SABRINA GONZATTO: “UN ALTRO CALCIO È POSSIBILE”.


Il 2 dicembre scorso presso l’Aula Jona del
Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino,
si è svolto un interessante convegno intitolato “ Un altro calcio è possibile”. Un tema di assoluta attualità in cui la forza della
partecipazione globale nello sport di questo nostro Paese che sembra andare
alla deriva dei valori e del senso di correttezza, induce a trovare idee nuove,
moderne e capaci di ricollegare effettivamente gli appassionati alla propria
società sportiva di riferimento. Si chiama “TOROMIO”,
l’associazione di tifosi che vuole partecipare alla gestione della società del
Torino F.C. portando la tradizione che solo i tifosi sanno trasferire e
consolidare. Da qui tutta una serie di iniziative si stanno sviluppando
nell’intento di migliorare un mondo del calcio e dello sport in genere, che
richiede la realizzazione di ambiziosi progetti. E così, a questo scopo, TOROMIO
propone un progetto di legge in cui in ambito sportivo si vuole ripristinare la
funzione sociale, educativa e sanitaria. Per fare questo è necessario agevolare
un cambiamento culturale, attraverso una legge che indichi nuove direzioni da
percorrere. Ma per saperne di più su questo interessante progetto di legge che
riguarda lo sport, abbiamo pensato di intervistare la D.ssa Sabrina Gonzatto, scrittrice,
giornalista, responsabile relazioni esterne Università eCampus e membro
del direttivo dell’Associazione Culturale e Sportiva TOROMIO. Con lei abbiamo
parlato anche dei suoi progetti letterari futuri e del suo Toro, che sabato
prossimo affronterà il Napoli allo stadio Grande Torino.
“Un altro calcio è possibile”. Sabrina, di cosa si tratta?
“ Da qualche anno faccio parte
del consiglio direttivo dell’Associazione Toro Mio, dove curo la Comunicazione.
Il progetto “Un altro calcio è possibile” deriva in realtà da un desiderio, da
un sogno e da una visione legata ad un libro scritto da Luciano Cavagnero che si intitola “Se vogliamo possiamo”.
Quando è stata fondata questa associazione granata, da non confondersi con uno
dei tanti Toro Club, si sono messe in evidenza le finalità sociali e culturali
legati al territorio e al Torino come realtà sportiva. Da qui nasce l’idea del
progetto, non come fatto impositivo ma essenzialmente come sviluppo culturale e
comportamentale legato al calcio e allo sport in genere”.
Sappiamo che il Convegno svolto presso il Dipartimento di Management
dell’Università di Torino ha avuto molto seguito. E’ così?
“ Sì, è proprio così.
Nonostante il tempo inclemente di quel 2 dicembre scorso che ha riservato i
primi fiocchi di neve della stagione, l’aula dell’Università di Torino che ha
accolto nella sua sede il convegno, si è subito riempita di molte personalità.
E’ stato bello vedere tante persone partecipi a questo appuntamento dai
connotati sociali e culturali che sono correlati allo sport. Io e Giulio
Graglia ci siamo occupati di presentare l’evento e anche gli ospiti, tra i
quali il giornalista
del Sole 24 ore Marco Bellinazzo. Un profilo professionale davvero
interessante, capace di fare una visione a 360 gradi del calcio e dell’economia
internazionale ad esso legata. Una lezione di economia di notevole spessore, capace
di andare a fondo sull’operato delle aziende calcio. E’ stata poi la volta del
presidente di Toro Mio, Massimiliano Romiti, che ha raccontato la
genesi di questa proposta di legge presentata a Roma dalla stessa Associazione
il 22 aprile 2017. E’ stata poi la volta di Andrea Canta, Ufficio Stampa e
Supporter Liaison Officer del Toro e Alberto Barile, direttore operativo del Torino
F.C. apparso particolarmente emozionato al ricordo del giorno della sua laurea,
che è avvenuta proprio in quell’Aula Jona dell’Università di Torino”.
Tra i tanti punti interessanti del progetto “Un altro calcio è
possibile”, ci sembra molto importante la funzione sociale nello sport, che
comprende anche la sicurezza con l’intento di contenere i fenomeni di
infiltrazione criminale.
“ Sì, si è parlato molto di
questo punto del progetto di legge come monito ai vari presidenti di società di
calcio, proprio perché le famiglie hanno sempre più paura di frequentare lo
stadio. Insomma, si cerca di sensibilizzare e fare formazione comportamentale alla
gran massa di tifosi, e non solo, cercando di contenere il più possibile
l’infiltrazione dei fenomeni criminali nel calcio, ma anche nello sport in
genere ”.
Immaginiamo che questo progetto di legge si espanda a livello
nazionale.
“E’ quello che Toro Mio
desidera, perché non vuole attuare un progetto fine a se stesso ma vuole
rendere fruibili in tutta Italia i vari punti che compongono questo piano di
lavoro. E’ davvero importante sensibilizzare anche altre regioni d’Italia con
altre squadre, e non solo quelle legate al territorio piemontese. Certo, come
puoi vedere il progetto è molto ambizioso, tuttavia, crediamo fortemente che questa
legge abbia l’intento di suggerire, consigliare, perché Toro Mio fa tutto in
punta di piedi”.
Sabrina, quali sono dal punto di vista letterario i tuoi progetti
futuri?
“Sto scrivendo il nuovo testo
drammaturgico che sarà presentato al prossimo Festival Luigi Pirandello del
2018, il quale è tratto da una novella di Luigi Pirandello che si intitola “Il viaggio”. Il mio libro, che s’intitolerà “Il mio viaggio”, è un testo
autobiografico ed è ambientato ai giorni nostri. Abbiamo già i nomi degli
attori che saranno Andrea Beltramo e Carlotta Micol De Palma, con la
regia di Giulio
Graglia”.
Periodicamente ti vediamo partecipe e anche organizzatrice di eventi
culturali. Sembra quasi che finita una cosa hai l’esigenza di cominciarne
un’altra. E’ così?
“E’ vero, è così. Vado sempre
alla ricerca di qualcosa che sia sempre legata alla cultura. Pensa che
prossimamente sarò relatrice di “Aspettando Sanremo”,
una serata organizzata al Circolo dei Lettori il 19 gennaio. Questa volta mi
occuperò di moda e di come sono cambiati i costumi nel corso degli anni”.
Cultura e lavoro s’intersecano perfettamente alla tua passione per
il Toro. Ma cos’è mai questo Toro per te?
“E’ una domanda che mi viene fatta
spesso e mi porterò per sempre dietro. Cos’è il Toro? Un grosso punto
interrogativo al quale tutti noi granata abbiamo cercato di dare delle
risposte, proprio noi che negli anni ne abbiamo visto di tutti i colori.
Abbiamo sofferto e gioito e ce ne siamo pure fatta una ragione. Sabato si gioca
contro il Napoli, la squadra della quale riservo una grande simpatia perché
sono stata un’ammiratrice di Maradona, che per me in assoluto è il migliore del
mondo. So che il Napoli di Sarri è molto forte, ma io spero che Belotti ritrovi
la forma dopo l’infortunio subito. Il Toro ha proprio bisogno dei suoi gol e io
tiferò come sempre per lui e la mia squadra granata.”
Salvino
Cavallaro