BUONA LA PRIMA DI CHAMPIONS DELLA JUVE DI ALLEGRI


E chissà cosa staranno pensando
adesso gli acerrimi denigratori di Massimiliano Allegri. Certo, è ancora presto
per significarne il suo lavoro, tuttavia, in base a quello che la Juventus sta
esprimendo in questo inizio di campionato e di Champions League, possiamo
tranquillamente dire che si apre un nuovo corso. Altro che ciclo finito! La
Juve vista ieri sera contro il Malmoe, ha battezzato un inizio di Champions
all’altezza della sua fama internazionale. Diciamo subito che la partita è
apparsa dai due volti. Infatti, a un primo tempo sottotono, la Juve ha risposto
nella seconda parte della gara con vigoria e voglia di vincere il match. I due
gol di Carlitos Tevez, con i quali i bianconeri hanno battuto il Malmoe, sono
l’emblema di un gioco dalla chiara fisionomia offensiva. Mancando gli
infortunati Pirlo, Vidal e Barzagli, la Juve di Allegri si affida all’ormai
consolidato schema tattico del 3-5-2, in cui si evidenzia lo spostamento a
interno di centrocampo di Asamoah, mentre il nuovo arrivato Evra lo sostituisce
nel ruolo di esterno alto. Un po’ in ombra è apparso Pogba che nella sua
posizione di centrocampista risente in qualche modo l’assenza della regia di
Pirlo. Interessanti note sono arrivate invece da Lichtsteiner. L’esterno alto
della Juventus è apparso instancabile nella sua fascia di appartenenza, anche
se, a dire il vero, più di una volta ha peccato nel tiro in porta. Troppo
altruista il suo gioco, anche quando l’azione l'avrebbe portato a una conclusione
personale. Ottimo il lavoro di Llorente, sacrificatosi quasi sempre
in un lavoro oscuro ma intelligente, fatto di suggerimenti da play maker
avanzato a beneficio di Tevez. L’argentino, poi, è stato la ciliegina sulla
torta bianconera. Il suo apporto in fase risolutiva di attaccante indemoniato,
mai fermo sulle gambe e sempre lì a giostrare da destra a sinistra e poi ancora
al centro dell’area di rigore avversaria, è il focus della squadra di Allegri. Due
gol di ottima fattura che si riconciliano con la sua lunga astinenza di reti in
Champions League. Pensate che l’ultimo gol segnato da Tevez nell’ambito della
competizione europea risale ai tempi in cui giocava con il Manchester United.
Era un altro giocatore allora, non soltanto perché portava i capelli lunghi, ma
anche perché non aveva ancora espresso il meglio del suo repertorio che oggi
coincide con la sua maturità professionale. Per il resto, non ci sembra di
dover riferire altre situazioni degne di nota, se non l’ingresso a dieci minuti
dalla fine della gara di Morata al posto di Llorente. Troppo poco per valutare
il gioiellino da poco arrivato dal Real Madrid, che rientrava dopo un
infortunio. Tuttavia, in qualche occasione, ha fatto vedere cose interessanti
quali ad esempio la capacità di saltare l’avversario e puntare dritto in porta.
Per finire diamo un cenno agli svedesi del Malmoe. Diciamo subito che non ci è
sembrata una squadra irresistibile, anche se nel primo tempo ha creato qualche
brivido nei pressi di Buffon. Dal punto di vista tecnico, la superiorità della
Juve è stata evidente soprattutto nel secondo tempo, quando la maggiore
convinzione dei bianconeri ha assunto i connotati di una gara da vincere a
tutti i costi. Adesso la squadra di Allegri si trova ad essere prima in
classifica assieme all’Olympiakos che a sua volta ha battuto il temibilissimo
Atletico Madrid. Vedremo cosa accadrà in seguito. Una cosa è certa, la Juve del
nuovo corso targato Allegri si profila con la filosofia di chi bada ai fatti
senza tante inutili parole. Step by step, siamo convinti che ne vedremo ancora delle
belle. La Juve non aveva finito un ciclo, ha semplicemente girato la pagina del
suo libro fatto di vittorie e di illustri personaggi, che ne hanno scritto e
caratterizzato la sua lunga storia. Sì, perché gli uomini passano, ma le
società di calcio continuano coi loro mutamenti generazionali e il loro
guardare avanti per progredire. Così, com’è il mondo che non finisce mai e che
chiede agli uomini di abituarsi ai cambiamenti che talora sono repentini. Già,
i cambiamenti. Proprio come il passaggio di consegne tra Conte e Allegri.
Salvino
Cavallaro