TAVECCHIO, DIMETTITI


E’ il minimo che il Presidente della F.I.G.C.
Tavecchio possa fare dopo l’apocalisse sportiva piombata addosso alla Nazionale e alla sua
estromissione dal Campionato del Mondo 2018. Non ci sono scusanti, l’ha detto
pure il Presidente del CONI Giovanni
Malagò: “Se fossi Tavecchio mi
dimetterei. Siamo profondamente amareggiati e delusi per la mancata partecipazione al Mondiale”. Per il
momento sono solo parole dettate dall’emozione ma anche da inconfutabili dati
di fatto che si riferiscono alle molteplici responsabilità di un Presidente che
è sempre sembrato fuori dagli intendimenti calcistici; e, infatti, questi sono
i risultati. Poltrone che vengono occupate più con la figura di vere e proprie
cariche politiche, piuttosto che da veri intenditori dell’azienda calcio. Anche
in questo l’Italia deve cambiare, partendo proprio dai vertici che devono
essere scelti tra coloro i quali hanno vissuto nel mondo del calcio,
raccogliendo un curriculum di esperienze atte a dirigere con la giusta
professionalità di settore, un’organizzazione che ha bisogno di essere gestita
in maniera consona e moderna. Si smetta di votare sempre personaggi che
raggiungono la presidenza grazie a spinte politiche, promesse di amicizia e
gruppi che promuovono ciò che non dovrebbe essere preso neanche in
considerazione per la mancata esperienza di calcio a livello direttivo. Figure
come Arrigo Sacchi, Maldini, Vialli, lo
stesso Del Piero, dovrebbero entrare
a far parte di diritto nelle stanze del palazzo che gestisce il calcio in
Italia. Sappiamo che è utopia pensare che si possa dirigere il governo del
calcio italiano, mettendo da parte la politica e i suoi interessi personali,
tuttavia, se vogliamo dare veramente una svolta culturale con una forma mentis più
moderna e adeguata al mondo del pallone italiano, è necessario invertire quella
rotta che per anni è stata forza esclusiva di pochi eletti. Ma dobbiamo
aspettare domani pomeriggio, 15 novembre 2017, quando in Federcalcio si
riuniranno tutte le componenti federali per fare un’analisi approfondita e
decidere dei programmi e anche delle scelte future. Intanto il numero uno del Coni Malagò, continua con le sue
dichiarazioni: “Se Tavecchio ritiene di
essere la persona adatta a portare avanti il nuovo corso lo faccia, ma prenda
le sue responsabilità. Non credo che le dimissioni di Ventura siano il punto
focale della questione, visto che il rinnovo del contratto era subordinato alla
qualificazione ai mondiali. Quindi, poco cambia se l’ufficialità sarà oggi o
tra venti giorni. Intanto, vorrei ricordare che il percorso iniziale di Ventura
era legato alla presenza di Marcello Lippi. E’ come se a un direttore generale non gli avessero messo sopra un Amministratore
Delegato”. Parole chiare, come
trasparente è la figura del Presidente del Coni Malagò in grado di parlare la
lingua comune e non il solito politichese ammantato di ipocrisia. Nel suo dire
si avverte l’animo del tifoso deluso e non di chi deve comunque difendere l’indifendibile.
Poi, con fare sincero, si rivolge a Buffon:
“Ci ha messo la faccia come sempre”. Dunque, non ci resta che aspettare
ancora 24 ore, prima di vedere che cosa succederà nelle stanze non più tanto
segrete della Federcalcio d’Italia.
Salvino
Cavallaro