Neanche il tempo di gioire dopo
l’1 a 3 inflitto al Sassuolo che pregusta la quasi conquista storica del terzo
scudetto consecutivo, che Conte in conferenza stampa si abbandona a polemiche
contro tutti e tutto. Eppure, anche se la sua Juve non ha ancora la matematica
certezza, c’è per il condottiero juventino la sicurezza d’aver visto una
squadra lottare sotto il cielo di Reggio Emilia carico di pioggia e su un campo
talmente pesante che avrebbe tagliato le gambe a chiunque. Non è stata bella la
Juve del primo tempo che ha incassato il gol di Zaza, non ha convinto
soprattutto in difesa, là dove Ogbonna è stato il punto negativo di una serata
che avrebbe potuto dargli lustro in assenza di Bonucci. Ma, evidentemente, il
giocatore ex Toro ha dei problemi di completa integrazione nel modulo di Conte
e in una difesa a tre che spesso deve essere sia a supporto del centrocampo,
sia guardinga nell’inibire il gioco degli avversari. Questa sera il ragazzo ha
dimostrato grande insicurezza, soprattutto nel contrastare il gioco di Zaza che
lo ha quasi sempre superato nella velocità. Tuttavia, senza voler penalizzare
solo Ogbonna che pur continua a rendere dubbiosi anche chi lo vede come valida
riserva di uno dei tre difensori titolari, è stata tutta la Juventus che non è
piaciuta nel primo tempo. Poi, dopo la strigliata di Conte nell’intervallo, è
venuto fuori il carattere e la maggior tecnica degli juventini che hanno vinto
con un gol di Tevez, Marchisio e Llorente, il quale manda tutti in visibilio
per aver segnato di tacco, memore degli antichi fasti di Bettega e Serena. Una
lunga storia che, pur riveduta e corretta dalle nuove generazioni del calcio
bianconero, continua all’insegna della spettacolarità che si abbina alla
vittoria. Ma, come dicevamo, neppure questo è bastato a Conte per addolcirsi e
non polemizzare. Nella conferenza stampa post gara, il condottiero juventino
mostra tutta la rabbia che ha in corpo contro tutti; Garcia, gufi e coloro i
quali ce l’hanno sempre contro la sua Juve. “In Italia è difficile fare
i complimenti alla Juve” dice Conte, “in
genere ci si limita a non dire neanche che
siamo stati bravi e non ci elogiano mai. Noi, quando è il caso, ci
complimentiamo con chi è stato più
bravo di noi…., ma alla Juve no, alla Juve c’è sempre qualcosa per cui non è consentito gratificarla, si tratti della squadra
o del suo allenatore”. Frasi ripetute con regolarità e acredine, anche
quando dice: “Se la Juve dovesse andare fuori dall’Europa League si dirà che
la squadra non è adatta alle Coppe internazionali e, se invece vincerà, si dirà
che quella è una coppetta di poca importanza, un qualcosa che non interessa a nessuno”. Insomma, una
sfilza di sassolini che Conte sembra volersi togliere dalla scarpa, proprio ora
che è giunto il momento di non tenere conto di queste cose e godere il magic
moment bianconero. Ma è nella natura di Conte, quello di non essere mai
contento, mai completamente soddisfatto e sempre polemico con chi, a suo dire,
colpisce ingiustamente la sua Juve. Noi non siamo d’accordo con l’allenatore
juventino, perché non è giusto fare di tutta un’erba un fascio. Se è vero, come
lui dice, che gli anti juventini gufano affinché questa Juve dai primati
storici cada, è anche vero che la maggior parte dei media è stata sempre
d’accordo a magnificare quanto questa Juve ha fatto non solo quest’anno ma
anche dal momento in cui lui è arrivato alla corte della Vecchia Signora
d’Italia. Non può negare, il coach della Juve, che la stampa non gli abbia dato
merito di tantissime cose. D’altra parte i numeri parlano chiaro e sono
inconfutabili, così come il gioco, la grinta, la determinazione, la gestione
del gruppo, il carisma, le grandi motivazioni che ha saputo dare alla sua Juve
che ha raggiunto quota 93 punti a tre giornate dal termine. E come si può,
juventini o no, non riconoscergli il merito di aver superato persino Fabio
Capello che nel 2006 vinse lo scudetto con 91 punti in classifica, di aver
eguagliato in così poco tempo i meriti del suo maestro Trapattoni che pure
aveva esteso il suo dominio per un decennio, o Marcello Lippi che pur vincendo
una Champions League non ha mai raggiunto una classifica di punti così alta. Sono
dati che parlano da soli e, simpatia o no, Conte deve ricordare che la logica
della meritocrazia a volte viene distorta dalle angolazioni con le quali si
vede il calcio, dalla fede altrui e, perché no, anche dall’invidia di chi non è
in grado di arrivare a prendere “l’uva e mangiarla”. Chi vince è antipatico a
chi è invidioso, chi non vince o vince poco è più simpatico, forse perché è più
“umano”. Questo concetto di vita Conte deve saperlo senza farsi prendere
dall’ansia. Noi, al posto suo, ci godremmo il momento fantastico e forse
irripetibile di una Juventus che è il frutto del suo lavoro intenso, talora anche
ai limiti del maniacale alla ricerca concreta della perfezione. Ma, se i
risultati sono questi, ebbene, Conte godi assieme ai tuoi ragazzi questo
storico momento: “Carpe diem”. Gli
altri, dicano pure quel che vogliono……! E poi, “Il potere logora chi non ce l’ha”.
Salvino
Cavallaro
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