LA JUVE VINCE CONTRO LO SPORTING LISBONA, MA QUANTO AFFANNO


“Conta
il risultato” (Allegri dixit). Dopo la sofferta vittoria della Juventus in
Champions League contro lo Sporting Lisbona, i tifosi della Juventus si
dividono in chi è d’accordo con Allegri e chi invece vorrebbe una Juventus
capace di esprimere un gioco e avere una vera identità di squadra. Aleggia un
velato nervosismo nell’ambito della squadra, tipico di un ambiente che è
consapevole di attraversare un momento difficile. Khedira che protesta
chiaramente contro Allegri per la sostituzione, si antepone a un rebus difesa
che la Juve di Champions si trova a dover risolvere, improvvisando addirittura
Cuadrado come terzino sul finire della gara. Lichtsteiner che non è stato
inserito volutamente nella lista UEFA e De Sciglio infortunato come Howedes,
Daniele Rugani che non sembra godere delle simpatie di Allegri, sono i punti su
cui ci si dovrebbe soffermare per riflettere, visto che il mister si trova a
improvvisare il mediocre Sturaro in un ruolo non suo, dando fiducia a
Chiellini, Benatia e Barzagli (in sostituzione del franco –marocchino che si è
infortunato). Capiamo l’indisponibilità di certi giocatori scelti per
partecipare alla competizione europea, tuttavia viene da chiedersi come mai una
società che ambisce ad arrivare in fondo alla Champions per l’ennesima volta, non
abbia messo in preventivo un reparto difensivo più qualitativamente numerico e
consono agli obiettivi da raggiungere. E poi, se pensiamo che sono stati spesi
40 milioni di euro per Bernardesci + 40 per Douglas Costa che nell’assetto
tattico voluto da Allegri sembrerebbero l’uno il doppione dell’altro, facciamo
fatica a pensare che questa volta Marotta, Paratici e crediamo anche Allegri, non
abbiano sbagliato nel costruire una squadra in grado di sviluppare un gioco
brillante e di alto livello, nel competere con le più forti corazzate europee.
Eppure Allegri, nella conferenza stampa post partita con lo Sporting Lisbona
(uscito a testa alta dall’Allianz Stadium) dice: “Non c’erano alternative: vincere era l’unica
opzione. Con il cuore e con la testa. Abbiamo centrato l’obiettivo, perché la
strada è questa”. Sarà, ma noi
abbiamo dei seri dubbi sul prosieguo di questa squadra che vede un Dybala da
recuperare perché chiaramente fuori forma, un Mandzukic che sputa l’anima ogni
partita, un Higuain che continua a non segnare ma che corre, si dà da fare e
confeziona preziosi suggerimenti, e (per fortuna) un ritrovato Pjanic che è risultato
il cecchino della partita. Per il resto, pensiamo che Matuidi (entrato a
partita in corso) sia stato volutamente lasciato in panchina per farlo
riposare, visto che almeno lui rappresenta l’acquisto azzeccato del centrocampo
bianconero. Ma il leitmotiv della Juventus resta sempre la noia di un gioco che
non c’è e l’improvvisazione tattica che fa emergere confusione e stress da
insicurezza. Esattamente al contrario di quello che negli anni la Vecchia Signora
d’Italia ci ha abituato, e cioè una squadra forte, sicura, cinica, bella da
vedersi. Tutte cose che dall’inizio di campionato stentiamo di vedere. Ma,
forse sarà il confronto e il gusto che ci dà nel vedere giocare le partite del
Napoli di Sarri, fatto è che il calcio senza spettacolo diventa noia. E’ vero,
vincere è l’unica cosa che conta, ma non sempre si vince senza una reale
superiorità di gioco e chiarezza di idee. I fantasmi visti a Bergamo e contro
la Lazio, sono l’emblema di una Juve che è ancora alla ricerca di se stessa. Vedremo
cosa accadrà quando rientreranno i Marchisio, i De Sciglio, gli Howedes (che
non abbiamo mai visto all’opera) e, soprattutto, quando si troverà un ruolo
preciso a Bernardeschi e Douglas Costa che, così gestiti, rappresentano un vero
e proprio spreco economico della società.
Salvino
Cavallaro