ESSERE BELLI NON BASTA, SE NON C’È CATTIVERIA CALCISTICA


Il Torino di Mazzarri si riflette nella sua ingenuità.
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Bologna, 23/10/2018 -


Il Toro contro il Bologna si guarda allo specchio, si piace, e poi butta al vento due punti che gli sarebbero spettati per il gioco ma non per l’ingenuità. Già, l’ingenuità. Non sappiamo se è il termine giusto per definire un primo tempo ben giocato e una ripresa che invece è meglio dimenticare. Il Bologna di Inzaghi è poca cosa, ma ha avuto il merito di crederci fino alla fine, grazie anche a un Toro che si è perso per strada. Prima un bellissimo gran gol da fuori area di Iago Falque, dopo il raddoppio di Baselli, e poi leggerezze a non finire da parte dei granata che hanno offerto alla squadra di Inzaghi il red carpet per segnare con Santander e Calabresi. Tuttavia, ci sono ancora una serie di attenuanti che riteniamo importanti nell’associarli a quella sorta di blocco psicologico che è diventato ormai la costante di questo Toro che non trova continuità di gioco e risultati. La prima attenuante è senza dubbio la prova opaca di Andrea Belotti, un giocatore che non incide più come una volta  e che ha bisogno di ritrovarsi. C’è poi da dire che è inammissibile in una squadra di Serie A, l’abulia difensiva proprio nel momento in cui gli avversari spingono maggiormente per raggiungere il loro obiettivo. In occasione dell’ultimo gol del bolognese Calabresi, infatti, Sirigu sbaglia il rinvio, Berenguer non fa nulla per rimediare all’errore del compagno e Djidji si limita a guardare il dialogo tra Calabresi, Orsolini, Calabresi che frutta il gol del pareggio per il Bologna. Ecco, queste non sono purtroppo delle casualità, ma più semplicemente dei meccanismi da correggere al più presto. Disattenzioni inaccettabili tra professionisti di calcio, che dovrebbero fare della concentrazione continua il proprio credo. Sì, perché nel calcio (soprattutto in quello moderno) le partite durano ben oltre il 90esimo minuto, e quindi è essenziale non mollare mai fino all’ultimo. E’ un fatto di crescita, di maturità, forse anche di quella furbizia della quale il Toro sembra esserne privo. Riteniamo che Mazzarri debba lavorare molto su questo aspetto durante la settimana, associando la parte tattica e tecnica a quei convincimenti mentali che sono la forza di crederci fino in fondo. Con grinta e determinazione, consci della propria forza di squadra che quest’anno si permette pure il lusso di avere in campo un super Iago Falque e in panchina lo scalpitante Zaza. Dunque, solo così il Toro di Mazzarri potrà associare il suo essere bello e a tratti anche convincente, con quell’immancabile brillantezza mentale che fa grande una squadra di calcio. Vedremo se sarà così.

Salvino Cavallaro           

Salvino Cavallaro