A TORINO, STA PER ARRIVARE L’ATTESISSIMO DERBY


In questo periodo dell’anno in cui siamo presi dai
preparativi per il prossimo Natale, il calcio ha sempre un suo posto di
primaria importanza. E così, nell’attesa del derby della Mole, nell’area prospiciente
lo stadio Grande Torino scorgiamo sguardi d’attesa febbrile che s’intersecano
all’ansia da derby. Tu perché sei del Toro, e tu perché sei della Juve. Storie diverse
che s’incontrano in una domenica di calcio tanto attesa, forse anche un po’ da
chi di pallone non se ne intende. Ed è questa la bellezza di un tifo che non
deve mai oltrepassare i limiti, ma che deve essere gioia, festa pallonara, capace
d’intersecarsi alla speranza di una sempre maggiore cultura del rispetto. E’
troppa l’attesa. Nei negozi, al mercato, al bar e persino nella coda ai
supermercati, non si fa altro che parlare di derby, di Toro e di Juve, del gallo
Belotti e del pipita Higuain. Ciascuno con la propria maglia, con i propri
colori, con la propria fede calcistica, con la propria storia che si lega a un
passato che è sempre presente come trampolino di lancio per il futuro. In
fondo, con un pizzico d’orgoglio, torinisti e juventini possono dire di essere
invidiati da tutta Italia. Sì, perché qui, nella città sabauda che trasuda cultura
da ogni dove, c’è un pallone che da un lato è vincente, e dall’altro è in
predicato di vincere dopo tanti anni. A questa nobile città un po’ discreta e capace
di parlare sottovoce, hanno portato via la centralità della Rai, della Fiat,
del Salone dell’Automobile e forse pure il Salone del Libro. Ma il calcio no. Quello
appartiene di diritto alla città piemontese che ha saputo costruire negli anni
e proporsi ad alti livelli. A Torino, Andrea Agnelli e Urbano Cairo,
sportivamente parlando si guardano in cagnesco, tuttavia, chi ne beneficia per
un calcio ad alti livelli è proprio la città della Mole, che da sempre fa
parlare di sé per storia, tragedie legate al pallone, ma anche per vittorie e derby che sono l’emblema dell’antica
tradizione torinese. Bollito, fritto misto o Bagna Cauda, i torinesi s’incontrano
a tavola e si scontrano allo stadio. C’è rivalità per un derby che non è
ammesso perdere, perché ne va dell’orgoglio che non può e non deve essere
ferito. E’ il pallone di Torino, sia esso granata o bianconero, che fa sperare,
sognare, sorridere e piangere. E’ la storia, è il derby che si ripete, che non
muore mai, perché fa sempre parlare di sé come una bella donna che è desiderata,
ma fa gioire e amareggiare. Li chiamavano “bogianen” (non ti muovere), ma in
campo e tra gli spalti dello stadio, granata e bianconeri non si risparmieranno
mai e si affronteranno sempre per vincere. Sì, perché questo è l’unico
obiettivo da raggiungere. Così lunedì, ritornando a lavoro, non si debba
sottostare agli sfottò che bruciano e ammutoliscono. Vinca dunque il migliore (così
si dice banalmente), ma ciascuno sta già pensando che a vincere sarà la propria
squadra del cuore. E’ legittimo. Tu perché sei del Toro e tu perché fai il tifo
per la Juve.
Salvino Cavallaro