LEGA PRO, CINICA E CAPARBIA: L`HINTERREGGIO VINCE ANCHE COL MARTINA FRANCA


Potremmo dire in maniera che non è propriamente consona al nostro modo d’essere
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19/03/2013 -

Potremmo dire in maniera che non è propriamente consona al nostro modo d’essere: “L’avevamo detto”. Ma, francamente, non troviamo altre parole nel significare ciò che abbiamo sempre pensato scritto e sostenuto sull’Hinterreggio e sul suo interessante allenatore Antonio Venuto. Vi chiederete come mai questa continua attenzione verso una piccola realtà di provincia calabrese che partecipa al Campionato di Lega Pro in seconda divisione. La risposta è semplice. Nel variegato mondo del pallone che conosciamo ormai da parecchi anni, siamo sempre stati attratti da certi valori calcistici e umani che talora s’intersecano tra realtà professionistiche del calcio maggiore e campionati del pallone minore. Là dove il cinismo e la sofferenza rappresentano la logica deduzione settimanale di un lavoro calcistico preparatorio fatto di umiltà e “fame” di traguardi, ebbene lì sentiamo di potere dare il nostro apporto mediatico, proprio per promuovere un calcio fatto di pochi evanescenti orpelli e molta serietà di lavoro. Antonio Venuto, mister di qualificata preparazione professionale, è l’immagine di un Hinterreggio che meraviglia sempre di più per concretezza, fluidità di gioco, coesione di gruppo e capacità di soffrire là dove certe situazioni di partita lo richiedono. D’altra parte, gli studi approfonditi e i magnifici risultati ottenuti da mister Venuto al conseguimento della qualifica di allenatore di Prima Categoria, sono la riprova di un tecnico capace di entrare nel cuore della leadership di gruppo, attraverso quelle motivazioni che sono il vero significato degli ottimi risultati conseguiti da una squadra di calcio. Da qui si può disquisire su qualsiasi argomento di ordine tecnico – tattico, ma se i risultati sono tali da impedire ogni critica, ebbene non si può che dare atto e applaudire l’esempio impartito da società, squadra e allenatore. In Hinterreggio – Martina Franca, abbiamo rilevato una mentalità “operaia” e cinica della squadra di Venuto che, al cospetto di una grande squadra qual è quella pugliese, ha saputo soffrire fino all’ultimo per raggiungere un risultato di assoluta importanza per il proseguimento del campionato. E, nonostante l’indisponibilità di Carbonaro, considerato l’uomo gol della compagine reggina e delle non perfette condizioni fisiche di Franceschini, centrale di sicuro affidamento, l’Hinterreggio ha mostrato tutta la sua potenzialità di squadra pronta a ogni evenienza. La filosofia di mister Venuto è di inculcare ai propri giocatori l’importanza di essere sempre pronti dal punto di vista mentale e fisico ad ogni possibile situazione che richieda il loro apporto. Non sono evanescenti parole ma sostanzialità di fatti. Abbiamo ascoltato tante volte il tecnico siciliano in sede di conferenza stampa e, tutte le volte, non ha mai accennato agli assenti come fatto determinante, apprezzando invece l’apporto di coloro i quali sono stati chiamati a sostituirli. Ci sembra un esempio di rispetto verso il proprio gruppo, i propri ragazzi, ma anche di capacità nel sapere gestire in maniera consona un calcio moderno che tiene sempre più conto del valore delle proprie risorse umane. Diremmo che, in estrema sintesi, la bellissima posizione di classifica conquistata dall’Hinterreggio e le sue sette partite utili consecutive, sono il risultato e il significato di quanto sin qui sostenuto. I pugliesi del Martina Franca hanno dimostrato tutto il loro valore di squadra, che ha fatto di tutto per non perdere una partita che li avrebbe visti scalare una classifica già importante per loro. Ma, francamente, questo Hinterreggio così ben preparato, ben disposto in campo e capace a offrire spunti calcistici di squadra dalle caratteristiche umili e operaie, non poteva perdere l’opportunità di fare sua una partita che, con 35 punti, la colloca in un’interessante posizione di classifica fino a ieri soltanto sognata. Ricordiamo che, prima dell’avvento di mister Venuto, i biancoazzurri reggini si trovavano in fondo alla classifica, malinconicamente proiettati verso la retrocessione. Oggi, come per incanto, tutto è cambiato. Tifosi e società possono respirare un’aria diversa, salubre, fatta di speranza, di armonia di gruppo e consapevolezza nei propri mezzi. Questo è il calcio che apprezziamo, questo è il pallone che ci piace. Umiltà, professionalità, lavoro serio e “fame” di vittorie. Valori senza tempo che contrastano con la modernizzazione di teorie tattiche spesso sperticate dai grandi soloni del mondo del pallone. Ma, il calcio vero, è quello espresso con semplicità da squadre come l’Hinterreggio; piccole realtà capaci di rendersi esemplari anche a società molto più importanti.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro