ACHILLE MUZZARELLI E CAPITAN VALENTINO MAZZOLA.


Una
bella storia legata al cuore.
Ci sono storie di vita che
ci piace ascoltare e raccontare per la loro semplicità, intrisi come siamo di
sofisticatezze quotidiane che lasciano talora privi di interesse. Ma la vera
storia di Achille Muzzarelli,
continuità di un’antica casa artigianale che opera nel settore della pasta
fresca di prima qualità, attrae e per alcuni versi è anche emozionante. Già,
l’emozione del ricordo di un bambino che nel lontano1949 aveva solo dieci anni,
e oggi, 68 anni dopo, racconta la sua storia realmente vissuta. Achille, fin da
bambino è un fervente tifoso del Toro e per indole famigliare si è appassionato
alla maglia granata del Grande Torino, legandosi specialmente al capitano Valentino Mazzola. Un giorno, di quel
fatidico anno, prima che avvenisse la tragedia di Superga, Achille ricevette in
omaggio da Mazzola un distintivo del Toro. Fu un momento emozionante per quel
bimbo che adorava il capitano che è stato il simbolo, l’emblema di una storia
che si è cucita sulla pelle in maniera indelebile. Dopo quel tragico evento
dello schianto dell’aereo che riportava a casa il Grande Torino da Lisbona,
Achille promise a se stesso e a papà Giuseppe che avrebbe trovato il modo di
onorare il ricordo del Capitano di quella invincibile squadra che tanta gente
fece innamorare. Ebbene, nell’occasione della rinascita dello stadio Filadelfia
che sarà inaugurato il prossimo 25 maggio, Achille ha mantenuto quella sua
antica promessa, legando in qualità di sponsor il suo Pastificio Bolognese e tutta la famiglia Muzzarelli, al Pennone dedicato
a Valentino Mazzola. Storie di cuore, di promesse mantenute, di
inesauribile orgoglio capace di sentirti a posto con la coscienza, mentre ti fa
emozionare per i tanti anni trascorsi e per il magnifico ricordo di papà
Giuseppe che si lega alla Leggenda di Valentino Mazzola. Una sorta di
gratitudine per quel piccolo distintivo del Toro che oggi è pure un po’
arrugginito dal tempo, ma che conserva intatto il gesto affettuoso che quel
bimbo dal nome Achille di soli dieci anni, ancora oggi ricorda come fosse stato
ieri. E’ la bellezza di un calcio che appare come qualcosa che inorgoglisce per
fede sportiva, ma che poi coglie sfumature di vita che vanno oltre ogni cosa.
In fondo è questo, è il gusto delle piccole cose, dei piccoli gesti che
diventano improvvisamente grandi per la loro semplicità. Storie di vita che ti
riconciliano con un mondo spesso banale, arido di sentimenti, sempre più
proiettato verso una superficialità che appare inarrestabile e senza freni
inibitori. Ma, per fortuna, ci sono storie romantiche come questa di Achille,
capaci di strapparci attimi di riflessione sul significato semplice di vivere
una vita a misura d’uomo, con la naturalezza che va alla ricerca dei
sentimenti, delle relazioni tra le persone che restano alla base di ogni cosa.
Da un piccolo pensiero del campione leggendario, la grandezza di un sentimento
portato avanti per tanti anni con il segno tangibile della riconoscenza. E
sullo sfondo di quel Pennone del nuovo Filadelfia che si erge orgoglioso e
imponente sotto il cielo azzurro diventato metaforicamente granata, rivedremo
per sempre le sagome nitide di capitan Valentino Mazzola che regala il
distintivo del Toro al bimbo Achille, sotto lo sguardo commosso di papà Giuseppe
Muzzarelli. Grazie Achille, per averci fatto vivere questa piccola - grande
storia personale, che ci rende partecipi di momenti indimenticabili e capaci di
intersecarsi tra cuore e anima. Noi non c’eravamo, ma è come se fossimo stati
testimoni oculari di tanta emozione.
Salvino
Cavallaro