TORINO, EUROPA LEAGUE. GALEOTTO FU QUEL DOPPIO FALLO DI BENASSI


Ingenuità allo stato puro. Inammissibile per
chi vuole imporsi nel calcio europeo. I primi venti minuti del Torino in quel
di San Pietroburgo, avevano dato l’impressione di una squadra ben messa in
campo, pronta a ripartire, ma attenta soprattutto a contenere ordinatamente l’avversario.
Non vogliamo certamente buttare la croce addosso al giovane Marco Benassi,
tuttavia, ci sembra determinante il suo ingenuo doppio fallo con la conseguente
espulsione, che ha lasciato i suoi compagni in dieci per 70 minuti di partita.
Passi il primo fallo tattico su Hulk, ma la seconda entrata fuori tempo e in
maniera pericolosa su Witsel, è davvero da condannare per lo scriteriato fallo
in una zona del campo che non avrebbe creato alcun disagio ai suoi compagni.
Comunque, dopo l’uscita di Benassi dal campo, il Torino ha palesato ovvie
difficoltà di gioco. Il ragazzo è bravo tecnicamente, ma ha bisogno di maturare
con calma e non in una partita di questa portata. E così Ventura cerca di correre ai ripari togliendo Martinez
e inserendo Vives, concretizzando così una sorta di 3-5-1 che non ha fatto
altro che abbassare notevolmente il Toro nella sua metà campo, inibendo
ogni velleità di pungere in attacco. Il solo Quagliarella in
avanti non poteva sicuramente fare nulla, se non rendersi utile nella strenua
difesa dei suoi compagni. Noi pensiamo che Ventura avrebbe dovuto lasciare le
due punte in campo, inserendo un difensore per potere praticare una difesa a quattro, con
tre centrocampisti, attuando un 4-3-2 che, secondo noi, sarebbe stato più
concreto nell’alzare il baricentro del centrocampo. Così si poteva in qualche
modo contrapporre un gioco più propositivo sugli esterni a beneficio delle
punte, alleggerendo allo stesso tempo lo stress della difesa, cui non è bastato
l’apporto dei cinque centrocampisti. Abbassarsi così, contro una squadra
tecnicamente più forte, è stato secondo noi alquanto deleterio. Comunque, il 2 a 0
subito in casa dello Zenit, lascia a nostro avviso una speranza per il ritorno.
Certo, non sarà facile per il Toro ribaltare un risultato che non la favorisce,
tuttavia, ci sentiamo di dire che questo Zenit non ci ha impressionato più di
tanto. Nonostante la superiorità tecnica e numerica, non ha palesato grande
gioco di squadra anche se ha considerevoli individualità. Lo Zenit è apparso
lento, con poco movimento senza palla e con occasionale coralità. Al confronto
l’Athletic Bilbao ci è sembrato migliore sotto l’aspetto della foga agonistica
e dell’assetto di squadra. Comunque, vedremo se in occasione della partita di
ritorno queste nostre impressioni saranno suffragate da un match generoso e
vincente, che il Toro sa fare quando è in vena. Il catino granata dello Stadio
Olimpico è già metaforicamente colmo e pronto a continuare il suo percorso in Europa
League. Il sogno continua, anche se è legato a un filo.
Salvino
Cavallaro