LEGA PRO, IL MILAZZO SALUTA IL PROFESSIONISMO


Il termine “dilettante” è usato specificatamente
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23/04/2013 -

Il termine “dilettante” è usato specificatamente per indicare l’atleta che gareggia in uno sport a titolo gratuito o, al massimo, ricevendo un rimborso spese. Per “professionismo”, viceversa, s’intende un’attività lavorativa esercitata in modo organizzato, sistematico e continuato fatto a scopo di guadagno. Due mondi diametralmente opposti, due realtà che pur proseguendo in modo parallelo tra di loro non s’incontrano mai. Nel calcio, come in altre professioni della vita, tra le due realtà c’è un distinguo ben preciso fatto di interessi economici dettati dal mercato e dai maggiori mezzi d’informazione. Un meccanismo diabolico dove maggiore è l’aggregazione sociale e le attenzioni per il pallone che conta, e maggiori sono gli introiti, l’immagine e la pubblicità ricavata dall’azienda calcio, dallo sviluppo economico - commerciale delle loro città d’appartenenza e, non ultimo, dai suoi “dipendenti”. Milazzo ha conosciuto queste due realtà e, purtroppo, non ha saputo fare tesoro dell’importanza di sapere mantenere il livello professionistico al quale apparteneva dopo tanti meritevoli sforzi. Sarà per lo scotto di essere stato neofita tra i professionisti del pallone italiano, sarà per l’incomprensione palesata da certe insanabili diatribe sorte tra la vecchia dirigenza Lo Monaco e il tessuto sociale milazzese composto da istituzioni locali e tifosi mamertini, fatto è che il Milazzo calcio oggi abbandona amaramente quel sogno a lungo cullato, realizzato e poi buttato alle ortiche. Spiace questa situazione, perché vedere andare in fumo ciò che si era faticosamente costruito negli anni in maniera così apprezzabile dà l’amaro gusto della sconfitta totale. Francamente non sappiamo dire se la colpa di questo “fallimento” sportivo per Milazzo, sia da attribuire soltanto a una persona. Per esperienza nel campo giornalistico sportivo e nell’analisi di certe situazioni legate a insuccessi calcistici, abbiamo da sempre appurato che certi errori insanabili non sono mai stati unilaterali. Certo, con il senno di poi, tanti “E’ colpa sua ” esclamati attraverso le insopportabili diatribe tra le parti convergenti, probabilmente si sarebbero appianati con un maggior senso di responsabilità oggettiva. E invece il continuo “Ti faccio vedere io chi sono” ha portato alla disgregazione più totale e allo sfaldamento di quel giocattolo rossoblu tanto caro al popolo mamertino e a coloro i quali gli vogliono bene da sempre. L’amarezza è infinita, anche in considerazione del fatto che Milazzo e i milazzesi non merito un simile declassamento sportivo e neanche d’immagine che è stata indubbiamente distorta probabilmente ad arte. Il risultato di tutti questi insopportabili bisticci? È sotto gli occhi di tutti. E intanto apprendiamo che prima della partita Milazzo – Mantova i numerosi tifosi mantovani al seguito della loro squadra, hanno fatto il bagno nelle dolci chiare acque del meraviglioso Mar di Ponente di Milazzo. E allora viene da chiedersi: “E se tra quelle persone così entusiaste della bellezza paesaggistica di Milazzo, avessero deciso di trascorrere le prossime vacanze estive proprio nella città mamertina?”. E’ la forza degli interscambi culturali che vanno a beneficio della buona immagine che concorre a beneficio di alberghi, bar, pasticcerie, pizzerie e ristoranti del luogo. Scusate se è poco! Questa è la grande forza del calcio, questa è l’impareggiabile  capacità del pallone che conta. E invece, niente di niente. Un pugno di mosche sono volate via dall’apertura del palmo della mano. Tutto ciò ci riporta all’estenuante situazione politica italiana, dove tutti sanno cosa sta succedendo. L’Italia muore e tutti pensano di bisticciare, di essere gli uni contro gli altri mostrando i denti, alzando i toni, sbraitando senza costruire ma a demolire tutto. E chi ci va di mezzo? L’Italia, cioè tutti noi. Scusate, ma non è la stessa cosa successa a Milazzo e al suo pallone professionistico?

Salvino Cavallaro     


Salvino Cavallaro