Torino e Milan sono scese in campo per
vincere; i granata per continuare a sperare di entrare in Europa League e i
rossoneri per ritornare in Champions. Ma anche se il risultato di 2 a 2 ha sentenziato
un laconico nulla di fatto per quanto riguarda gli obiettivi da raggiungere, il
match tra le due squadre è invece stato colmo di emozioni. E, anche se il Toro
di Mihajlovic ha qualcosa in più da recriminare, la squadra di Montella ha dato
dimostrazione di saper reggere la furia agonistica dei granata con cinismo e maggiore
maturità. Il primo tempo del Toro, infatti, è stato veemente perché ha
attaccato a testa bassa imponendo il suo gioco, realizzando 2 gol con Belotti e
Benassi, ma fallendo la terza rete con un calcio di rigore sbagliato di Ljajic.
Nel secondo tempo il Torino ha mollato la presa per lunghi tratti e il Milan ne
ha approfittato segnando il primo gol con Bertolacci e poi pareggiando il conto
con un rigore segnato da Bacca. A questo punto il Toro, forse perché pungolato
dal pareggio ha ripreso a giocare, ma è ormai troppo tardi per poter vincere la
partita. Due sono state le opportunità granata da registrare; una con Belotti ,
il cui tiro è andato di poco a lato e l’altra con Ljajic che si è visto
neutralizzare il proprio tiro da Donnarumma. Questa è in sintesi la storia di
una partita che invece ha avuto nel suo interno, grandi momenti di calcio
emozionante con capovolgimenti di fronte. Il Milan ha dato dimostrazione di
crescita, mentre il Toro è ancora un po’ lontano da quella logica di squadra
capace di sviluppare un calcio maturo e consapevole dei propri mezzi. Tuttavia,
alzi la mano chi, ricordando il gioco dei granata del campionato 2015-’16, può
dire che era più divertente. Pensiamo davvero che a livello di qualità tecnica,
di gioco, di determinazione e di mentalità, non ci sia alcun dubbio sul
miglioramento apportato da Mihajlovic. Ma ci vuole tempo, tanta pazienza e
forse qualche acquisto da parte della società granata che possa in qualche modo
integrare esperienza e ancor più qualità, in un centrocampo che ha bisogno di
un calciatore esperto che possa fare da chioccia a una squadra che sta
crescendo, ma che non è ancora in grado di gestire la partita come vorrebbe il
suo allenatore. Un Mihajlovic arrabbiatissimo, capace di dare pugni al cartellone
pubblicitario Mediaset, giusto per sfogare alla fine del match tutta la sua delusione.
E, in effetti, non gli si può dare tutti i torti, perché i suoi baldi giovani
ripetono sistematicamente errori già fatti, come fosse un vizietto cui non
riescono a farne a meno. Eppure, a detta dell’allenatore granata, sembra che
certe cose provate e riprovate mille volte, abbiano sortito gli effetti
desiderati. Poi, all’atto pratico, l’improvviso Black out mentale sembra quasi
inevitabile. Ma una cosa è certa, Sinisa Mihajlovic deve assolutamente
proseguire sulla strada iniziata, senza essere tentato di buttare all’aria
tutto. Lui è un tipo sanguigno, lo sappiamo. Tuttavia, a mente fredda, è
doveroso smaltire la legittima delusione aspettando con pazienza una
maturazione che stenta ad arrivare. Certo, questo significherebbe non arrivare
in Europa e ritornare nell’anonimato di un campionato che si era sperato fosse
invece all’insegna di una rinascita che potesse dare al Toro l’immagine di
squadra forte e degna della sua straordinaria storia. Noi pensiamo che è solo questione
di poco tempo, di qualche correzione efficace e di un credere in maniera
convinta che questa strada che oggi appare in salita, si delineerà chiaramente
assieme ai nuovi e tanto sognati scenari europei. Oggi il Toro è sulla buona
strada e pensiamo pure che il presidente Cairo, facendo tesoro degli errori
passati, possa non avere la tentazione di privare la squadra dei suoi pezzi
pregiati. Da buon amministratore del club granata quale egli è, il presidente ha capito che se si vuole un
Toro forte, è indispensabile sfoltire l’inutile e tenersi stretto ciò che fa la
differenza.
Salvino
Cavallaro
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