Alla vigilia avevamo pronosticato un risultato positivo per il Toro che giocava a Napoli. Ebbene, questa volta avevamo visto giusto. Le positività della squadra granata emerse a Roma contro la Lazio, si sono ripetute anche al San Paolo di Napoli. Grinta, determinazione, furore agonistico, duttilità nell’interdire, sono gli insegnamenti impartiti da mister Ventura che delineano le caratteristiche di questo Toro che, fuori dalle mura dell’Olimpico di Torino, riesce meglio a esprimere le proprie qualità. Da sempre mister Ventura predica ai suoi ragazzi di essere umili e di non esaltarsi anche quando si ottengono sporadicamente risultati eclatanti come quello ottenuto a Bergamo contro l’Atalanta. Ma il Toro è questo, squadra ostica da affrontare e, al contempo, difficile da interpretare per la sua imprevedibilità tra partite casalinghe e esterne. I granata, pur non mantenendo gli stessi risultati in casa, restano pur sempre imbattuti in trasferta. Contro la squadra di Mazzarri, il Toro ci è piaciuto davvero per la sua essenzialità nell’interpretare la partita. Gioco semplice ma efficace nel contenere le folate offensive di Maggio, Hamsik, Cavani, capaci potenzialmente di far capitolare il fortino granata in qualsiasi momento. Eppure, nonostante il gol e il 7 in pagella, abbiamo visto il matador Cavani fare il terzino per lunghi tratti della partita, proprio per difendere la propria squadra specie sui calci d’angolo battuti dal Toro. Peccato per quell’errore iniziale di Gillet, un portiere di sicuro affidamento che ha abituato il Toro e i suoi tifosi a contare su di lui a occhi chiusi. Il suo 5 in pagella è emblematico di una giornata storta che fa ancora più meraviglia perché arriva da un calciatore che meno te l’aspetti. Può succedere a tutti, anche ai campioni come lui. Indicazioni positive sono arrivate invece da Vives, vero ispiratore della manovra granata. Annulla Maggio nello scontro diretto sulla fascia e non perde mai un pallone in fase di disimpegno. Poi Santana che, entrato in campo al 75’ ha subito creato scompiglio nella difesa avversaria attraverso le sue accelerazioni improvvise. Un po’ sottotono Sgrigna, mentre il tanto criticato Sansone, autore del gol del pareggio granata, ha dimostrato che soltanto giocando con continuità si possono raggiungere buoni risultati. Lui ha grandi margini di miglioramento in Serie A. Per il resto, ottimo il comportamento della difesa che non sembra soffrire il perdurare della mancanza di Angelo Ogbonna. Poi, anche la prestazione del centrocampo granata è stata attenta nel marcare con assiduità la fonte del gioco avversario. Buono il possesso palla del Toro, mentre il Napoli non ci è sembrato nelle sue giornate migliori. E’ l’eterno dilemma mai risolto che ripropone il calcio di tutti i tempi quando una squadra prevale sull’altra: Demerito della squadra che non ha vinto o merito della squadra avversaria che ha conquistato un risultato positivo? Noi, in questo specifico caso, optiamo per la tesi oggettiva che il Toro è stato un valido baluardo per un Napoli che, comunque, ha fatto di tutto per vincere una partita che gli avrebbe permesso di avvicinare in classifica la Juve. Ma i granata, senza volere fare nessun piacere agli “odiati” cugini, non hanno permesso ai partenopei di far sua la partita. Emblematici i complimenti di mister Mazzarri alla squadra di Ventura e, in fondo, si racchiude proprio qui la sintesi vera del pomeriggio di calcio vissuto dal Toro al San Paolo di Napoli. Ora, per il Toro, c’è un unico importante obiettivo da seguire; quello di continuare con umiltà e chiarezza d’idee anche tra le mura di casa, in mezzo alla propria gente.
Salvino Cavallaro
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