LA JUVE ENTRA NEI QUARTI DI FINALE DI CHAMPIONS. MA QUANTA FATICA!


Contro l’inefficienza dell’arbitro, contro il
dannato destino che la vuole sempre bocciata dalla Champions League, contro certe
malefatte poi riparate in corso d’opera da Max Allegri, la Juventus soffre,
barcolla, ma non cade. E’ un po’ la sintesi di una serata di Champions che per
la Vecchia Signora si presentava difficile non solo per il risultato sibillino
ottenuto nella partita d’andata, ma anche per i tanti giocatori infortunati. Da
Mandzukic a Cuadrado e Bernardeschi,
con Matuidi, Dybala e Higuain in
chiara carenza di forma, la Juventus pur essendo stata penalizzata da un
evidentissimo rigore a suo favore non dato dall’arbitro, ha praticamente
condotto un primo tempo in cui non ha fatto neanche un tiro in porta
facilitando il dilagare degli inglesi a
centrocampo, i quali apparivano come vere e proprie furie capaci di arrivare
sempre primi sul pallone e produrre un pressing asfissiante. Così i bianconeri sono
stati letteralmente presi d’assalto da un Tottenham, in cui l’irrefrenabile esterno
Son ha fatto soffrire Barzagli e l’intera difesa della
Juventus. Questa marcatura è stata una macroscopica topica di Max Allegri, che
non ha previsto l’inadeguatezza di passo da parte di un Barzagli incapace di
contrastare la fonte del gioco avversario. A centrocampo anche Dembele, Dier, Eriksen e Kane hanno spinto come dannati, consapevoli di una
Juventus impotente e mal sistemata in campo. E così al 39’ il sudcoreano Son ha
portato in vantaggio il Tottenham, grazie a un tiro svirgolato in area di
rigore che si è infilato in maniera beffarda, ingannando un Buffon che nell’occasione
non è apparso completamente indenne da colpe. La reazione della Juve è molto
blanda e si è concretizzata soltanto con un tiro a lato di Pjanic e un colpo di testa di Alex
Sandro che non ha impensierierito nessuno. Nel primo quarto d’ora della
ripresa il copione non muta, tanto è vero che il Tottenham ha attaccato in
maniera furibonda per chiudere la partita. Poi la svolta del match. In panchina
si è accesa una luminosa lampadina sulla fronte di Max Allegri, il quale decide di inserire Asamoah al posto di Matuidi,
alzando Alex Sandro a centrocampo e
inserendo un minuto dopo Lichtsteiner al
posto di Benatia. Detto fatto, e la
Juve è subito sembrata un’altra squadra. Lo svizzero ha subito preso in
consegna Son annullandolo, ma soprattutto ha dato vigoria in fase d’attacco,
portando palloni invitanti per Higuain
e Dybala. Anche sulla fascia
sinistra si è vista una grande propensione all’attacco da parte di un Asamoah che ha difeso con attenzione e
ha anche saltato avversari come fossero birilli. Così, su uno dei tanti cross effettuati
da Lichtsteiner, al 19’ il Pipita Higuain pareggia con una zampata
sferrata nell’area piccola della difesa del Tottenham. Adesso la Juve ci crede
e appare più tonica, decisa e con la voglia di ribaltare un risultato che così
restando l’avrebbe eliminata. Così al 22’ Dybala, su un magistrale suggerimento
di Higuain che taglia in profondità
tutta la difesa avversaria, si invola verso la porta difesa da Lloris e lo batte con la freddezza di
un vero campione. Il resto è sofferenza pura fino alla fine. Una sofferenza che
adesso ci sta, diventa quasi logica perché è diversa da quella sofferta dalla
Juve per 60 minuti in maniera assolutamente sterile. E persino il brivido di Chiellini che anticipa Kane rischiando un colossale autogol e
il colpo di testa ancora di Kane, la
cui palla colpisce il palo, danza pericolosamente sulla linea di porta e viene
respinta da Barzagli, pur provocando situazioni da infarto non modificano l’essenza
di una partita in cui la Juventus, suo malgrado, ha dimostrato due facce. Alla
fine Max Allegri l’ha detto: “Il merito
è dei ragazzi, io sono molto
orgoglioso di allenarli anche se qualche volta faccio danni e poi li riparo”. La Juve, dunque, va ai quarti
e prosegue il suo cammino nelle tre competizioni di Champions,Campionato e
Coppa Italia. Questo non è puramente un dettaglio da sottovalutare, soprattutto
in funzione di alcuni recuperi importanti dall’infermeria. Continua la grande
storia scritta dal calcio italiano nello stadio di Wembley. La Juventus ha
superato una impresa davvero difficile, resa ancor più faticosa dalle farneticanti
scelte iniziali di Max Allegri.
Salvino
Cavallaro