Mazzarri deve assolutamente trovare la continuità facendo tesoro di
questa bella vittoria casalinga, senza tuttavia dimenticare le due cocenti sconfitte
rimediate con Lecce e Sampdoria.
Salvino
Cavallaro
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