ITALIA SVEZIA, L’IMPORTANTE È AVER VINTO, MA…


Com’è strano questo calcio che ti annoia per 87 minuti e poi
sprigiona in un attimo le emozioni che hai atteso per tutta la partita. E’ la
sintesi di un match che ha visto l’Italia giocare male e la Svezia essere più
in palla ma carente in attacco. Avevamo ancora negli occhi la bellissima partita
di carattere che gli azzurri hanno giocato contro il Belgio, mentre contro la
squadra di Ibrahimovic si sono evidenziate lacune in tutti i settori. Il gol di
Eder è arrivato come una specie di
liberazione, non solo per il successo acquisito ma, soprattutto, perché questo
gol ci spalanca le porte degli ottavi di finale. E possiamo pure dire che quel
famoso e amaro biscotto che avevamo dovuto ingoiare 12 anni fa in cui fummo
mandati a casa dal tacito accordo tra Svezia e Danimarca, è stato “vendicato”.
Ma a parte queste considerazioni che riguardano un passato troppo lontano, l’Italia
vista oggi ha palesato lunghi momenti di ansia da stress fisico e mentale. Per
tutto il primo tempo abbiamo visto gli svedesi arrivare primi sul pallone,
mentre la nostra azione si spegneva praticamente a centrocampo, lasciandoci
pericolosamente troppo bassi e arroccati nella nostra trequarti campo. Per
fortuna, come dicevamo prima, la Svezia pur sovrastando l’Italia dal punto di
vista fisico, hanno mostrato grandi carenze tecniche e di convinzione in fase
di conclusione in area di rigore. “Dobbiamo
guardare in faccia la realtà” dice Antonio Conte: “All’inizio nessuno avrebbe scommesso su un’Italia che dopo le prime
due partite dell’europeo, sarebbe entrata agli ottavi di finale. Oggi,
soprattutto nel primo tempo, ho visto i ragazzi un po’ contratti, ansiosi,
forse perché volevano togliere in fretta qualche scheletro dall’armadio.
Tuttavia, non mi sembra che in tutta la partita, Buffon abbia rischiato il gol.
La Svezia ha avuto il pallino del gioco, ma noi siamo stati bravi a contenere la loro spinta che, ripeto, non
ci ha mai creato grandi problemi.” Lucida l’analisi del C.T. azzurro che si
stringe attorno alla sua squadra, anche dopo una partita insufficiente dal
punto di vista del gioco. Certo, siamo all’inizio, tuttavia è assolutamente
necessario riprendere il bandolo del gioco, degli schemi, del giusto approccio
mentale alla partita. Tutte cose che questa Italia di Conte ci ha abituati, per
carattere e per voglia di superare l’ostacolo attraverso l’unione di gruppo, capace
di enfatizzare il senso di squadra. Certe carenze di poca qualità a centrocampo,
non si possono certamente inventare. Ma la grinta e la determinazione della
squadra nell’intendere il gioco sugli esterni d’attacco che, contro la Svezia
non si è praticamente mai visto, è necessario ritrovarlo presto. Insomma, tutto
è bene ciò che finisce bene, ma l’entusiasmo su una vittoria acquisita negli
ultimi due minuti del tempo regolamentare,non deve nascondere i problemi che la
Svezia di Ibrahimovic ha messo a nudo.
Salvino Cavallaro