TRA TORINO E MILAN, UN PAREGGIO CHE NON SERVE A NESSUNO.


Mihajlovic si arrabbia, ma il Toro ha bisogno di tempo per maturare
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Torino Stadio Grande Torino, 17/01/2017 -


Torino e Milan sono scese in campo per vincere; i granata per continuare a sperare di entrare in Europa League e i rossoneri per ritornare in Champions. Ma anche se il risultato di 2 a 2 ha sentenziato un laconico nulla di fatto per quanto riguarda gli obiettivi da raggiungere, il match tra le due squadre è invece stato colmo di emozioni. E, anche se il Toro di Mihajlovic ha qualcosa in più da recriminare, la squadra di Montella ha dato dimostrazione di saper reggere la furia agonistica dei granata con cinismo e maggiore maturità. Il primo tempo del Toro, infatti, è stato veemente perché ha attaccato a testa bassa imponendo il suo gioco, realizzando 2 gol con Belotti e Benassi, ma fallendo la terza rete con un calcio di rigore sbagliato di Ljajic. Nel secondo tempo il Torino ha mollato la presa per lunghi tratti e il Milan ne ha approfittato segnando il primo gol con Bertolacci e poi pareggiando il conto con un rigore segnato da Bacca. A questo punto il Toro, forse perché pungolato dal pareggio ha ripreso a giocare, ma è ormai troppo tardi per poter vincere la partita. Due sono state le opportunità granata da registrare; una con Belotti , il cui tiro è andato di poco a lato e l’altra con Ljajic che si è visto neutralizzare il proprio tiro da Donnarumma. Questa è in sintesi la storia di una partita che invece ha avuto nel suo interno, grandi momenti di calcio emozionante con capovolgimenti di fronte. Il Milan ha dato dimostrazione di crescita, mentre il Toro è ancora un po’ lontano da quella logica di squadra capace di sviluppare un calcio maturo e consapevole dei propri mezzi. Tuttavia, alzi la mano chi, ricordando il gioco dei granata del campionato 2015-’16, può dire che era più divertente. Pensiamo davvero che a livello di qualità tecnica, di gioco, di determinazione e di mentalità, non ci sia alcun dubbio sul miglioramento apportato da Mihajlovic. Ma ci vuole tempo, tanta pazienza e forse qualche acquisto da parte della società granata che possa in qualche modo integrare esperienza e ancor più qualità, in un centrocampo che ha bisogno di un calciatore esperto che possa fare da chioccia a una squadra che sta crescendo, ma che non è ancora in grado di gestire la partita come vorrebbe il suo allenatore. Un Mihajlovic arrabbiatissimo, capace di dare pugni al cartellone pubblicitario Mediaset, giusto per sfogare alla fine del match tutta la sua delusione. E, in effetti, non gli si può dare tutti i torti, perché i suoi baldi giovani ripetono sistematicamente errori già fatti, come fosse un vizietto cui non riescono a farne a meno. Eppure, a detta dell’allenatore granata, sembra che certe cose provate e riprovate mille volte, abbiano sortito gli effetti desiderati. Poi, all’atto pratico, l’improvviso Black out mentale sembra quasi inevitabile. Ma una cosa è certa, Sinisa Mihajlovic deve assolutamente proseguire sulla strada iniziata, senza essere tentato di buttare all’aria tutto. Lui è un tipo sanguigno, lo sappiamo. Tuttavia, a mente fredda, è doveroso smaltire la legittima delusione aspettando con pazienza una maturazione che stenta ad arrivare. Certo, questo significherebbe non arrivare in Europa e ritornare nell’anonimato di un campionato che si era sperato fosse invece all’insegna di una rinascita che potesse dare al Toro l’immagine di squadra forte e degna della sua straordinaria storia. Noi pensiamo che è solo questione di poco tempo, di qualche correzione efficace e di un credere in maniera convinta che questa strada che oggi appare in salita, si delineerà chiaramente assieme ai nuovi e tanto sognati scenari europei. Oggi il Toro è sulla buona strada e pensiamo pure che il presidente Cairo, facendo tesoro degli errori passati, possa non avere la tentazione di privare la squadra dei suoi pezzi pregiati. Da buon amministratore del club granata quale egli è,  il presidente ha capito che se si vuole un Toro forte, è indispensabile sfoltire l’inutile e tenersi stretto ciò che fa la differenza.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro